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L’attacco alla mafia dell'ex Sindaco di Sinopoli Domenico Luppino


Domenico Luppino, il Sindaco di Sinopoli, è stato costretto a lasciare la carica per le improvvise dimissioni di sette dei dodici consiglieri, sei di maggioranza tra cui l’ex vice sindaco e due assessori, ed uno di minoranza. L'ormai ex Sindaco ha dichiarato a caldo: ” La cosa che mi soddisfa è che si è trattato di dimissioni non mie ma dei consiglieri. Io ho mantenuto fede fino in fondo alla volontà del popolo che mi ha eletto”. Malgrado gli innumerevoli attentati che è stato costretto a subire dalla mano mafiosa. Ma non è il tipo che se ne sta con le mani in mano. Affonda i colpi contro la ‘ndrangheta in modo deciso. Non gli piace giocare in difesa, ma all’attacco. Commentando una recente intervista rilasciata al TG3 regionale da Domenico Crea, il consigliere regionale subentrato a Francesco Fortugno, il quale, parlando della situazione in Calabria a seguito del delitto di Locri, aveva affermato di “non essere un mafioso ma nemmeno un eroe”, l’ex Sindaco ha esclamato: ” Sentire certe dichiarazioni in televisione mi ha fatto vergognare di essere calabrese. Quelle parole sono inaccettabili, inaudite, nell’attuale contesto della provincia reggina”. Luppino è intervenuto ad un dibattito promosso a Cinquefrondi dalla sezione locale dei Comunisti italiani, sul tema “Il caso Calabria è un caso nazionale”. L’intervento dell’ex Sindaco è stato molto applaudito dal pubblico presente in sala. Ma l’ex amministratore di Sinopoli non si è fermato a queste dichiarazioni, ha scaldato la platea con altre al peperoncino. Ha affermato che nella sua amministrazione vi era un clima di paura dopo gli atti intimidatori che lui stesso ha ricevuto, affermando che “i suoi consiglieri si sono dimessi per problemi familiari, ma non si sa ancora di quale famiglia, però”. Luppino ha detto senza fronzoli che era diventato scomodo, perché aveva sottratto 60 giovani alla manovalanza mafiosa creando una cooperativa agricola a sino poli e perché aveva svolto un’azione contro gli sprechi amministrativi. “L’unica cosa ottenuta in tanti anni di denunce delle truffe - ha proseguito Luppino - è stata un controllo a casa da parte della Guardia di Finanza”. Dello strapotere della ‘ndrangheta oggetto della discussione, i Comunisti italiani, per bocca dell’assessore regionale Michelangelo Tripodi e del segretario di sezione Giuseppe Longo, hanno fornito i rimedi: più Stato, più istruzione, più prospettive per i giovani, più sostegno alle persone oneste e meno connivenze mafia-politica, meno indifferenza. I Comunisti italiani hanno rilanciato il tema delle confische ai beni della mafia, accusando il governo di Berlusconi di aver abbassato la guardia su questo punto. E’ intervenuta al dibattito anche la signora Vladimira Varì, la cui azienda è da anni nel mirino del racket: ”Oltre 300 centri commerciali esistenti in Calabria per un bacino d’utenza di appena 2 milioni di abitanti, avrebbero dovuto mettere in allarme da tempo chi indaga su mafia e imprenditoria, e c’è voluto un morto eccellente per far riaccendere i riflettori su questa regione”. Presente l’On. Marco Minniti, membro della commissione nazionale antimafia che ha rilanciato l’idea di spostare al Sud le basi militari, per utilizzare queste forze per il controllo del territorio e dare così anche un segnale alle popolazioni. “I giovani che scelgono la carriera militare sono un modello positivo se rimangono nella loro terra, altrimenti sono solo emigranti costretti ad andare a lavorare a Udine e a Pordenone”, ha concluso il deputato dei DS.

postato da Anonimo; alle 7:33 PM, ,




Aspromonte: Arriva l' EDGE di TIM

E' stato siglato un protocollo d'intesa fra la Provincia di Reggio Calabria e la Tim per la copertura EDGE di alcuni centri aspromontani. Dal comunicato stampa della Provincia di Reggio Calabria apprendiamo che "Nell'individuazione dell'area sulla quale intervenire è stata fatta una valutazione approfondita soprattutto in termini di sviluppo turistico, ed è stata individuata la fascia aspromontana da Polsi a Croce Ferrata - Piani di Moleti come zona nella quale procedere con la prima copertura del territorio, per poter poi avviare un monitoraggio capillare del servizio e valutare le possibilità di un suo ampliamento".
Gli impianti che grazie a tale accordo la Tim attiverà non serviranno solo per la telefonia, ma anche per la trasmissione dati. Il protocollo EDGE, evoluzione del vecchio GPRS, infatti riescirà a fornire elevate velocità di trasmissione dati (fino a 200 kbps) garantendo alle aree coperte una sorta di copertura a banda larga che, anche se meno veloce e più costosa della ADSL, sarà sempre un qualcosa.
Lo staff di Montebello Ionico Blog News non può che plaudire all'iniziativa che, almeno sulla carta, dovrebbe contribuire alla riduzione del digital divide fra i centri montani e quelli costieri.

Tenendo conto, però, che le frazioni montane del Comune di Montebello Ionico:
  1. sono fuori da ogni circuito avanzato di telecomunicazione;
  2. si trovano alle pendici dell'Aspromonte;

come mai allo stato, non sono state prese in considerazione come zone di sviluppo per tale progetto?

Ricordiamo che garantire la possibilità di accesso alle tecnologie avanzate, come ribadito dalla normativa del Codice dell'Amministrazione digitale D.L. 7 marzo 2005, n. 82, rientra nei compiti della pubblica amministrazione e, se l'Ente Provincia si dimentica di Montebello, allora, sarebbe auspicabile un intervento degli amministratori e dei politici locali, che rivendichi con forza le aspettative legittime di un territorio, sempre più, abbandonato a se stesso. L' Amministrazione Comunale che, fino ad oggi, si è sempre disinteressata a tali problematiche, contribuendo così a penalizzare i cittadini di un territorio già svantaggiato di per se, dovrebbe essere la prima a intervenire rivendicando quelli che per Montebello e per i montebellesi sono diritti. I consiglieri provinciali del nostro collegio non dovrebbero farsi pregare per attivare tutti i canali disponibili ed esercitare pressioni affinchè anche il nostro Comune, possa entrare a far parte delle zone interessate dal progetto congiunto TIM - Provincia di Reggio Calabria.

Prendendo spunto da quanto detto sopra ricordiamo che già in un precedente articolo, avevamo cercato di sensibilizzare l'Ente Comune a tali problematiche, nella fattispecie si chiedeva l'intervento del Comune presso Telecom Italia, al fine di ottenere al più presto l'attivazione del servizio ADSL anche nelle frazioni montane del nostro territorio. A tuttoggi ogni nostro appello rimane inascoltato, speriamo non sia così anche in futuro.

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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 7:54 PM, ,




Kerry Kennedy accolta dagli studenti di Locri


Kerry Kennedy, figlia del senatore americano Robert Kennedy, assassinato nel 1968, e presidente della “Rfk Center for human right foundation (Fondazione Robert Kennedy per i Diritti Umani), ha fatto visita agli studenti di Locri. Un incontro storico, quello avvenuto nell’aula magna del liceo “Zaleuco”. Ha inviato messaggi importanti, la signora americana: “Gli studenti di Locri sono un esempio da imitare perché hanno avuto il coraggio di scegliere la strada della Libertà e di chiedere giustizia. L’auspicio che gli adulti ed anche gli stessi americani imbrogliati nella vicenda della guerra in Iraq dall’amministrazione Bush, sappiano fare la stessa cosa”. Sono stati quattro i giorni di permanenza in Italia della signora Kennedy, uno dei quali trascorso nella nostra zona. Ha detto il presidente della Regione Loiero che l’ha accompagnata, che ella non si è fatta pregare, appena ha ricevuto l’invito, per incontrare quegli studenti che dopo l’assassinio di Francesco Fortugno, vice presidente del consiglio regionale, sono scesi in piazza a sfidare la ‘ndrangheta con i loro lenzuoli bianchi e lo slogan “adesso ammazzateci tutti”. Kerry Kennedy ne sa qualcosa di cosa significa battersi per i diritti dove essi sono calpestati o negati. Suo padre Robert, che si batteva per i diritti civili, venne assassinato impedendogli di realizzare il suo sogno da Presidente degli Stati Uniti. Kerry ha ricordato le parole del padre: ”Il coraggio morale è una rarità. Ma serve per il cambiamento”. Kennedy come Fortugno, la signora Kerry come la signora Laganà: cambiano i tempi, cambiano i soggetti, ma il tema della violenza criminale, che vuole negare i cardini della società civile è sempre in agguato e bisogna tenersi pronti a combatterla. Kerry ha l’interprete, ma la lotta alla criminalità non conosce differenza di lingua. La vedova Laganà ha ringraziato la donna americana, anch’essa vittima della mafia, per aver voluto essere presente a Locri e offrire la propria solidarietà a chi è stato colpito negli affetti più cari. Così come ha fatto il Sindaco di Locri, Carmine Barbaro e come hanno fatto gli studenti accorsi in massa. Kerry Kennedy sarà al fianco di tutti questi ragazzi di Locri e di tutti coloro che intendono battersi in difesa dei diritti civili che in Calabria, per effetto della criminalità, sono a rischio. Kerry si è detta ammirata per il coraggio dimostrato dagli studenti di Locri nel ribellarsi alla ‘ndrangheta, tanto da affermare che i loro slogans saranno inseriti nel volume “Voci contro il Potere” che raccoglie le testimonianze di chi nel mondo si ribella ai soprusi e che sarà dedicato proprio ai ragazzi dell’istituto.

postato da Anonimo; alle 7:15 PM, ,




Convocazione Consiglio Comunale

Il Consiglio comunale di Montebello Ionico è stato convocato in sessione straordinaria in seduta pubblica di prima convocazione per il giorno 29 novembre 2005 alle ore 15,30 , e in seconda convocazione per il giorno 30 novembre 2005 alle ore 16,30, presso la sede - Aula Consiliare- Via Portovegno, per discutere e deliberare il seguente ordine del giorno:
Assestamento generale del bilancio di previsione esercizio finanziario 2005 e utilizzo parziale avanzo di amministrazione 2004.

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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 6:08 PM, ,




Montebello aderisce ad ASMENET: è vero e-governement?

E' con Delibera del Consiglio Comunale n° 24 del 29/09/2005 che il Comune di Montebello Ionico aderisce alla Società Consortile ASMENET Calabria - Centro Servizi Territoriali per l'e-governement. Asmenet è un progetto che si propone di fornire servizi a cittadini, imprese ed enti attraverso l'utilizzo delle nuove tecnologie e di una semplice rete internet, coinvolgendo 592 Enti locali ed una popolazione di circa 4 milioni di abitanti. L'adesione costerà al Comune di Montebello € 0,10 per abitante per un importo totale di Euro 680,00. A fronte di questa spesa ASME.NET ha attivato una rete civica che dovrebbe consentire al nostro Comune di:
  1. Semplificare le procedure amministrative Snellire le procedure di accesso e partecipazione dei cittadini, in altri termini affiancare alla carta i vantaggi della multimedialità
  2. Costruire il dialogo tra strutture pubbliche e cittadino sviluppando nuovi processi di comunicazione Proporre un sistema che consente di adeguare i servizi alle esigenze dei cittadini e delle imprese
  3. Offrire uno strumento che consente al cittadino e alle imprese di accedere in maniera unitaria ai servizi della PA in una modalità multicanale (internet, call center)
  4. Sviluppare uno standard open source che sia compatibile con le disponibilità di spesa dei Comuni e degli Enti Locali medio/piccoli Integrare i processi rispettando l'autonomia e l'identità degli EE.LL.

La rete civica di cui dicevamo sopra è già attiva all'indirizzo: http://montebellojonico.asmenet.it/. Attraverso tale portale il cittadino può accedere a numerose informazioni: Visure atti e concorsi, Autocertificazione, Duplicato codice fiscale, Aste giudiziarie, Denunce di rapporto di lavoro domestico, Consultazione dati contributivi, Scadenze fiscali, ICI, TARSU, Determinazione ISEE ecc. Per alcuni servizi è richiesta una registrazione ( accesso con autenticazione). Tale registrazione avviene presso il proprio Comune di residenza, che istituisce un apposito Sportello di Registrazione Utenti.


Detta così si direbbe un' iniziativa utile, che dovrebbe far entrare Montebello, a pieno titolo, nel terzo millennio, peccato che molti dei servizi elencati non fanno altro che rimandare a siti terzi o si limitano a dare informazioni del tutto generali e non sul singolo cittadino richiedente. Insomma al momento più che E-Governement sembrerebbe una gigantesca presa per i fondelli. Comunque siamo solo all'inizio, e ci piace sperare che molti servizi nuovi verranno introdotti e gli altri migliorati. Cos'altro dire? Parafrasando un ormai ben noto tormentone pubblicitario non resta che dire: "Se son rose fioriranno", ma viene anche spontaneo chiedersi: "E se son cachi?"

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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 8:48 PM, ,




Tre proposte contro la mafia: I soldati italiani in Calabria


Marco Minniti: “Al Sud i soldati del Sud”
L’esercito italiano da Verona e dagli insediamenti concentrati nel Nord-Est dell’Italia alla Calabria e alle altre regioni meridionali? E’ una proposta che ha fatto l’On. Marco Minniti, deputato dei DS, al seminario sulla sicurezza in Italia, il 7 novembre. Se venisse accettata e si concretizzasse ad esempio con lo spostamento di una brigata nella nostra regione, farebbe ricadere sulla Calabria una pioggia di 4500 salari per un totale annuo di parecchie centinaia di miliardi delle vecchie lire.
Dice Minniti: “Gran parte degli uomini e delle donne che scelgono di arruolarsi nelle Forze Armate provengono dal Sud del paese. E tuttavia questa parte del nostro territorio non viene ancora considerata una risorsa su cui investire nei nuovi assetti organizzativi delle Forze armate ma anzi viene spesso chiamata in causa per programmare cancellazioni di enti e strutture già esistenti. Nella definizione dei nuovi assetti organizzativi dell’amministrazione militare si deve rispondere a due questioni fondamentali. La prima: il fianco sud del Mediterraneo è, nel contesto dei nuovi scenari geo-politici, un baricentro decisamente significativo. La seconda: Calabria, Campania, Puglia e le due isole maggiori, forniscono il 90% dei volontari che prendono il posto dei soldati di leva. L’80% di questi volontari sono assegnati a reparti collocati nelle regioni del centro-nord. Siamo di fronte a un vero e proprio flusso di migrazione interna che costringe i militari ad una vita difficile dominata dal desiderio di poter rientrare nel luogo di origine. Se nell’esercito di leva il trasferimento da un luogo all’altro ha avuto un significato di integrazione sociale, se per molti ragazzi del sud il viaggio per raggiungere la caserma rappresentava il primo viaggio fuori dal loro paese, oggi non è più così. Se vogliamo far svolgere al servizio prestato nelle Forze armate un ruolo di integrazione sociale, dobbiamo far restare i soldati nel territorio dove li reclutiamo. Scegliere la professione militare e poterla svolgere restando nella propria realtà territoriale, ha anche un significato culturale. Può costituire un positivo modello sociale anche di fronte alla sfida culturale e di modello delle mafie”.

Enrico Letta: “Spostiamo i soldati italiani dall’Irak alla Calabria”
La proposta di Enrico Letta, responsabile economico della Margherita, di spostare i soldati dall’Irak alla Calabria, si integra perfettamente a quella espressa da Minniti. Così si esprime l’esponente della Margherita nell’intervista rilasciata a Panorama: “Credo che la risposta fornita spedendo un super prefetto a Reggio sia insufficiente. Ci vuole lo stesso metodo applicato in Puglia dal governo D’Alema. Un intervento militare interforze sul territorio, che in Puglia servì a sgominare in sei mesi le organizzazioni criminali che prosperavano sui traffici con i Balcani. E che in Calabria suonerebbe anche come un messaggio rassicurante rivolto agli imprenditori a ai turisti. Oggi i nostri migliori elementi sono impegnati all’estero, credo però che anche questo sarebbe un buon motivo per accelerare il rientro dall’Irak, trasferendo gradualmente in Calabria i reparti ritirati da laggiù”.

Domenico Ielasi: “L’esercito sarebbe utile”
In un’intervista del “Quotidiano della Calabria” a Domenico Ielasi, presidente del Tribunale di Locri, il giudice ha affermato: ”Il movimento giovanile si è indubbiamente accreditato come la vera Primavera di Locri; affinchè la primavera non diventi, però, in breve tempo un rigido inverno, è fondamentale che il movimento non costituisca un alibi per gli adulti. Allo stato, mi pare che si possa escludere un pericolo di strumentalizzazione, in quanto è corretto dare atto di una maggiore attenzione concretamente dimostrata mediante qualche risposta istituzionale fortemente positiva. E’ perciò essenziale che si realizzi il massimo impegno in ogni settore, e che tutti i pubblici poteri diano esempio concreto di correttezza lealtà e trasparenza, come finora non è sempre accaduto, e ciò ha spesso incentivato la pratica mafiosa del malaffare come scelta di vita. Soprattutto come cittadino più che per l’esperienza professionale, ritengo che una presenza stabile dell’esercito in una zona ad alto rischio criminale, consentirebbe un maggiore e più proficuo impiego delle forze di polizia operanti sul territorio. Da circa un anno a Locri mancano tre giudici e le vacanze potranno essere colmate solo con giovani colleghi di prima nomina, nel prossimo mese di luglio. La situazione del personale amministrativo è alquanto precaria, soprattutto per alcuni livelli di personale. Tanto per fare un esempio, su 8 funzionari di cancelleria ne sono presenti solo due. La precarietà della situazione è stata segnalata più volte agli organi competenti, ma finora quasi sempre con esito negativo anche a causa di condizionamenti normativi quali i blocchi dei concorsi, dei trasferimenti, limiti posti dalla finanziaria, solo per citarne alcuni”.

postato da Anonimo; alle 7:53 PM, ,




Bloggers for Equity

Dopo aver iscritto il nostro Blog al programma Bloggers for Equity abbiamo ricevuto questa mail che pubblichiamo integralmente:

Carissimi Bernardino e Miguel ,mi chiamo Francesco Minciotti: a nome mio personale e a quello del Comitato Direttivo vi do il più caloroso dei benvenuti possibile; ben arrivati, vi accogliamo con immenso piacere nella nostra comunità!Non conoscevo il vostro sito, ma mi piace molto! Corro ad aggiungerlo nella pagina dei Soci. Se non vi è di troppo peso, potreste pubblicare un (anche piccolo) post, in cui spiegate cos'è quel banner, perché avete aderito e come può aderire chi lo desidera. Abbiamo iniziato da pochissimo la nostra avventura e abbiamo solamente il passaparola per fare dei proseliti; quindi, ogni vostra forma di "pubblicità" sarà un grandissimo servizio per noi tutti.
Francesco Minciotti
-------------------
Fondatore di: http://www.bloggersforequity.org


Facendo seguito alla richiesta di Francesco diamo alcune spiegazioni sul programma Bloggers for Equity. Bloggers for Equity è un Progetto che racchiude in se un gruppo di persone volenterose, convinte che internet possa essere strumento di beneficenza oltre che di comunicazione. Due sono gli obiettivi di Bloggers for Equity:

  1. Apportare un incremento di donazioni economiche alle organizzazioni umanitarie
  2. Dare massima pubblicità ai siti delle organizzazioni umanitarie

E' per raggiungere questi obiettivi che Bloggers for Equity chiede ai propri soci l'esposizione sul proprio sito web di un box con i loghi delle organizzazioni umanitarie a cui è possibile fare donazioni.
La Redazione di Montebello Ionico Blog News nella convinzione che internet debba essere sfruttato anche come strumento per rendere il mondo migliore, riconoscendo la grande originalità nonchè l'estrema semplicità del sistema proposto da Bloggers for Equity ha deciso di fare propria l'idea aderendo al Progetto.

Chiunque sia in possesso di uno spazio web può fare altrettanto.Per maggiori informazioni: http://www.bloggersforequity.org/

postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 6:48 PM, ,




Una nuova colonna sonora per le lotte dei giovani calabresi

Seguendo l'appello dei giovani di Locri, lo staff di Montebello Ionico Blog News ha deciso di dare massima pubblicità e visibilità all'uscita del brano "Adesso ammazzateci tutti" è per questo motivo che pubblichiamo integralmente l'articolo su tale brano tratto da http://www.ammazzatecitutti.org/

"E adesso ammazzateci tutti":l'urlo si strasforma in musica

UNA NUOVA COLONNA SONORA PER LE NOSTRE LOTTE


"Adesso ammazzateci tutti", è così che si intitola il brano (musica di Pino Barilla', arrangiamento di Alessandro Luvara', testo di Giovanni Pecora) che accompagnerà questa lotta per il riscatto civile della nostra terra.

DISPONIBILE PER IL DOWNLOAD GRATIS!
clicca QUI per scaricare integralmente e liberamente "E adesso ammazzateci tutti"
( 6Mb, durata 4' 31" )

FALLO CIRCOLARE!
MANDA IL LINK A TUTTI I TUOI AMICI, SCRIVILO SUGLI SMS, FAXALO...

"E ADESSO AMMAZZATECI TUTTI!" E' IL CANTO DI LIBERAZIONE DI UNA TERRA OPPRESSA DA SECOLI DI SOPRUSI E DI VIOLENZA.
SE LO CANTIAMO TUTTI INSIEME, FORSE, POTRA' ESSERE L'INIZIO DI UNA VERA LIBERAZIONE.


LA STORIA CI INSEGNA CHE QUANDO I GIOVANI CANTANO INSIEME E' SEMPRE BUON SEGNO.


Tratto da
www.ammazzatecitutti.org

postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 8:40 PM, ,




Colletta Alimentare:al via l'edizione 2005

Sabato 26 novembre 2005, nona edizione della giornata nazionale della Colletta Alimentare. Questo evento nasce nel 1987 in Francia, per poi propagarsi ulteriormente negli altri Paesi europei dove esiste "Banco Alimentare".
In Italia questa esperienza inizia nel 1997 con un primo risultato di 1.600 tonnellate, per arrivare dopo 7 anni a 6.945 tonnellate di alimenti raccolti. Il giorno è, ogni anno, l'ultimo sabato di novembre, essendo questa la scadenza abituale concordata con la Fédération Européenne des Banques Alimentaires. L'organizzazione, il reclutamento dei volontari e tutto il lavoro di fronte ai supermercati, sui mezzi di trasporto e nei magazzini sono supportati dalla collaborazione con la Federazione dell'Impresa Sociale - Compagnia delle Opere, L'Associazione Nazionale Alpini, la Società San Vincenzo de Paoli, e anche moltissime Associazioni destinatarie dell'attività del Banco. L'evento gode anche dell'Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
Anche nella nostra provincia all'entrata dei supermercati aderenti all'inizativa (solo 15 punti vendita ), troveremo i volontari della fondazione Banco alimentare onlus che ci consegneranno una busta da riempire con generi di prima necessità e poi riconsegnare, donando così una parte della nostra spesa per chi è in difficoltà.

Ecco i Punti vendita aderenti all'iniziativa in Provincia di Reggio Calabria:
  1. Calabria RC Campo Calabro Conad
  2. Calabria RC Catona Conad
  3. Calabria RC Laureana Sigma
  4. Calabria RC Melicucco Sigma
  5. Calabria RC Melito P.S. Sma
  6. Calabria RC Pellaro Sigma S.S. 106 Jonica km. 12
  7. Calabria RC Ravagnese Sigma
  8. Calabria RC Reggio Calabria Di per Di Piazzale Stadio Sud 8
  9. Calabria RC Reggio Calabria Di per Di Piazza Garibaldi
  10. Calabria RC Reggio Calabria Di per Di Aschenez
  11. Calabria RC Reggio Calabria Di per Di Via Don Orione
  12. Calabria RC Reggio Calabria Di per Dì SS 106 - Ravagnese
  13. Calabria RC Reggio Calabria Sigma Viale Calabria
  14. Calabria RC Reggio Calabria Sigma Viale Labboccetta
  15. Calabria RC Taurianova LiDL Via La Resta

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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 8:45 PM, ,




Sciopero Generale: In Calabria sarà di 8 ore

Nella convinzione che la Calabria debba dare un segnale forte di disapprovazione delle Politiche antisud del Governo Berlusconi, lo staff di Montebello Ionico Blog News invita tutti i lavoratori Montebellesi ad aderire massicciamente alle 8 ore di sciopero generale indette per il prossimo 25 Novembre.
I segretari della Triplice hanno presentato la manifestazione contro la Finanziaria. A Locri l'appuntamento principale

LAMEZIA TERME. In Calabria il prossimo 25 novembre, in occasione dello sciopero generale contro la finanziaria, l’astensione dal lavoro sarà di otto ore invece delle quattro programmate dalle organizzazioni sindacali nazionali. Lo hanno deciso e segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil per sottolineare la gravità della situazione socio economica della Calabria. La decisione, hanno spiegato nel corso di una conferenza stampa i tre segretari generali della Triplice, Fernando Pignataro, Luigi Sbarra e Roberto Castagna, scaturisce dalle “preoccupazioni forti per l’escalation criminale, che con l’assassinio del vicepresidente del Consiglio regionale Fortugno, dimostra di aver superato tutti i limiti e di puntare direttamente a sfidare le istituzioni e tutta la società calabrese”. Saranno cinque le manifestazioni provinciali che si terranno in Calabria. La manifestazione principale si terrà a Locri, dove parleranno Raffaele Bonanni, segretario nazionale della Cisl; Fernando Pignataro, segretario generale della Cgil calabrese, e Pino Zito, segretario dell’Uil di Reggio. Per la provincia di Cosenza la manifestazione si terrà a Castrovillari e vedrà la partecipazione di Fulvio Fammoni, segretario nazionale Cgil oltre che di Roberto Castagna, segretario generale dell’Uil calabrese, e Paolo Tramonti, segretario della Cisl di Cosenza. A Catanzaro parleranno Massimo Di Menna, segretario nazionale della Uil; Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl calabrese, e Sergio Genco, segretario della Cgil di Catanzaro. A Vibo Valentia parleranno Raffaele Blandino, segretario regionale della Cisl; Luciano Prestia e Raffaele Mammoliti, rispettivamente segretario della Uil e della Cgil vibonesi A Crotone, infine, la manifestazione vedrà la partecipazione di Carlo Podda, segretario nazionale della Cgil; Mimmo Tomaino, segretario della Uil, e Antonio Venneri, segretario della Cisl. Nel corso del confronto con i giornalisti i tre segretari hanno spiegato che lo sciopero generale è “senz’altro una grande occasione per stigmatizzare i gravi fatti criminosi, gli attentati alla libertà e alla convivenza civile; ma anche per manifestare la netta posizione dei lavoratori calabresi per il ripristino della legalità e la sconfitta della violenza e della mafia, quale elemento essenziale per lo sviluppo della Calabria”. Fernando Pignataro, ha sottolineato che “lo sciopero calabrese vuole essere una prima e grande risposta di popolo, del mondo del lavoro al terrorismo mafioso. Stiamo decidendo, insieme alle segreterie nazionali, - aggiunge - una grande manifestazione per le prossime settimane a Reggio Calabria”. Anche per Roberto Castagna “la situazione calabrese è arrivata ad un punto di criticità senza precedenti. La stessa manovra finanziaria, che il Governo si appresta a varare appesantisce ulteriormente il divario infrastrutturale produttivo e occupazionale della Calabria e mette in ginocchio i comuni, le province e la regione”. Una situazione che secondo il segretario della Uil calabrese si aggrava in relazione alla “crisi economica drammatica che vive il Paese, e che ha determinato l’aumento della povertà e dell’esclusione sociale, la diminuzione di capacità competitiva del sistema nazionale, la situazione di crescita zero o addirittura di recessione, la diminuzione dell’occupazione e l’aumento della disoccupazione, colpiscono in modo ancor più drammatico le aree deboli del Paese, il Mezzogiorno e, soprattutto, la Calabria, penalizzata dalla sua arretratezza strutturale e dall’assenza di politiche di crescita e coesione degli ultimi anni”. Per Luigi Sbarra “la legge finanziaria 2006 non contiene una visione strategica, un’idea di rilancio delle politiche di sviluppo e di competitività ed è peggiorativa della situazione economica, aggrava il rapporto deficit- PIL, non aiuta il sistema produttivo ad uscire dalla profonda crisi che l’attraversa, penalizzante per il Mezzogiorno, drammatica per la nostra regione. Oltre ai tagli conosciuti, la legge finanziaria - ha spiegato Sbarra - non solo non prevede per il Mezzogiorno risorse aggiuntive, ma riduce gli stanziamenti previsti per il Fondo Aree Sottoutilizzate e per gli incentivi alle imprese”.

Tratto da "Il Giornale di Calabria"


Dichiarazione di Luigi Sbarra Segretario Generale Cisl Calabria.

Lo Sciopero Generale Nazionale del 25 Novembre contro la Finanziaria darà l’esatta dimensione di quanto sia grande il malcontento e la contrarietà dei lavoratori e dei pensionati verso una politica economica e sociale del Governo che non aiuta lo sviluppo, non favorisce la crescita del paese, non sostiene i consumi delle famiglie e penalizza pesantemente con i tagli al sociale, agli enti locali, al pubblico impiego, alle infrastrutture ed agli strumenti di sostegno per investimenti e occupazione soprattutto il Mezzogiorno. Lo Sciopero Generale è finalizzato a modificare, introducendo nel dibattito parlamentare profonde correzioni, la Legge Finanziaria per renderla più equa e più sostenibile rispetto alle esigenze di cambiamento, rilancio e sviluppo del paese e del Sud. La Finanziaria non fa alcun riferimento e sono pertanto assenti le risorse necessarie per garantire la prosecuzione delle convenzioni per gli Lsu relativi all’annualità 2006 così come mancano interventi finanziari per incentivare processi di definitiva stabilizzazione dei precari Lsu ed Lpu a cominciare dalla Calabria. Al contrario vengono riproposti, in modo vergognoso, nel DL 203/05 collegato alla Finanziaria le concessione, al solo Comune di Catania così come già avvenuto per il 2005, delle somme necessarie per favorire le stabilizzazioni già avviate nel passato. Fiscalità di vantaggio, Investimenti per le Infrastrutture materiali e immateriali, riordino degli incentivi alle imprese, riorganizzazione della pubblica amministrazione, accesso al credito, formazione e innovazione, legalità e sicurezza sono le questioni decisive per sostenere una politica di crescita delle aree meridionali e per aiutare l’occupazione ed il lavoro specie per i giovani disoccupati. Tutto ciò manca nella Finanziaria del Governo Berlusconi che assesta un colpo durissimo alle politiche di sostegno del Mezzogiorno negando non solo il diritto al lavoro ma determinando un allargamento delle aree di povertà e di esclusione sociale con riflessi negativi sulle famiglie dei lavoratori e dei pensionati, specie calabresi, che fanno fatica ad arrivare a metà mese a causa della perdita costante del potere di acquisto di salari e pensioni. Ma lo Sciopero Generale del 25 Novembre ha in Calabria una ragione in più e vuole essere un campanello di allarme di un crescente e progressivo disagio dei lavoratori, pensionati e disoccupati verso l’attuale Giunta Regionale che fa fatica ad affermare una impostazione di totale svolta e discontinuità della sua azione di governo rispetto alle Giunte precedenti sui temi che riguardano: Lavoro e Formazione, Politiche Sociali e Industriali, Programmazione Negoziata, Turismo e Agro-Alimentare. La Giunta Regionale non può pensare che alcune emergenze sociali continuino a rimanere nella fase della perenne istruttoria: Forestazione e Stabilizzazione del precariato a cominciare degli Lsu ed Lpu, Politiche socio-sanitarie e Rilancio dell’apparato produttivo in Calabria rappresentano le questioni più urgenti da affrontare e risolvere con momenti di confronto e di concertazione presso la Presidenza della Regione. Lo stato di agitazione degli operai forestali già programmato per il rischio di non avere certezze nei pagamenti delle spettanze delle prossime mensilità ed il forte e legittimo malcontento dei lavoratori Lsu ed Lpu che rimangono in una inaccettabile condizione di precarietà impongono al Governo della Regione di mettere in campo soluzioni concrete ed operative passando dalle parole ai fatti. La nomina del nuovo Assessore Regionale al Lavoro, a tale scopo, si rende quanto mai urgente e necessaria anche per garantire un adeguato governo alle tante vertenze. Il Protocollo di Intesa, firmato tra Giunta e Sindacato e verso il quale pretendiamo assoluta coerenza e applicazione, richiama l’urgenza, tra l’altro, di dare risposte a queste specifiche emergenze Ecco perché la giornata di lotta di Venerdi 25 Novembre oltre che manifestare contrarietà e opposizione verso le politiche economiche e finanziarie del Governo Nazionale intende anche richiamare la Giunta Regionale alle proprie responsabilità e ad un maggiore impegno di programmazione e progettualità in direzione del cambiamento e della modernizzazione della Regione per dare risposte concrete ai bisogni ed alle attese dei lavoratori, pensionati e disoccupati calabresi.

Lamezia Terme 23.11.2005

postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 12:55 PM, ,




25 novembre: giornata mondiale del “non acquisto”

Filippo, autore dell’ottimo Corvitto Blog, mi segnala che, come già in passato, anche quest’anno, e precisamente il 25 novembre prossimo, Adbusters propone il “Buy Nothing Day“, la giornata del “non acquisto”, la cui prima edizione risale al 1992.

L’iniziativa invita tutti i consumatori del mondo ad astenersi dagli acquisti per 24 ore. Il “Buy Nothing Day” non è uno sciopero, e non è contro i commercianti. La campagna di “disintossicazione” si propone di fare un gesto simbolico, che dimostri che si può sfuggire all’imperativo del consumismo, riappropriandosi di una fetta del nostro tempo per fare cose diverse dallo shopping di massa, che molte volte, quasi inconsapevolmente, ci viene imposto di fare.

E’ un dato di fatto come il nostro modo di consumare, e soprattutto di sprecare, sia una delle maggiori cause dell’enorme divario tra Nord e Sud del globo, la principale origine dei disastri ecologici e sociali che stiamo vivendo, di una povertà dilagante, che dovrebbe farci, anche egoisticamente, riflettere, dato che ora comincia a lambire sempre più anche le nostre vite, toccandoci talvolta da vicino, direttamente o indirettamente.

Il “Buy Nothing Day” commemora le vittime delle politiche orientate alla massimizzazione dei consumi: dalle popolazioni del Sud del mondo (ma non solo) all’ambiente deturpato da rifiuti e inquinamento, alla colonizzazione dell’immaginario a opera di marchi e pubblicitari che propongono modelli di vita irrealizzabili nel reale. La giornata del non acquisto è un invito a “demarkettizzare” la nostra vita.

Indipendentemente dalle idee personali e dalla scelta di condividere o meno l’iniziativa, la sola esistenza di questa giornata è un’occasione preziosa per fermarsi a pensare, mettendo in discussione il nostro ruolo nel funzionamento di un sistema economico sempre più alienato, e scoprire come sia possibile divertirsi ed essere felici anche senza comprare nulla, considerato che meri oggetti possono forse migliorare la nostra vita, ma non devono arrivare a schiavizzarla. E accertarsi dell’effettiva solidità della nostra libertà, ogni tanto, non fa male.
Lo Staff di Montebello Ionico Blog News trovandosi in perfetto accordo con le idee di fondo del Buy Nothing Day invita tutti i montebellesi a partecipare con convinzione all'iniziativa.

Tratto da Rebel Cafè - Libera informazione in libero Mondo

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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 7:31 PM, ,




III Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole

Il 24 novembre, nell'ambito de la scuola di sicurezza, edizione 2005 della campagna Imparare Sicuri, si svolgerà la III Giornata della sicurezza nelle scuole, realizzata da Cittadinanzattiva in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile e il Gruppo di Frascati per la responsabilità sociale d'impresa, sotto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica, con il patrocinio del Ministero dell' Istruzione, dell'Università e della Ricerca e del segreatariato sociale della Rai.

Alcuni dati sulla giornata:

  • 10.000 scuole iscritte in tutta Italia;
  • Distribuzione del guida multimediale "La scuola di sicurezza", per i ragazzi dai 12 ai 18 anni;
  • Distribuzione di una guida cartacea per i bambini della scuola d’infanzia e scuola primaria e altro materiale fornito dalla Protezione Civile.
L’adesione alla campagna consente di verificare lo stato di sicurezza, qualità e comfort del proprio edificio ma anche di tenere sotto controllo le situazioni critiche (qualora ce ne fossero); di esibire una maggior forza simbolica richiamando, con dati circostanziati e osservabili, alle responsabilità specifiche in materia di sicurezza degli edifici, gli organi competenti (Comuni e Province). Tutte le attività previste da questa Campagna sono svolte dall'associazione Cittadinanzattiva a titolo gratuito.

Non sappiamo se l'Istituto Comprensivo di Montebello parteciperà all'iniziativa. Fino ad oggi sembra proprio di no. Ritenendo tale iniziativa utile oltre che meritoria di partecipazione, saremo contenti di essere smentiti dai fatti. Se così non sarà, cogliamo l'occasione per chiedere al Dirigente dell'Istituto Comprensivo di Montebello Ionico di avviare le pratiche perchè il prossimo anno si possa partecipare. Al tempo stesso sproniamo anche i genitori, gli insegnanti e tutti coloro che lavorano all'interno della scuola affinchè si mobilitino in tal senso.

Per maggiori informazioni:
http://www.cittadinanzattiva.it/impararesicuri

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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 12:07 PM, ,




La fiaccolata dell'Unione a Locri per ricordare Fortugno

Romano Prodi ai mafiosi: "I vostri voti non li vogliamo!"
Grande partecipazione alla fiaccolata di Locri promossa dall'Unione: in quindicimila in piazza per ricordare Francesco Fortugno e per rinnovare la speranza contro la 'ndrangheta.
Le strade di Locri sono state illuminate da oltre quattromila fiaccole. Il corteo è partito dal Comune, ha percorso le vie cittadine e si è concluso in Piazza dei Martiri, dove Prodi, attorniato dai segretari dell'Unione, ha concluso l'iniziativa. Parole pesanti, quelle espresse dall'ex presidente dell'Unione europea: "Siamo quì a Locri per imparare da voi giovani, dal vostro esempio di lotta forte e ferma, dal vostro spudorato coraggio contro la criminalità organizzata. Quì e oggi, in nome della giustizia e della legalità, dichiariamo guerra alla mafia. La criminalità organizzata sarà la nostra preda da caccia senza indugi. La politica è chiamata a dare l'esempio. Noi diciamo a voce alta e a testa alta ai mafiosi: i vostri voti non li vogliamo. Oggi, rinnoviamo il nostro impegno di mantenere lo Stato vicino alla Calabria, sempre presente".

postato da Anonimo; alle 8:38 PM, ,




21 novembre, a Montebello è festa comunale

Celebrata la Presentazione o Isodia di Maria al Tempio

Il 21 novembre è il giorno della Patrona del comune: S. Maria della Presentazione o Isodìa, che è la Titolare della Chiesa Madre che si trova a Montebello centro.
Isodia deriva da Eisodos, che vuol dire "Entrata nel Tempio" e da Isos-Theos, che significa "uguale a Dio", "Corredentrice".
La chiesa situata in Piazza Mazzacuva, nel centro di Montebello, è una delle poche chiese in Calabria a portare tale prestigioso titolo.
Questo titolo afferma, da un lato, l'antichità della Chiesa (del XII secolo, secondo F.Russo) e nello stesso tempo la grecità della civiltà montebellese.
Per la Presentazione, è l'Oriente che apprezza la festa, mentre l'Occidente non l'accoglie con favore, forse perchè non trova indicazioni nel Nuovo Testamento.
La Presentazione vuole celebrare la Presentazione di Maria Bambina al Tempio, ma anche tutto il periodo di vita di Maria che va dalla sua natività fino al fidanzamento con Giuseppe e all'Annunciazione, episodi questi ultimi che trovano invece spazio nel Nuovo Testamento.
Nel silenzio del Nuovo Testamento, diventa quasi d'obbligo andare alle scritture apocrife, tra cui il Protovangelo di Giacomo.
Come si nota nella foto, all'interno della Chiesa Madre vi è un dipinto di Arcangelo Spagnulo, del 1962, che racconta la scena della Presentazione.
Infatti, Maria Bambina mostra un'allegrezza e una sicurezza nei passi, superiore alla sua tenera età, nel salire i quindici gradini che conducono al Tempio di Gerusalemme e, tale messaggio è leggibile sul volto la meraviglia del Sommo sacerdote Zaccaria. Ai piedi della scalinata del tempio, i venerandi genitori di Lei, Gioacchino ed Anna, recatisi al Tempio per sciogliere una promessa: ringraziare Dio per il dono ricevuto della figlia, nonostante la sterilità di Anna.
Oggi, per la Chiesa Bizantina, la Presentazione fa parte delle 12 grandi feste dell'anno liturgico, mentre in Occidente, originata dall'apocrifo Protovangelo di Giacomo, non viene molto accolta ed accettata, ma è stata salvata per la sua antichità e per la grande importanza che ha tra gli orientali.
La festa che si celebra ogni 21 novembre merita un tono superiore a quello che finora le viene tributato.
Qui elenchiamo due delle proposte che a suo tempo ha stilato il prof. Luigi Sclapari, sperando che qualcuno dei governanti locali le faccia proprie:
a) Solenne concelebrazione della Divina Liturgia di S.Giovanni Crisostomo il 21 novembre con tutti i parroci delle Parrocchie del Comune (Montebello-Masella- Fossato- Saline-S.Elia-Annà). Presenza di banda musicale e spari di festa.
b) Concorso di pittura, bandito dal Comune, per artisti locali, per dipingere un quadro della Presentazione, da portare poi in processione per le vie del paese.

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postato da Anonimo; alle 7:26 PM, ,




Studenti pendolari: sempre peggio

Il nuovo piano viario adottato dal comune di Reggio Calabria, in particolare il divieto per i pullman di servizio extraurbano di percorrere il Corso Matteotti, continua a creare notevoli problemi a scuole e studenti. Continue sono le modifiche all'orario scolastico dei vari Istituti, necessarie a causa dei nuovi percorsi compiuti dai pullman di servizio extraurbano. Di questo hanno parlato i Dirigenti scolastici degli Istituti di Reggio Calabria e Giovanni Verduci (Sindaco di Motta S. Giovanni) che è stato convocato in rappresentanza dei sindaci dell'hinterland reggino. In seguito all'incontro con i Dirigenti scolastici, il sindaco Verduci ha inviato una nota all'onorevole Pasquale Tripodi (Ass. Regionale ai Trasporti), chiedendo un incontro dove sia presente anche l'assessore ai trasporti di Reggio Calabria, il dott. Melandri.
Intanto, in attesa che l'on. Tripodi riesca a mediare, trovando un punto d'incontro tra le necessità degli studenti e quelle della circolazione nel centro urbano di Reggio, i numerosi studenti montebellesi che, ogni mattina, affrontando sempre maggiori difficoltà, si svegliano alle 5 per prendere la corriera e raggiungere gli Istituti di Reggio Calabria , chiedono che il comune di Montebello sia più partecipe in questa battaglia che li vede loro malgrado coinvolti.

postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 10:12 PM, ,




L'assessore allo Sport è una...frana!!!

In Contrada Masella di Montebello Ionico l'assessore allo Sport Sig. Filippo Calabrò, ha voluto a tutti i costi un campo sportivo polivalente. E non ci sono stati Santi che hanno tenuto nel distoglierlo dalla sua determinazione, anche se, a qualche chilometro di distanza, vi è un campetto sportivo polivalente, quello di Montebello centro. Il campetto a Masella s'ha da fare, ha tuonato l'assessore. Infatti, l'assessore tra sè e sè, ha pensato: "E' impensabile che l'assessore allo Sport di Masella, non costruisca nessuna struttura sportiva a Masella!" I ragazzi di Masella per fare sport non si debbono muovere da casa loro! Detto...fatto!
I lavori per la costruzione della struttura incominciano a spron battuto. E, visto che in qualche posto il campo si deve pur fare, l'assessore ha pensato bene di costruirlo nelle vicinanze di un bar, che è, guarda caso, di proprietà di suoi parenti. Così' si è unito l'utile al dilettevole... Purtroppo, però, la sfortuna (o il destino beffardo, chiamatelo come vi pare) ci mette lo zampino. Cosa succede? Nel mentre sono in corso di svolgimento i lavori, ahimè, una parte del muro di sostegno alla struttura (come si vede nella foto) si affossa impietosamente nel terreno.
Povero assessore... dopo tutto quel lavoro svolto, adesso rischia di ritrovarsi con un pugno di mosche in mano.
Ma non era a a conoscenza che quel terreno è franoso? E non erano a conoscenza i suoi colleghi di giunta? E i progettisti dell'opera erano all'oscuro della franosità?
Migliaia di Euro (centinaia di milioni delle vecchie lire) andati in fumo, sembra.
Si, ma adesso chi paga? Sempre Pantalone?
I lavori, a detta di Radio Montebello (cioè la voce del popolo) si sono fermati, in attesa di ulteriori provvedimenti.
Ma l'assessore di Masella rischia di franare lo stesso con tutta la costruzione.
Altre domande per i lettori: ma i consiglieri di opposizione presenti in consiglio comunale, se ne sono accorti di questa "truffa" ai danni dei contribuenti montebellesi? O fanno finta di non vedere ( cioè detto alla paesana fanno "i scecchi 'nto inzolu?").
Per il buon andamento delle istituzioni, gli diamo materiale per non dormire (come stanno facendo) proponendogli di andare a vedere la delibera relativa al campetto: chi ha votato per la costruzione, chi ha progettato l'opera ecc. ecc., così magari faranno qualche interpellanza al Sindaco e gli chiederanno spiegazioni, come di solito fanno i consiglieri di opposizione in tutti i comuni d'Italia, con l'esclusione di Montebello, naturalmente!
Vedremo chi si muoverà. L'invito vale pure per i componenti di maggioranza che hanno ancora, in questo comune, la possibilità di critica e di azione come rappresentanti del popolo.
In guardia, gente...

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postato da Anonimo; alle 8:43 PM, ,




Locri: Passare ai fatti

«È un grande segno che s'innesta sui precedenti segni di continuità, che vuole essere una realtà che tiene alta l'attenzione giovanile in vista anche dei momenti successivi all'incontro dell'Unione di lunedì prossimo e dei Comuni di mercoledì. Quindi si tratta di mantenere sempre sveglio il tema, però bisogna concretizzarlo di più, speriamo che oggi escano anche delle proposte che s'innestino in un tavolo regolamentare. Ormai bisogna passare ai piani, piani precisi, e su questo bisogna vedere in che modo».
Queste le parole del vescovo di Locri-Gerace, mons. Giancarlo Maria Bregantini, stamane in testa alla Carovana antimafie promossa dall'Associazione «Libera» , dall'Arci e da «Avviso Pubblico».

postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 7:27 PM, ,




Omicidio Fortugno: Trigesimo


Nel trigesimo della morte di Franco Fortugno vogliamo ricordarlo così:

E' già trascorso un mese dal 16 ottobre,
ma Franco non è morto, Franco è vivo.

Franco è stato ucciso già due volte,
ma Franco non è morto, Franco è vivo.

Una volta è stato ucciso dalla 'ndrangheta,
ma Franco non è morto, Franco è vivo.

La seconda è stato ucciso dalla stampa,
ma Franco non è morto, Franco è vivo.

Franco rischia di essere ucciso una terza volta,
dalla nostra omertà,
ma Franco non è morto, Franco è vivo
e le sue idee stanno camminando sulle nostre gambe.

Tratto da http://www.ammazzatecitutti.org/

postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 6:58 PM, ,




Reggio capoluogo: fu vero scippo?

E' il titolo dell'ultimo libro scritto da Antonino Stillittano e pubblicato da "Città del Sole Edizioni". Nato a Fossato Ionico 86 anni fa, l'insegnante Antonino Stillittano è stato partigiano, militante e dirigente comunista, consigliere comunale a Montebello, Rosarno, capogruppo a Reggio Calabria, consigliere provinciale per 15 anni, vicepresidente e presidente f.f. del CO.RE.CO. Egli ha già scritto altre volte sui fatti storici della nostra provincia. Con questo volume, in parte, tratto dalla sua precedente opera, "Era l'anno del sole non queito", egli esprime il proprio punto di vista sulla nota vicenda della rivolta di Reggio. Come propria abitudine, Stillittano va dritto al punto:
" Orbene, se scippo significa come tutti sappiamo, portare via qualche cosa, questa cosa bisogna prima possederla. La possedeva Reggio? Stanto a quanto esplicitamente ammesso dagli stessi esponenti degli Enti locali, nei vari convegni su Reggio Capolugo di Regione, non mi pare ... Nelle mie modeste ricerche speravo di trovare qualche scritto che mi spiegasse quando, come, perchè e da chi Reggio avesse ricevuto l'investitura di capoluogo...Non ci sono riuscito.Spero me lo sappia dire qualcuno di coloro che parlano e scrivono di scippo. Sarei felice di saperlo e riportarlo a caratteri cubitali in ogni mio modesto scritto".
Citando tutti i documenti che riguardano questa pagina di storia reggina, spaziando negli anni che vanno dal 1947 fino ai giorni nostri, il noto ex dirigente comunista ripercorre tutta la storia della Rivolta di Reggio raccontandoci, con obiettività e diligenza, gli avvenimenti da lui vissuti in prima persona, regalandoci dei punti di vista nuovi ed inediti, approfondendo il comportamento dei comunisti reggini dei quali in quegli anni era responsabile politico del Comitato Cittadino e capogruppo al Consiglio Comunale.
Consigliamo questo libro per avere una visione d'insieme dei fatti della Rivolta di Reggio.

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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 9:44 PM, ,




L'ordinazione di Giovanni Gullì diacono

Da domenica 13 novembre a Saline, il comune di Montebello ha dato un nuovo diacono alla Chiesa: è Giovanni Gullì, che ha ricevuto l'ordinanzione dall'Arcivescovo Mons. Vittorio Mondello. Un matrimono di Giovanni, giovane salinese, con Cristo. Il 1° luglio 2006 il nuovo diacono riceverà il ministero del sacerdozio.
Il BLOG di Montebello esprime i più sinceri auguri al nuovo diacono, per una missione sacerdotale che incida in maniera positiva sulle anime perse, portandole sulla retta via, e anche sulla vita della nostra comunità, che sembra aver smarrito i valori della pacifica convivenza.

postato da Anonimo; alle 8:41 PM, ,




Presentato il libro “Parole d’Assoluto”

E’ stato presentato un romanzo di un nostro giovane scrittore, Domenico Principato. Il libro, un racconto edito dall’associazione Culturale Onlus “Belmoro”, presenta in copertina un dipinto del 2004 a tempera di Concetta Nigero. E’ il prodotto di un lavoro durato 3 anni. Perché questo titolo “Parole d’Assoluto”? Come ci ha chiarito l’autore, “L’assoluto” non è altro che l’uomo libero nella pienezza della sua totalità e le “parole” esprimono un messaggio positivo rivolto alla collettività in generale. Le parole sono fatti e racconti del vissuto da parte del protagonista del romanzo (Assoluto) che vive una vita maledetta e disordinata, esprimendo la totalità della vita degli uomini che soffrono e che vengono ridotti ai margini dal mondo reale. Dalla vita disordinata dell’Assoluto-Protagonista, però, si estrapola una morale che possa seguire da linea guida verso la speranza di un mondo migliore. Il romanzo, che si compone di 14 capitoli, non ha una struttura temporale. L’autore, cioè, non ha voluto ingabbiare in un determinato periodo storico ciò che è riconducibile ai sentimenti e alle aspirazioni umane, che sono virtù universali che non hanno tempo. Il racconto ha invece una peculiarità geografica, esprimendo l’ambiente dei luoghi dell’Area dello Stretto. Tuttavia, volendo ricercare un’analisi sociologico-politica del personaggio, esso prende le mosse dalle lotte del ’68, lotte contro gli abusi delle autorità costituite. Il personaggio del libro (Assoluto) dunque, è un personaggio che, come i “sessantottini”, è molto critico con l’esercizio del potere, che annulla i frammenti di cosmo, cioè in definitiva, l’essere uomo. Assoluto si fa portavoce dei bisogni degli emarginati, per dirla con Norberto Bobbio citato nel libro, egli “…crede in coloro che hanno sempre torto, nei vinti anche se non saranno mai vincitori, nei ribelli che perdono sempre le loro battaglie contro i potenti del giorno”. Il protagonista-Assoluto è consapevole che non potrà cambiare il mondo, tuttavia crede di poter educare attraverso il suo pensiero un’esigua parte di gente dotata di buon senso. Ciò si evince dal fatto che, come ci spiega Domenico, le “Parole d’Assoluto” vengono ritrovate e lette da una persona qualsiasi che riesce a riflettere su quanto Assoluto ha scritto. Come afferma nelle pagine di introduzione del libro Annalisa Locatelli, critica d’arte, “…lo scrittore è un frammento di cosmo che lascia un’orma d’inchiostro dietro di sé. E’ una foglia rossa d’autunno, di effimera vita, ma di immortale bellezza!” Nel lettore nasce così la speranza di un futuro e una prospettiva migliore. Infatti il romanzo si conclude con una natività di un bambino che nient’altro rappresenta se non “l’uomo nuovo”, quello cioè capace di regolare i destini del mondo e di mettere fine alle ingiustizie. Ma come è nata l’idea del romanzo? Il nostro giovane scrittore (è nato a Fossato Jonico il 19 maggio del 1985), ha avuto lo spunto dalla visione di un film di Jean Renoir, “Boudu salvato dalle acque”, in cui un barbone che perde il proprio cane restando solo, decide di buttarsi nella Senna, ma viene salvato da un libraio che rappresenta il mondo borghese. Il libraio cerca di portare Boudu nel suo mondo, ma egli rimarrà sempre un uomo libero, lontano dai canoni della società borghese. A Domenico non è andato giù, nel film, questo tentativo, da parte del mondo borghese, di inglobare nei propri canoni e metodi, l’altro mondo contrapposto, quello degli uomini liberi, che sono lontani dagli schemi falsamente morali propugnati dalla borghesia. E così ha pensato di scrivere qualcosa di importante contro questo tentativo secondo lui, maldestro. Seguendo la storia letteraria del nostro romanziere, diciamo che egli, da piccolo, non si appassiona alle letture che solitamente fanno i ragazzi (“Pinocchio”, “Il Piccolo Principe” ecc.). Poi, incontrata la gioventù intellettuale del liceo Leonardo Da Vinci di Reggio Cal., che parla dei “poeti maledetti”, del decadentismo ecc., viene spinto ad occuparsi di letteratura e incomincia a leggere il primo romanzo di Enrico Brizzi, “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, al quale seguono gli altri scrittori della “gioventù cannibale”, tra cui Niccolò Ammaniti. Domenico rimane affascinato dai c.d.“poeti maledetti”, Charles Baudelaire e Rinbaud, che lo affascinano per l’esistenza travagliata che hanno avuto, e dagli scrittori del romanticismo, come Goethe, Leopardi e Foscolo che lo catturano per lo stile. Nel contempo nasce in lui l’amore per la Filosofia e in particolare per Schopenauer e Nietzche con il loro pessimismo universale. Di ausilio alla stesura del romanzo sono stati anche (come in ogni giovane) i testi e le concezioni dei cantautori italiani tra cui De Gregori, Battiato, De Andrè, Guccini, e di quelli stranieri Bob Dylan e Patty Smith. Al momento Domenico ha ultimato il 1° anno di università alla facoltà di Scienze giuridiche di Reggio Calabria. Un bel romanzo, dunque, per un giovane scrittore emergente, che consigliamo di leggere, magari sdraiati al sole sotto l’ombrellone, oppure al fresco della veranda di casa.
Giovanni Crea

Tratto da “L'altroaspromonte”

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postato da Anonimo; alle 7:32 PM, ,




Due donne perseguitate in lotta contro le 'ndrine



Teresa Cordopatri e Vladimira Pugliese, due donne, due storie. Ma un unico obiettivo: sconfiggere la minaccia mafiosa. Vessate dalla 'ndrangheta hanno deciso di resistere. Teresa prima, Vladimira oggi. La baronessa Cordopatri, che ha avuto ammazzato il fratello Tonino, non si è piegata a suo tempo al clan dei Mammoliti, come adesso non si sta piegando Vladimira.Neanche l'imprenditrice di Soriano Calabro vuole sapere di cedere agli estortori, dopo decine di attentati subiti. Guardate queste donne coraggio, donne che non si piegano davanti all'ingiustizia e ai soprusi malavitosi. Ha detto la baronessa: "Essere proprietari quì vuol dire essere esposti a rischi continui per non ricavarne niente. Solo sacrifici. Ma è questione di non darla vinta alla mafia. La 'ndrangheta non sarebbe invincibile. Sono le nostre apprensioni, i timori che la rendono forte".

postato da Anonimo; alle 9:32 PM, ,




Una donna e il coraggio di dire “no”

Vladimira Pugliese accanto al marito contro il racket delle estorsioni
Una donna coraggiosa di nome Vladimira. Papà Nicola e mamma Rosaria hanno saggiato la fatica del lavoro, hanno conosciuto al lotta di classe e hanno voluto che la loro figlia portasse il nome di un grande rivoluzionario, Vladimir Lenin. E non è un caso che l’altro loro figlio si chiami Ernesto. Si, Ernesto, come Ernesto Che Guevara, colui che esortava ad essere “capaci di sentire qualunque ingiustizia commessa contro chiunque, in qualunque parte del mondo”. Vladimira è donna, madre e moglie coraggiosa. Da anni al fianco del marito Pasquale, un uomo che nonostante i dodici attentati subiti dalla sua azienda a Soriano Calabro, la “Varì Vimini”, non ha mai accettato di piegarsi, né di spezzarsi di fronte all’arroganza del racket delle estorsioni. E Vladimira è sempre stata al suo fianco, invitandolo a non mollare, anche quando la ‘ndrangheta, incendiando per la dodicesima volta la loro azienda, ha messo a rischio, ancora, i sacrifici di una vita intera. Pasquale Varì è il marito schivo, riservato, che va avanti senza mai arretrare, sempre a testa alta. Vladimira Pugliese è la moglie capace di dare coraggio, che accetta di parlare di fronte alle telecamere delle grandi emittenti nazionali, che dopo anni di colpevole disattenzione si sono accorte del dramma che vive la Calabria. La storia di Pasquale e Vladimira sembra una delle tante storie vissute nella Calabria del racket e della ‘ndrangheta. In realtà, però, è una storia rara. E’ la storia dei una famiglia che crede nello Stato e nelle sue istituzioni. Nonostante tutto. Principalmente per dare speranza ad un bambino, il piccolo Nino, affinché questi possa crescere in una terra diversa, migliore, senza più paura.
Vladimira, a suo avviso Vibo è diversa da Locri?
“A Vibo forse si avverte una minore densità criminale. Qui si ammazza di meno. C’è un tipo di criminalità organizzata diversa, che prova a ucciderti diversamente”.
La sua famiglia ha subito dodici attentati. Avete subito richieste estorsive?
“La matrice è chiaramente estorsiva. Siamo stati raggiunti da alcune telefonate, dopo gli attentati, da parte di anonimi che ci dicevano <>”.
Quindi?
“In sostanza dovevamo capire che era il caso di trovare qualcuno a cui chiedere protezione”.
E voi cosa avete fatto?
“Abbiamo denunciato tutto alle forze dell’ordine”.
Finora cosa è cambiato?
“In sostanza nulla. Abbiamo avuto danni per circa 3 miliardi delle vecchie lire, solo in minima parte indennizzati dal fondo antiracket”.
E lo Stato?
Abbiamo toccato la presenza dello Stato che ha provato a sostenerci, anche se non sono mai stati individuati i responsabili degli atti intimidatori subiti”.
Ma lei crede nello Stato?
“Il problema non riguarda le forze dell’ordine e le autorità presenti sul nostro territorio, in loro credo. Non credo invece nello Stato centrale, quello che non garantisce uomini e mezzi, che non assicura la benzina alle auto che devono pattugliare il territorio e il toner per le fotocopie degli atti nelle procure. E’ in questo Stato che non credo, quello che taglia la spesa sociale, che lascia un magistrato come Marisa Mancini senza una scorta, che abbandona alla solitudine testimoni di giustizia come Masciari e Musella. E’ questo Stato che d’ora in avanti deve dare segnali diversi per ridare speranza a questa terra”.
Finalmente sulla Calabria si sono accesi i riflettori…
“Ed è grave che questo sia accaduto solo dopo la morte di Francesco Fortugno. Se si fosse affrontato prima il “caso Calabria” forse quest’omicidio si sarebbe potuto evitare. Quante persone sono state uccise in Calabria negli ultimi anni, quanti attentati, intimidazioni…Eppure si è avuta l’impressione che il sangue dei calabresi fosse diverso, che valesse meno. Adesso finalmente qualcuno si è accorto cha la Calabria esiste. Meglio tardi che mai. Speriamo che quest’attenzione rimanga e non si spenga. La mia più grande paura è che presto torneremo soli”.
Cosa bisogna fare per cambiare le cose?
“In Calabria il problema è complesso. Bisogna risanare gli strati sociali. Servono investimenti e occupazione. La ‘ndrangheta per la sua manodopera attinge nella disperazione della gente. Se si cancellerà la disperazione, si potrà veramente combattere il fenomeno ‘ndrangheta”.
Che ne pensa dell’utilizzo dell’esercito?
“Ne vengano dieci, cento, mille eserciti. Lo Stato deve dimostrare, in un modo o nell’altro, che vuole affrontare il problema. Abbiamo bisogno tutti di sentirci meno soli, più protetti”.
Spesso, però, si accusano i calabresi di omertà, di non collaborare…
“Non sopporto quando si parla di omertà. Spesso è un alibi che lo Stato assume per scaricare le proprie responsabilità, le proprie inefficienze. E’ lo Stato che è omertoso, che non vede, non sente e non parla. Falcone diceva che non si possono pretendere atti di eroismo da inermi cittadini. Per combattere la mafia è necessario invece che lo Stato investa i suoi uomini migliori e le sue migliori intelligenze. Io dico che Falcone aveva ragione. Mi domando, però, se ci sia la volontà concreta di affrontare questo investimento”.
Si legge un velo di pessimismo in questa riflessione. A suo giudizio forse non si vogliono concretamente cambiare le cose?
“Diciamolo chiaramente, negli anni ad una certa classe politica ha fatto comodo questo stato di cose. La ‘ndrangheta ha assicurato grandi bacini di voti ai quali difficilmente si rinuncia”.
Quindi?
“Quindi mi sembra difficile che una certa classe politica si adoperi per realizzare interventi strutturali al fine di risolvere un problema per cui serve una riforma del codice penale e la certezza della pena. Serve un nuovo spirito da parte di tutta la classe politica, altrimenti è la fine”.
Ha paura?
“E come si fa a non averne? Fare politica e impresa oggi vuole dire esporsi. Però bisogna decidere da che parte stare, perché qui o si collude o convive o ci si ribella. E chiunque, per motivi diversi, rischia di pagare. Ma se fossimo tutti a ribellarci, nonostante la paura, potremmo davvero vincere questa battaglia”.
Lei ha partecipato alla marcia di Locri?
“No, ero a Pisa perché mio figlio ha dovuto subire una piccola operazione. Con il cuore, però ero insieme a quei ragazzi. Li ho visti in televisione, erano straordinari. Mi sono commossa. Loro sono il nostro presente e il nostro futuro e se continueranno a marciare senza fermarsi dico che possiamo vincere, ce la possiamo fare”.
Vladimira, lei è anche impegnata in politica, guida la sezione dei DS di Soriano Calabro. Al suo fianco si sono mobilitati anche gli onorevoli Fassino, Minniti, Soriero, il senatore Iovene, lo stesso segretario provinciale De Luca che oggi vive scortato. Cosa dice al suo partito?
“Dico grazie. Dico che non ha fatto sentire sola la mia famiglia. Dico pure, però, che adesso tocca a noi. Adesso dobbiamo iniziare a lavorare con ancora maggiore determinazione. Questa è una battaglia dura, lunga, difficile. Ma se saremo determinati, se ci crederemo, assieme a tutte le anime sane che ci sono in Calabria, indipendentemente dal colore politico, noi tutti potremo vivere un domani migliore, senza avere mai più paura”.

Tratto dal “Quotidiano della Calabria”

postato da Anonimo; alle 9:25 PM, ,




Bracconieri in azione a Pantano di Saline

Tratto da "Il Quotidiano della Calabria"

Numerosi i casi registrati nell'oasi protetta del Reggino dal gruppo attivo degli ambientalisti del Wwf
Sono numerosi gli atti di bracconaggio che si susseguono nella zona umida costiera del Pantano di Saline, unica area superstite della provincia di Reggio, riconosciuta come Oasi di protezione della flora e fauna selvatica e sito di importanza comunitaria. L'oasi di Saline per suo habitat naturale, è notoriamente meta di numerosi uccelli protetti, provenienti dall'Europa e diretti in Africa, altri per svernare al Pantano. Purtroppo l'azione vigliacca di pochi individui, insanguina le colline e le aree protette, uccidendo rapaci, cicogne, fenicotteri, aironi ed acquatici, violando norme giuridiche ed etiche. Ancora oggi si registrano casi di prepotenza e violenza nel nostro territorio, violando la proprietà privata con danni alle colture e agli animali domestici che determinano casi di esasperazione.Considerare oggi la caccia come uno sport è semplicemente falso e pretestuoso, e per niente la maggioranza degli italiani si espresse contro, pur non raggiungendo il quorum per l'abolizione, ma lo Stato si espresse con propria legge per l'espulsione dal Coni e la fine dei finanziamenti miliardari. La lobby venatoria è ricca di finanziamenti privati, industriali e politici, utilizzando il cacciatore come consumatore.Fortunatamente una coscienza ambientalista emargina sempre di più una minoranza di paramilitari che fanno la guerra agli animali selvatici, perseguitati per cinque giorni dal mattino alla sera, lasciando nella natura tonnellate di cartucce e piombo altamente inquinanti e indistruttibili.Le problematiche di salvaguardia e tutela del patrimonio ambientale si insabbiano davanti ad interessi privati e burocrazia degli enti preposti, mantenendo uno stato di degrado, inquinamento e bracconaggio, pur esistendo ministeri ed assessorati.Emblematica è l'area del Pantano di Saline, superstite realtà ecologica, patrimonio naturalistico e storico-archeologico, nell'hinterland ricco di testimonianze che basterebbero a sviluppare attività per la rinascita socio-economica della "costa dei gelsomini".Il Wwf combatte da oltre venti anni per la valorizzazione e la rinascita del territorio dei comuni di Motta, Montebello e Melito, documentando le bellezze naturalistiche e promuovendo azioni eco-sostenibili come al Colle Leandro, Pentidattilo e Saline.Confermiamo l'impegno volontario e popolare nei confronti delle amministrazioni comunali, come noto costante e determinato alla tutela del patrimonio storico-ambientale.Ricordiamo le attività promozionali autofinanziate, con "campi" di documentazione della flora e fauna al Colle Leandro-Embrisi; la salvaguardia delle coste e delle tartarughe marine a Riaci; ricerca e documentazione storico-archeologica a Pentidattilo e S. Elia; documentazione e tutela della flora e fauna al Pantano di Saline e riconoscimento oasi protetta; tutela ecologica del sito ex liquichimica, contro l'utilizzo per smaltire scorie e rifiuti industriali e farine animali. Consideriamo di ritenere sempre attuale la vecchia proposta di dismissione e riutilizzo dell'area oggi Sipi, con la riappropriazione da parte del comune e Asi, promuovendo la bonifica e il riutilizzo polifunzionale dell'habitat naturale del parco antropico, l'area archeologica, il porto turistico, l'oasi, la spiaggia di Riaci, tutto ciò da vari anni espresso dal Wwf, con documentata attività.

Tito Solendo
Wwf Calabria- Gruppo attivo

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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 8:55 PM, ,




E' Fossatese il nuovo Presidente del Kiwanis dello Stretto

Giovedì 10 novembre, Mara Dona commentava il post: Montebello inventa il "Semi-Comandante" dei Vigili Urbani con queste parole:

"Visito spesso questo Blog. Complimenti per la linearità, la chiarezza, l'imparzialità dell'esposizione sui fatti della vita amministrativa locale. Tra le righe leggo, però, la delusione per ciò che potrebbe essere ma non è... Coraggio non tutto è perduto, perchè mentre il Comune di Montebello Ionico cede "mezzo comandante dei VV.UU." al Comune di Reggio Calabria, inventando il "Semicomandante dei VV.UU.", mentre si tiene un Consiglio Comunale a suon di parolacce perdendo un'assessore alla Comunità Montana, mentre non si rinnova un difensore civico, poichè Nisi Bis non ha cosa farsene, arriva la notizia del subentro del Dott. Giuseppe Gullì, a Santo Ambrogio, alla presidenza del Kiwanis International, organizzazione mondiale non religiosa, non politica, formata da uomini e donne che si dedicano al servizio della comunità. Cosa volete di più? Il mondo è bello perchè è vario e balordo, come... i politici. "
Ringraziamo Mara Dona per la lettura e l'assidua partecipazione al nostro Blog e prendendo spunto dalle sue parole cogliamo l'occasione per dare la notizia che è il fossatese Giuseppe Gullì il nuovo Presidente del Kiwanis dello Stretto.
Congratulandoci, auguriamo al Dott. Gullì un proficuo lavoro.

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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 6:55 PM, ,




Nassiriya: Per non dimenticare


Potrà sembrare poco pertinente con gli argomenti trattati nel Blog, ma credo che anche Montebello debba fare la sua parte perchè Nassiriya non venga dimenticata. I Calabresi non dimenticano Nassiriya. L'Italia non deve dimenticare la Calabria.

Tratto da L'Unità:

Due anni fa, il 12 novembre 2003, fu colpita la base italiana “Maestrale” a Nassiriya, in Iraq. In quell’occasione ci furono 19 vittime tra militari e civili e numerosi feriti. “Non avendone titolo non può entrare”, questo si è sentita rispondere Adelina Parillo, la compagna del regista Stefano Rolla uno dei due civili italiani morti nella strage di Nassiriya, durante le celebrazioni al Vittoriano. Lei e Rolla non erano sposati per questo non le è stato permesso di partecipare alle celebrazioni. Un episodio indecoroso che accresce il dolore della "perdita"e offende la memoria dei caduti.
A distanza di due anni le famiglie delle vittime tornano nel luogo dove fu allestita la camera ardente per ricevere dal capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, le croci d'onore al merito, un riconoscimento isituito per le missioni di pace. Ciampi ha consegnato 22 onoreficenze: 19 ai familiari delle vittime e tre ai carabinieri feriti nell’attentato.
Anche a camp Mittica, la nuova base dei militari italiani, fuori la città, c’è stata una cerimonia per commemorare le vittime. I militari si sono fermati per osservare un minuto di silenzio in memoria dei caduti.

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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 6:50 PM, ,




I ragazzi di Locri nella trasmissione Rockpolitik di Celentano


Ospiti di una trasmissione libera, hanno parlato dei ragazzi liberi. L’espressione più genuina e più bella della Locride e della Calabria.
Protagonisti tra gli applausi della gente in studio, sono apparsi dopo le note di “Storia d’amore”, una delle canzoni più belle di Adriano Celentano.
I RAGAZZI DI LOCRI….Francesca Pancallo e Martino Staltari!
Le parole di Francesca: “Chi uccide, chi è omertoso, chi è prepotente, chi è disonesto è lento”.
Le parole di Martino: “Con Franco Fortugno, Gianluca Congiusta, Fortunato La Rosa, chi è onesto, chi manifesta, chi spera è rock”
Soltanto un minuto in scena, dei due ragazzi, ma un minuto che ha dato dignità alla popolazione e al territorio calabrese.
Per la mafia un altro brutto colpo.
Per la gente onesta di Calabria, un’apparizione televisiva che aumenta la speranza di chi ha deciso di impegnarsi per cambiare finalmente le cose.

postato da Anonimo; alle 11:01 PM, ,




Le dimissioni della democrazia


Ecco cosa scrive Beppe Grillo in un Post del 27/09/2005 sul suo Blog:

Oggi voglio chiedere le dimissioni della democrazia, di questa parola di cui ancora ci riempiamo la bocca e che non significa più nulla.

Indignarsi (Omissis)? Non ne vale la pena.
Dobbiamo indignarci una volta al giorno?
(Omissis)

Siamo seri, abbiamo cose più importanti da fare che indignarci per il comportamento dei nostri dipendenti.
Li abbiamo votati noi, sapevamo chi erano, cosa avrebbero fatto.
La colpa è nostra, non loro. Di noi che non muoviamo un dito.

Le opposizioni, i sindacati, la cosiddetta società civile subiscono di tutto senza fiatare, o emettendo deboli lamenti.
Basta parlare di democrazia, dichiariamoci sudditi e ritiriamoci nel nostro prezioso privato, dove già per la maggior parte stiamo.
Non facciamo finta di protestare, è più dignitosa la rassegnazione.

Abbiamo ciò che meritiamo, siamo diventati dei guardoni del potere:
del potere, non della democrazia.
Non nominiamo più questa parola, non prendiamoci per i fondelli.

Non esistono più i contropoteri, esiste solo il potere della collusione.
E la controinformazione al massimo trapela.

Io non mi sento più cittadino italiano. Non mi sento rappresentato dalle istituzioni. Non mi sento rappresentato dal governo. Dall’opposizione. Da nessuno.

E sto pensando seriamente di restituire la mia carta di identità che serve, ormai, solo per dormire negli alberghi.

Sembrerebbe che, ultimamente, Beppe sia stato a Montebello. Purtroppo non è così. Anche se molte delle cose che Beppe dice calzano a pennello con la nostra realtà locale, leggendo il Post senza gli omissis che, provocatoriamente abbiamo aggiunto noi, si capisce che si parla dell'Italia intera.

postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 9:17 PM, ,




Montebello inventa il "Semi-Comandante" dei Vigili Urbani

E' con Delibera della Giunta Municipale n° 102 del 12/10/2005 che l'Amministrazione Montebellese decide "di autorizzare il Comune di Reggio Calabria ad utilizzare il dipendente Carmelo Marrapodi (Comandante dei Vigili Urbani) in posizione di comando, sino al 31.05.2006, per un numero di 18 ore settimanali distribuite nei giorni di martedì, giovedì e sabato".
Considerato che di Vigili al Comune di Montebello ne sono rimasti solo 6, un Comandante sarebbe stato proprio sprecato, ma non averne nessuno sarebbe stato impensabile. Cosa fare difronte a tale dilemma? Con l'ormai nota lungimiranza, la Giunta Nisi ha pensato ad un Comandante al 50%. "Complimentandoci" per lo spirito illuminato dei nostri amministratori ci domandiamo:
"Ora che il Semi-Comandante è stato istituzionalizzato, perchè non brevettarlo? Non vorremmo che qualche altro comune ci rubasse l'idea."

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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 7:12 PM, ,




Presidente Ciampi, non ci chieda di fare gli eroi

di Domenico Gangemi

“Calabresi, reagite, l’Italia è con voi”.
Parole di Azeglio Ciampi da Livorno, Presidente della Repubblica. Pronunciate all’indomani dell’assassinio di Francesco Fortugno.

Ebbene, signor Presidente, noi Calabresi, che non la ringrazieremo mai abbastanza per essere venuto fin qui, non reagiremo.

Perché qui dobbiamo continuare a vivere. Qui dove c’è la ndrangheta. Che è un’organizzazione potente, spietata. E intatta, appena sfiorata com’è dal fenomeno del pentitismo. La ndrangheta è forte e radicata, coinvolge, trova facili alleati, garantisce e protegge, ancora riesce a farsi pensare amica. E’ dura da sconfiggere, perché entra nelle case, sorride e porge la mano, lusinga, soccorre a volte – seppure ne chieda sempre il prezzo – e si compone di gruppi di famiglia difficili al tradimento. Qui la ndrangheta sono le persone che incontri per strada e con cui scambi parole e cortesie, qui è forte delle ricchezze accumulate dal niente, qui fa invidia ed esempio. Qui diventa Stato, se ne sostituisce. E questo sta imparando a farlo bene: orami non si accontenta di orientare i voti su persone gradite, ma candida i suoi rampolli, ci prova a farli sindaci, deputati regionali, parlamentari. Ora può, perché li ha mandati a studiare, li ha armati di lingua e del sorriso accattivante, ha dato loro modi che ingannano di rispettabilità.

Signor Presidente, noi non reagiremo se prima non si mostra lo Stato. Che dia segni di presenza, che ci aiuti a liberarci e a crescere, a far cambiare i discorsi dentro le case, nelle scuole, nelle piazze affollate dai disoccupati. Che ci aiuti a spezzare l’alone di protezione e di connivenza, a mutare una mentalità di copertura che è quella dentro cui attecchisce l’idea del delitto. E’ stato troppo spesso indifferente, lo Stato. Non basta che si mostri solo in occasione di morti eccellenti, di casi eclatanti. Deve esserci sempre. E non tapparsi gli occhi di fronte alle fortune che cambiano padrone o a un mondo imprenditoriale in mano a pochi. Smetta, lo Stato, le politiche permissive che ci hanno fatto ritrovare presto liberi i pochi colpevoli scovati, più forti e audaci di prima, rinvigoriti nella considerazione dal carcere.

Sia Stato. E non ci chieda di diventare eroi.

E poi, signor Presidente, l’Italia non è davvero con noi. Con noi ci siamo soltanto noi. Sempre stato così.
Domani, al cedere dei clamori, l’Italia se ne andrà. Come se n’è andata le altre volte. E magari torcerà il muso davanti al TG mentre se ne sta su una comoda poltrona dentro una comoda casa di una comoda città. Noi, invece, crocifissi qui.

Lo abbiamo già visto questo film. Non sono di molti anni addietro certi giornalisti di certi servizi televisivi. Impavidi, ci davano lezioni di civiltà, fustigavano l’omertà, le bocche cucite, bollavano con sarcasmo quanti non avevano avuto il coraggio di farsi intervistare o di mostrarsi, di sillabare un nome, una condanna. Il prode, però, il giorno dopo frapponeva mille chilometri di distanza. Facile essere eroi con il posteriore degli altri. Ci sarebbe piaciuto vederlo restare ancora un mese, solo e senza protezione, nei luoghi dove era stato l’impavido di una sera.

Un vecchio, all’indomani di un delitto eccellente e dell’arresto di un suo paesano, poi rivelatosi davvero innocente, interrogato da un “prode televisivo“ sceso dal Nord su chi comandasse lì e sull’ambiente che si viveva, si fece pensieroso, si lisciò il mento, ciondolò su e giù la testa e disse infine, con voce lenta: “qua il più onesto sono io, e mi merito trent’anni di galera”. Scherzava, naturalmente. Ma che altro avrebbe potuto fare se non glissare la prima e scherzare sulla seconda? Magari il prode pretendeva che dicesse “si, qua l’ambiente è così e così, i malavitosi sono Tizio e Caio, le persone perbene queste altre…”.
Tempo fa a un Sindaco onesto un altro prode chiese se ci fossero rapporti organici tra politici e ndrangheta. Alzò le spalle e non disse nulla. Poi, rivolto a me suo amico, “mi chiedeva se ci sono intrecci tra politica e ndrangheta” disse stringendosi le guance tra le mani e sbattendo la testa di qua e di là. “Possibile non sappia che qui spesso politica e ndrangheta sono la stessa cosa, che è tutta una famiglia ormai?”. Certo, ha generalizzato troppo. Individuando però un sintomo preciso, di una terra che scotta di febbre alta.

Eccola l’Italia. Ci vuole eroi. Ci vuole insigniti di medaglie alla memoria. S’accorge di noi solo quando il boato è troppo forte. E non fa caso alla vita che qui si conduce. E’ un regime di libertà condizionata. Parvenza di libertà. Liberi finchè non si cozza con gli interessi anche minimi dei pochi che decidono i destini di tutti. A tal punto da non poter comprare impunemente un pezzo di terra confinante, né vendere a chi più aggrada, né partecipare agli appalti, né mettere su un’attività. Né, a volte, votare le proprie idee. Tanta ancora la gente che le deve sottomettere al bisogno. Conosco un tale, già attivista del PCI e oggi con Bertinotti, che credo non abbia potuto votare una sola volta il suo partito, perché puntualmente non trovava spazi per negare a uno che con il sorriso gli imponeva di “favorire un amico”.

Finisce che dalla libertà condizionata si decide di passare agli arresti domiciliari. E ci si rintana dentro casa, nulla si fa per progredire, si sogna un futuro altrove, si fa finta di non vedere.
Ecco perché, caro Presidente Ciampi da Livorno, noi non reagiremo. Intendiamo esercitare il sacrosanto diritto di avere paura. Perchè qui siamo impregnati di ndrangheta. E li troviamo ovunque, anche nei cortei antimafia, anche nelle commemorazioni di un vecchio amico dei comuni anni immortali e galantuomo come Ciccio Fortugno. Sono spesso in prima fila, con le facce più afflitte, con la voce che si leva più alta alla condanna. E magari con la fascia di traverso o dietro un vessillo importante.

Coraggio, allora, cominci lo Stato.

E non sia che si debba davvero finire con il rimpiangere i capisbastone di una volta, rincorrere l’idea, sempre più emergente, che almeno a quel tempo una qualche regola c’era e c’era pure a chi rivolgersi per ripararsi da un torto.

Tratto da CALABRIA NEWS

postato da Anonimo; alle 6:58 PM, ,




Bertoldo e la moglie

Ho appena finito di leggere l'articolo postato dal caro Miguel, dove si parla dell'ultimo Consiglio Comunale svoltosi a Montebello. Nel complimentarmi, con lui, per la brillante narrazione dei fatti, vorrei, solo, aggiungere che quanto letto, fa venire in mente la storia di Bertoldo che, per far dispetto alla moglie che lo tradiva, decise di castrarsi. Probabilmente i nostri consiglieri hanno voluto dar seguito alle gesta di questo personaggio, solo che oltre a castrare loro stessi hanno castrato anche le speranze di tutta la popolazione Montebellese. A questo punto non mi stupirei affatto se all'ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale ci fosse la nomina di Bertoldo ad eroe comunale e la proposta di erigergli un monumento.

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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 5:39 PM, ,