www.montebelloblognwes.com - Tutto quello che accade a Montebello Ionico e ... molto altro ancora.

 



25 aprile 1945, il giorno della Liberazione


Il 25 aprile 1945 i partigiani entrano a Milano,
liberando l'ultimo lembo di terra occupato dai nazifascisti
L'Italia era libera dall'oppressione...

IN RICORDO
DI QUANTI
MORIRONO
PER LA NOSTRA
LIBERTA'

Etichette: , , , , ,

postato da Miguel Cervantes; alle 7:00 PM, ,




IV Congresso provinciale UDC, Paolo Mallamaci eletto segretario

Il nostro rappresentante montebellese ha incarnato l'unità del partito reggino. Presidente Franco Candia, Comitato provinciale con 200 iscritti
Con una mozione unitaria e per acclamazione, Paolo Roberto Mallamaci è il nuovo segretario provinciale dell'Udc di Reggio Calabria.
Lo ha stabilito il IV Congresso provinciale del partito.
L'inno nazionale dell'Udc ha riempito la sala "Versace" del Cedir, prima che il IV Congresso provinciale partisse con l'inno nazionale di Mameli e con il toccante minuto di raccoglimento per le vittime del terremoto in Abruzzo.
Il Congresso è scivolato via per più di quattro ore, tra interventi qualificati e assidua presenza di pubblico.
Al tavolo della presidenza c'erano tutti i big calabresi del partito: i parlamentari Mario Tassone e Roberto Occhiuto, il senatore Gino Trematerra, i consiglieri regionali Paquale Tripodi e Franco Talarico.
Il clima di unità si respirava a bocca aperta.
Molti gli interventi.
Gino Trematerra parla di un congresso storico e critica le due forze maggiori, PDL e PD, che danno i numeri di percentuale che prenderanno alle europee, ma non parlano dei problemi che intendono risolvere, che sono tanti: sanità, trasporti, famiglia, infrastrutture.
Pasquale Tripodi sulle alleanze: "L'Udc non fa questione di nomi, ma di valori e di progetti, come sanità, fondi europei, programmazione. Bisogna dare risposte certe e urgenti su questi argomenti che affliggono la nostra terra".
Poi, alla fine, arriva l'acclamazione per PaoloRoberto Mallamaci, visibilmente emozionato.
Nel suo discorso Mallamaci dice che il futuro non ci fa paura, perchè alle nostre spalle ci stanno valori forti come l'uomo e la famiglia, che sono i valori portanti della nosta azione.
Il Comitato provinciale sarà composto da 200 membri, con un direttivo snello di 12.
Ma sono già partite le prime decisioni: Gino Trematerra e Pino Bova saranno i candidati del partito alle Europee del 6 e 7 giugno; il consigliere comunale di Reggio Pino Plutino non fa più parte dell'Udc, che quindi non sarà rappresentato per il momento al consiglio comunale di Reggio Calabria.
Anche alla Provincia, dopo le elezioni europee, si metterà un pò d'ordine. Infatti ai due consiglieri dell'Udc Franco Carnovale e Alessandro Cannatà si dovrebbero aggiungere Gianni Barone e Luigi Giugno, ex Udeur.
Chi non si richiamerà alla linea dell'Udc sarà fuori dal partito. Senza mezzi termini.
Non solo quindi, un partito che vuole dimostrare unità, ma anche decisionismo e chiarezza.
(Nella foto il Segretario provinciale Paolo Mallamaci e il Presidente Franco Candia durante il congresso)

Etichette: , , , , , , ,

postato da Miguel Cervantes; alle 7:06 PM, ,




AUGURI a Rita Levi Montalcini, una ragazza di 100 anni!!


22 aprile 1909 - 22 aprile 2009
Premio Nobel per la medicina nel 1986
Senatrice a vita dal 2001 nominata da Carlo Azeglio Ciampi
Medico, scienziata, ricercatrice
Ebrea perseguitata dal regime fascista
4 volte laureata honoris causa
Accademica dei Lincei
Fondatrice dell'EBRI, centro internazionale di ricerca che studia le neuroscienze
Promotrice di iniziative di solidarietà
Scrittrice
Ha cento anni e nessuna paura di morire
Dice infatti: "E' solo il corpo che muore...
non muoiono, invece i pensieri, i messaggi, le azioni che si sono compiute...
quelli restano".

Etichette: , , , ,

postato da Miguel Cervantes; alle 12:03 AM, ,




Reggio Calabria, IV Congresso provinciale UDC

In lizza Paolo Roberto Mallamaci

Etichette: , , , , , ,

postato da Miguel Cervantes; alle 10:54 PM, ,




Montebello, il crollo dei ruderi della chiesa di Santa Maria simboleggia il fallimento dall'amministrazione Nisi nei confronti dei beni storici

In 1o anni la giunta di Loris Nisi ha lasciato marcire i siti storici di Montebello Jonico
Un record al negativo del sindaco di Montebello Jonico, Lori Nisi: nei suoi 10 anni di permanenza al guida del comune ha abbandonato al loro triste destino i siti di interesse storico del comune, risorsa turistica del nostro territorio.
E' attuale la notizia, riportata sulla stampa, del crollo dei ruderi della chiesa di Santa Maria di Montebello Jonico.
Stiamo parlando della più antica chiesa del comune, i cui resti non sono mai stati messi in condizione di fruibilità a fini turistici e storici dal comune.
Un sito di enorme importanza in cui possibile ammirare le ossa degli uomini di culto e uomini importanti seppelliti dentro la chiesa, che tutt'ora hanno trovato posto, pensate un pò, in cassette di legno lasciate in balìa di chiunque.
Questo dà il senso dell'incuria perpetrata dall'amministrazione Nisi nei confronti del nostro patrimonio storico.
Nello stesso tempo dà l'esatta dimensione dell'inadeguatezza, dell'inefficienza e della mancanza di progettualità dell'amministrazione di Loris Nisi verso i nostri siti di interesse storico.
Le due amministrazioni Nisi (1999-2004 e 2004-2009), infatti, non sono state in grado, in 10 anni di (mal) governo, a valorizzare il patrimonio culturale e storico del nostro comune, che è una risorsa da sfruttare.
I siti di interesse storico di Montebello, con Loris Nisi e le sue giunte, hanno fatto la fine dell'immondizia, trattati peggio dei rifiuti.
Ma non c'è soltanto lo scandalo della più antica chiesa del comune, quella di Santa Maria, appunto, ma tutti gli altri siti di importanza storica sono stati abbandonati al loro triste destino.
Ricordiamo i ruderi della chiesetta bizantina di Santo Anastasio, situati a qualche chilometro a sud di Fossato, dove ancora oggi si trova uno dei più belli affreschi dell'arte bizantina in Calabria, secondo il giudizio del prof. Domenico Minuto.
Sul sito esiste un vincolo della Sovrintendenza ai beni culturali.
I coniugi Crea hanno donato il terreno su cui insistono i ruderi, al comune di Montebello affinchè provvedesse al recupero dell'affresco e alla valorizzazione della chiesetta.
Ma affidare l'affresco al sindaco Nisi è stato come affidare le pecore al lupo. Tempo sprecato.
Possiamo anche parlare dei ruderi bizantini di San Giovanni e di San Luca sempre a Fossato.
E poi del sito di Prastarà, dove sono stati rinvenuti utensili in selce risalenti a più di 3000 anni fa utilizzati dagli ominidi, e dove è stato edificato il monastero di S.Elia il giovane.
Un sito di enorme importanza, ma non per l'amministrazione Nisi, che è stata inerme anche quando persone senza scrupoli si davano al saccheggio di pietre e massi intorno alle rocce.
Ma per fortuna grazie alla denuncia dei Rangers, il saccheggio è stato scongiurato.
Possiamo elencare ancora i castelli dei baroni Piromallo a Fossato e Montebello, oppure i ruderi del castello degli Abenavoli del Franco, fatto distruggere dal re di Napoli dopo la strage di Pentidattilo del 1686.
E poi ancora la rocca di S.Elena, cimitero di personaggi illustri.
Tutti lasciati a marcire.
L'amministrazione Nisi non è stata neanche capace di inserire delle tabelle indicatrici che possano condurre i visitatori nei luoghi citati, nè predisporre mappe, cartine o depliant per i turisti.
Insomma un'autentica catastrofe prodotta sui beni della nostra cultura da gente senza idee e senza progetti, inadeguata a gestire la cosa pubblica.
(Nella foto i ruderi della chiesa di Santa Maria prima del crollo)

Etichette: , , , , ,

postato da Miguel Cervantes; alle 10:24 PM, ,




Le associazioni dell'Area del Basso Ionio esaminano il protocollo d'intesa tra Regione Calabria ed Api Energia su Saline

Si è svolto a Saline presso i locali del bar Royal, l’incontro delle associazioni del Basso Jonio per esaminare la situazione sull’area dell’ex sito della Liquichimica alla luce del protocollo d’intesa tra l’Api Energia e la Regione Calabria.
Secondo questo atto ci sarebbero 500 milioni di investimenti con 1000 posti di lavoro per la costruzione di una filiera di strumenti per l’energia alternativa, quali pannelli fotovoltaici, celle di silicio ecc. nei siti di Crotone, Lamezia e Saline.
Alla riunione delle associazioni, arricchita per la prima volta dalla presenza di Domenico Foti, presidente del Comitato “Vedere chiaro”, ha partecipato anche il sindaco di Montebello Loris Nisi e l’assessore all’ambiente Antonino Cilea.
Il sindaco ha detto che ogni produzione industriale comporta inquinamento e non bisogna dire sempre no. Poi ha affermato che il sito di cui si parla riguarda solo l’area dell’Ogr.
Foti di “Vedere chiaro” mette in guardia se il protocollo d’intesa è una bufala elettorale oppure è un fatto concreto, vista la fine che hanno fatto molti protocolli d’intesa. Poi ha criticato il presidente del consiglio regionale Bova che aveva promesso 50 milioni per il porto di S.Elia di Saline. Quei soldi dove sono finiti?
Mimmo Pellicanò dei “Fossatesi nel mondo” mette in risalto che le associazioni non sono pregiudizialmente per il NO, ma debbono vedere e toccare con mano i progetti e poi magari esprimere dei SI.
Meduri della Nemesis ha affermato che bisogna conoscere il progetto per poi valutare ed esprimere giudizi.
Carmelo Nucera di “Apodiafazzi” afferma che l’energia è un bene prezioso anche se la Calabria lo ha in abbondanza, perché diventerebbe un bene da scambiare. Il progetto dell’Api è diverso da quello della Sei e va sostenuto.
Tino Praticò di “Eureka” rinnova la richiesta al coordinamento delle associazioni ad invitare i progettisti e i politici a discutere dei progetti per Saline.
L’assessore Cilea fa sapere che l’assessore all’ambiente della Regione, Greco ha dato la sua disponibilità a venire a Saline per discutere con l’amministrazione e in tal caso inviterà le associazioni.
A conclusione, il coordinamento delle Associazioni, rispetto a quanto emerso dalla stampa sul protocollo d'intesa tra Regione Calabria e Api Energia, invita i sottoscrittori dello stesso a fornire maggiori informazioni su ipotesi che si andranno a concretizzare nell'area delle OGR. Qualunque sviluppo dell'area non può prescindere dal consenso informato e partecipato delle popolazioni e delle istituzioni locali.
(Nella foto un momento della riunione)


Etichette: , , , , ,

postato da Miguel Cervantes; alle 10:08 PM, ,




Saline, tra SEI ed Api è caos totale

Dopo l’ultimo comunicato stampa del comitato “Vedere Chiaro”, attinente alla Centrale a carbone e al Fotovoltaico a Saline Joniche, si è stati presenti all’incontro tra le associazioni dell’area Grecanica per analizzare il protocollo API, in quanto sembrerebbe che anche le associazioni hanno avuto sentore di “bruciato”. A detto incontro aperto alla cittadinanza era presente, invitata, l’Amministrazione Comunale con il Sindaco Nisi Loris e l’Assessore Cilea.
Dopo i primi interventi, di Franco Meduri dell’associazione Nemesis, moderatore, almeno così è sembrato, e di qualcun altro, chiedendo di intervenire e per come già anticipato nel comunicato stampa suddetto, il sottoscritto Domenico Foti, del Comitato “Vedere Chiaro”,non ha fatto altro che ribadire tutti i dubbi sul protocollo d’intesa che avrebbe firmato Loiero a Roma, rimarcando ancora le precedenti affermazioni sui famosi 50 milioni di euro del CIPE, pronti (lì nel cassetto) che dovevano solo arrivare per Saline, e ho fortemente ricordato tutto il denaro pubblico sperperato per la sistematica sistemazione del porto insabbiato (e tale è rimasto, anzi ancora peggio!!!) o del ripascimento spiagge (buttando alla meno peggio massi in mare) e tant’altro, non ultimo dall’ ennesima richiesta fatta all’allora Assessore ADAMO in un incontro sempre qui a Saline, di ulteriori fondi per il porto e, ricordando che si era parlato di vocazione turistica, gelsomino, oasi faunistica ecc., dicendo che ad oggi, in quanto a risultati visti, il risultato è meno che ZERO!!!!! Quindi più che legittimi i dubbi, nostri e delle stesse Associazioni, sull’inversione di rotta favorevole all’industria “fotovoltaica” ed annessi, ed anche purtroppo dovendo accettare qualche forma di inquinamento (se pur dentro i parametri di legge) non possiamo sempre dire NO, ha affermato il Sindaco Nisi, perché l’industria non può non portare conseguenze ma c’è necessità di LAVORO. Mi sorge l’obbligo di questo ulteriore comunicato, di smentita, in quanto qualche giornalista, presente all’incontro ha riportato in maniera distorta quel che ho detto, cioè: Domenico Foti del comitato Vedere Chiaro” ha precisato che la Calabria, date le sue scorte energetiche non avrebbe bisogno di altra energia dal momento che vive un favorevole momento di esubero. Si chiede a cosa possa servire altra energia mentre precisa che il suo comitato non era per un “si” o per un “no” alla centrale a carbone ma sulla necessità di capire di più; cosa che si intende fare anche verso questo progetto. Effettivamente invece nel mio intervento ho detto: viene scritto spesso e volentieri che la Calabria produce energia in esubero (non l’ho detto io! Ma la Regione Calabria!!!) anche per riprendere il fatto che se ciò è vero (ma io non ne ho idea di questo!) come mai le nostre bollette Enel sono così salate?? Onde togliere ogni ulteriore dubbio, il Comitato Vedere Chiaro ( che non è il mio!!! Come scrive sempre qualche giornalista), nasce dal fatto che a molti, me compreso è venuto da chiedersi come mai che a Saline Joniche ci vengono a portare “la morte” con la Centrale a carbone ,perché vogliono avvelenarci con questo nuovo mostro industriale ,che non esiste in nessun altra parte del mondo? Sentendo sempre questo Tam Tam di allarme, e vedendo la mobilitazione di barricate a difesa dell’attacco mortale, abbiamo detto “vogliamo vederci chiaro” vogliamo approfondire la nostra conoscenza visto che siamo molto indietro rispetto a molti altri che per fortuna ci stanno difendendo.
L’egregio giornalista che invece ha riportato in modo differente le mie affermazioni,, nel frattempo forse era andato via, e per questo forse non ha scritto l’altra parte di dubbi miei e dei componenti il comitato che come ha detto di essere preoccupato in merito alla tanto lodata iniziativa di Loiero, essendo prossimi alle elezioni Amministrative, alle Europee ed alle Regionali, non vorrei che il tutto fosse un “FUMOVOLTAICO”,annuncio, tanto per andare contro il Progetto degli svizzeri della SEI, che invece sembra proprio che abbiano presentato un progetto reale, concreto e realizzabile in tempi immediati, una volta passati tutti i controlli e le verifiche necessarie per legge. E allora la mia proposta, dato che adesso il Sindaco ed il Governatore sono d’accordo che il sito di Saline può anche essere industriale, perché non prendere in considerazione anche il progetto della SEI? Perché non sedersi ad un tavolo di confronto tecnico-scientifico, o meglio far sedere dei professionisti esperti, facendo sì che da un esame serio ed approfondito tra le parti si possa capire se il progetto della Centrale a carbone di nuova generazione si potrebbe effettivamente collocare in un contesto come quello di Saline senza per questo nuocere alla salute delle persone e dell’ambiente? Ci saranno di certo le normative di legge con dei limiti ben precisi da dover rispettare o no ? Questi interrogativi mi nascono spontanei, pensando e riflettendo che Industrie come quelle proposte dagli svizzeri ci sono già in Italia e funzionano tutte regolarmente, vedi Civitavecchia, Genova, in Sardegna ecc…. E allora mi domando: Cosa hanno in più di noi quelle popolazioni, oppure cosa abbiamo noi in meno di loro???Loro possono contribuire, con tanti posti di lavoro, a far sì che la tanto sbandierata Co2 distrugga il pianeta Terra, mentre invece noi, senza nessun posto di lavoro, contribuiamo alla”salvezza” del mondo? Qualcosa, è ovvio, non quadra. E per il momento, come sempre, grazie a qualcuno, chi ci sta sempre e comunque rimettendo, siamo sempre noi cittadini di questo territorio di Saline Joniche ed i paesi limitrofi, che qualcuno pensa di avere oramai abituato alla rassegnazione….ma non è così, perché state tranquilli che le coscienze ed il cervello di tanti qui e nei paesi vicini si è svegliato, non sarà più così semplice solo promettere e poi mai mantenere. La gente adesso, vuole davvero “Vedere Chiaro”, in tutti i sensi.

Il presidente del Comitato dei Cittadini “VEDERE CHIARO”
Domenico FOTI


Tratto da www.strill.it

Etichette:

postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 7:48 PM, ,




Terremoto in Abruzzo, la SOLIDARIETA' del Blog















Tutto lo Staff di Montebello Ionico Blog News
esprime la profonda solidarietà e vicinanza
alle popolazioni colpite dal sisma...
MAI PIU' QUESTE SCENE!!!!!!











Etichette: , , , ,

postato da Miguel Cervantes; alle 10:53 PM, ,




Ci siamo gettati tra le macerie

Un medico calabrese ricorda il momento dei primi soccorsi ad Onna
Sono calabrese ma vivo a Roma dal 1994, ovvero da quando sono stato costretto a partire dalla mia terra per studiare.
Il 6 di aprile alle 3 e 30 di mattina sono stato svegliato dalla forte scossa avvertita anche a centinaia chilometri di distanza.
Immediatamente ho acceso la tv e ho cercato notizie tramite internet, ma ancora la reale portata della catastrofe non era stata percepita.
Poche ore dopo, a seguito di un giro di telefonate con i colleghi e con la centrale operativa del 118, ho deciso di partire per L’Aquila con il collega, dr. Danilo Palermo, con un’ambulanza ed un’auto medica.
Durante i primi minuti di viaggio era molto forte l’entusiasmo per la voglia di potersi rendere utile.
Tuttavia, il forte entusiasmo era alimentato solo dall’inconsapevolezza dello scenario che di lì a poco si sarebbe presentato ai miei occhi.
Abbiamo fatto scalo alla centrale operativa del 118 di Rieti e da lì, dopo un brevissimo briefing, siamo stati inviati ad Onna, frazione de L’Aquila.
Fino ad allora Onna mi era totalmente sconosciuta, ma da oggi non si cancellerà mai più dalla mia memoria.
Il collega del 118 inviò il nostro piccolo gruppo anticipandoci solo che sul posto non c’erano ancora né sanitari, né presidi medici e ambulanze.
Durante il tragitto da Rieti ad Onna, a mano a mano che telefonicamente cercavo di raccogliere informazioni tramite i colleghi, gli amici e i parenti che nel frattempo apprendevano le notizie dai telegiornali e da internet, l’entusiasmo che ci aveva animato alla partenza si trasformava in angoscia.
Siamo arrivati ad Onna alle circa 8:00 del mattino, cinque ore dopo la prima scossa e lo scenario che si è aperto ai nostri occhi quando abbiamo attraversato quello che rimaneva del paese era apocalittico.
Le case erano ridotte ad un ammasso di detriti e gli abitanti vagavano da ore nel panico o erano letteralmente barricati nelle poche macchine che non erano rimaste schiacciate sotto le macerie.
I primi ad arrivare erano stati i vigili del fuoco che già da ore si adoperavano per estrarre i corpi.
Appena scesi dall’ambulanza è bastato solo uno sguardo con i miei colleghi per capire che quello sarebbe stato il giorno più lungo della nostra vita.
Ci siamo gettati immediatamente tra le macerie, fianco a fianco con i vigili del fuoco con la speranza di salvare qualcuno.
Senza avere gli strumenti e l’attrezzatura adeguata, scavando anche con le mani protette solo dai sottilissimi guanti in lattice.
Con il passare del tempo l’entusiasmo si era trasformato in terrore.
Ho nascosto le lacrime miste alla polvere e al fango quando sono stato costretto a consegnare il piccolo corpo di una bimba alle braccia della propria madre.
Era anche mio compito infondere sicurezza a chi ancora sperava che venissero estratti vivi dalle macerie i propri congiunti, gli amici o semplicemente i vicini di casa.
Non potevo alimentare la disperazione dei superstiti con le mie lacrime.
Con il passare del tempo il campo adiacente al paese era diventato il tragico ricovero di fortuna dove ognuno poteva piangere i propri cari adagiati sulla terra nuda e avvolti solo dalle poche lenzuola che eravamo riusciti a recuperare dalle ambulanze.
Senza che mi rendessi conto sono passate le ore e, al calare del sole, una fortissima grandinata contribuì a complicare le operazioni.
A mezzanotte abbiamo estratto il trentasettesimo corpo, quello di un ragazzo poco più giovane di me.
A quel punto i miei nervi hanno ceduto.
Anche se nel frattempo era sopraggiunto il cambio, avevo scelto di rimanere per permettere che le operazioni di identificazione e di constatazione di decesso si svolgessero senza sovrapporsi all’intervento medico praticamente continuo sulla popolazione.
Ho sentito il bisogno di nascondermi per piangere ancora e, solo a quel punto, è sopraggiunta la fame, la sete, la stanchezza, il dolore.
Perché ho sentito il bisogno di scrivere?
Intanto perché sono fiero di essere calabrese ed ho apprezzato fortemente il supporto di tanti volontari che in questi giorni hanno lasciato le loro case in Calabria per venire a portare aiuto e solidarietà incondizionata.
I calabresi sanno distinguersi ed eccellere anche nell’altruismo come nella professionalità.
Ho ritenuto, altresì, importante scrivere per sottolineare l’importanza del rispetto delle norme e delle più basilari regole in materia di edilizia, affinchè queste tragedie non si ripetano mai più.
Affermare che è possibile prevedere un terremoto di queste dimensioni, significa solo scatenare una polemica sterile.
Di contro, si deve operare in modo tale da prevenire tutte queste inutili morti.
Solo attraverso il rispetto delle regole antisismiche è possibile evitare che si ripeta un’altra tragedia di questa portata.
Sisto Milito, medico chirurgo
(Tratto da “Calabria Ora”-Nella foto ANSA, le interminabili file di bare durante i funerali di Stato)

Etichette: , , , ,

postato da Miguel Cervantes; alle 10:30 PM, ,




Ho ancora in testa il boato terrificante di quella notte

La testimonianza di una famiglia originaria di Montebello Jonico
“Ancora ho dentro la testa il boato terrificante di quella notte. Non riesco a pensare ad altro se non alle scene raccapriccianti dei miei vicini presi dal panico e intenti ad urlare nei vari angoli del nostro ingresso dove tutto stava per crollare”.
Con queste parole Rosangela Palermo, originaria di Montebello Jonico, ancora con i singhiozzi alla gola ricorda la terribile notte che ha devastato L’Aquila.
Un orrore: “La terra trema, bolle sotto i nostri piedi e a distanza di poche ore le scosse si susseguono l’una dall’altra senza dar tregua. E’ una catastrofe”.
Queste le affermazioni di Donato Rotilio, marito di Rosangela e padre di Mariagiovanna e Daniele.
Una famiglia colpita come tutte le altre dal dramma del sisma.
Una famiglia disorientata per la terribile esperienza vissuta.
A L’Aquila, loro, vivevano ormai da circa venti anni.
Lontani dalla propria terra per servire con orgoglio lo Stato.
Ora sono proprio loro che hanno bisogno di tutto e persino dell’acqua così come dice la signora Rosangela, fortemente provata psicologicamente per il dramma vissuto: “Siamo scesi scalzi in strada. Non sapevamo che fare ed intanto la terra ballava sotto i nostri piedi”.
Le case sono state descritte da Donato come un nave in preda alle onde in mezzo allo Stretto. Non ad onde comuni ma fortissime e tali da far volare come piume quadri, armadi ed ogni cosa.
Ieri ancora la situazione restava drammatica: “Noi come tanti altri siamo in campagna, abbiamo trascorso la nottata in macchina ma senza chiudere occhio perché la paura è tanta”.
Una notte dura, lunga, interminabile e soprattutto piena di spavento.
Una notte fredda perché anche in preda alla neve.
Nessuno ha chiuso occhio su una delle due macchine rimaste illese del signor Rotilio: “Durante la notte sembrava che quattro uomini cercavano di spostare la mia autovettura”.
Ora si attende.
Intanto le ore passano e la famiglia Rotilio, comunica che altre scosse, anche forti, si stanno ancora registrando: “Qui vicino è tutto crollato. Stamattina sotto l’azione di una scossa è crollato un altro pezzo di fabbricato”.
Tutto è in continua evoluzione.
Il dramma, purtroppo, non si può considerare concluso.
Anche stasera e come non mai in vita loro ad attendere la famiglia Rotilio non è più la solita casa ma la macchina utilizzata per scendere in Calabria.
Forse il ricordo di questa terra potrà rasserenare il buio della notte.
Vincenzo Malacrinò
(Tratto da “Il Quotidiano della Calabria - Nella foto ANSA un momento dopo la tragedia)

Etichette: , , , ,

postato da Miguel Cervantes; alle 10:19 PM, ,




Terremoto in Abruzzo: centinaia di morti, migliaia di sfollati, case e monumenti distrutti

Una tragedia che si poteva evitare
La terribile scossa sismica (5,8 gradi della scaa Richter) ha colpito L'Aquila e parte dell'Abruzzo con la sua carica di devastazione e morte alle ore 3.32 nella notte del 6 aprile, quando la gente era distesa nel sonno.
Molti non si sono accorti di morire, parecchi hanno "visto" il terrore ma sono riusciti a salvarsi per pura fatalità, altri sono stati tirati fuori dai soccorsi dopo molte ore dal sisma, incastrati sotto le macerie.
Ma costretti a convivere tra la gioia di essere salvi e il dolore nel vedere parenti, amici, conoscenti, venire riposti nelle bare di ogni dimensione; e paesi ridotti a "posti di fantasmi"; cose ed affetti persi per sempre.
La gente d'Abruzzo ha dimostrato grande dignità, grande compostezza di fronte alla sciagura che si è abbattuta sulle loro teste.
Un medico che ha perso moglie e figlia non si è risparmiato a continuare a soccorrere gli altri, chi poteva ancora avere bisogno di lui. Un gesto di reazione al dolore, di riscatto nel volere continuare a vivere e a ricostruire una sembianza di esistenza, di affetti, di relazioni, di lavoro.
La gente abruzzese, colpita già dal terremoto del 1915, non si vuole rassegnare, non perde la calma neanche di fronte a questa nuova catastrofe, e alzando la testa si rimbocca le maniche, nello stesso momento in cui è costretta a piangere i propri morti.
Questa gente, che incarna lo spirito tenace, costante e laborioso tipico dei contadini, ha desiderio di ricostruire ciò che è andato distrutto. Per lo meno vuole provarci. Senza tentennamenti.
I soccorsi, sia quelli istituzionali che dei volontari, sono subito arrivati e si sono messi all'opera, mettendosi a disposizione degli "sventurati".
Vi è stata una grande mobilitazione in favore dei centri colpiti dal sisma, e una catena di solidarietà spontanea e organizzata che ci fa sentire orgogliosi di essere italiani: appartenenti alla Protezione Civile, ai Vigili del Fuoco, all'Esercito, alle Forze dell'Ordine, alle Associazioni, insieme a moltissimi volontari che hanno lasciato le loro famiglie e il loro lavoro per dislocarsi nelle zone terremotate, si sono prodigati per prestare soccorso.
Donazioni in denaro, di beni materiali sono arrivati da tutte le parti.
E' questo lo specchio autentico del nostro paese, quello della solidarità e della partecipazione, non certo quello virtuale e finto dei reality, che qualcuno vuole far passare per reale.
Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi si è recato immediatamente sui luoghi della sciagura per coordinare le operazioni di aiuto alla popolazione e quelle di ricostruzione. Una presenza importante, come quelle del capo dello Stato e dei presidenti di Camera e Senato, e rassicurante nello stesso tempo, che sta a significare che lo Stato c'è, è presente e si adopera per porre rimedio nel più breve tempo possibile ai problemi che si sono abbattuti su parte della regione abruzzese.
Ma questa sciagura era evitabile.
Centinaia di scosse ci sono state nei giorni precedenti e anche poche ore prima di quella fatale.
Ma nessuno se ne è occupato.
Molti studenti e lavoratori che si trovavano nelle zone, spaventati, hanno fatto le valigie prima di quel 6 aprile e si sono salvati.
Perchè, allora, non è intervenuta la Protezione Civile e non si sono attuati i controlli sui fabbricati a rischio?
Quindi, come ha esortato il capo dello Stato Giorgio Napolitano in visita a L'Aquila, c'è da fare "un grande esame di coscienza".
Ci sono state irresponsabilità diffuse che hanno coinvolto tutti i soggetti della costruzione di un edificio (progettisti, imprese, funzionari pubblici) in una zona in cui si doveva costruire con "criteri antisismici".
Ma così non è stato.
Si imparerà l'ennesima lezione che ha portato via tante vite umane innocenti?
Vogliamo tanto sperare di sì...
(Nella foto ANSA una scena della catastrofe)

Etichette: , , , , ,

postato da Miguel Cervantes; alle 12:12 AM, ,




Comincia a soffiare un “vento di centro”

“In questo luogo oggi si respira un’aria diversa. Si respira un’aria di casa…”, così Lorenzo Cesa comincia il suo discorso all’Auditorium della Conciliazione in occasione dell’Assemblea Costituente dell’UDC svoltasi il 3 e il 4 aprile a Roma. Cominciano così ufficialmente i lavori di costruzione del nuovo “Partito della Nazione”, progetto maturato nell’arco di molti mesi e che si concluderà entro la fine dell’anno con il Congresso Nazionale. L’impegno che viene preso è quello di creare “un partito vero, con una democrazia interna, con una leadership e una struttura dirigente individuata ed eletta attraverso un congresso democratico e con una forte autonomia dei suoi organi territoriali”.
Ai lavori dell’assemblea hanno preso parte tutto lo stato maggiore centrista e centinaia di amici e amiche dell’UDC che ne condividono idee e valori. Numerosi si sono succeduti gli interventi degli esponenti del partito, le parole di don Sturzo e di De Gasperi sono state fatte rivivere attraverso la voce di Michele Placido, i cittadini sono stati protagonisti portando una testimonianza della loro esperienza di vita, Magdi Cristiano Allam ci ha ricordato che l’Europa deve essere orgogliosa delle proprie origini cristiane.
Una numerosa delegazione reggina era presente alla costituente, come espressione di quell’impegno e passione politica che contraddistingue gli esponenti locali del partito.
Credo di poter dire che questo nuovo “vento di centro “che comincia a soffiare è proprio ciò di cui ha bisogno il nostro paese. Non più una politica fatta di interessi personali, di falsi annunci, di ronde di partito, di mancanza di rispetto per la vita umana, di falsa democrazia e di no ideologici.
All’avvento dei prossimi appuntamenti elettorali è utile sottolineare l’autonomia e la libertà di proporre ai cittadini le alleanze ritenute più adatte, facendo prevalere i programmi sugli schieramenti perchè non vogliamo apparire come un semplice ago della bilancia della politica
A quanti non si riconoscono nel finto bipartitismo presente nel nostro paese, a tutti i giovani che possono dar vita ad una “nuova generazione di politici cattolici”, diciamo che c’è l’alternativa, c’è un partito dove il dovere, il merito, la qualità, la famiglia, la difesa della vita, la legalità sono valori fondamentali e inalienabili.

Samantha Verduci
Responsabile Udc Montebello Jonico

Etichette:

postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 12:23 PM, ,




Europei di tuffi a Torino: Tania Cagnotto, tre tuffi nell'oro!








Tania Cagnotto la protagonista degli Europei
Conquista l'Oro nel trampolino da 1 metro,
da 3 metri e nel sincro in coppia con Francesca Dallapè.
Mai nessuna donna era riuscita nell'impresa
L'Italia chiude gli Europei di tuffi svolti nella piscina Monumentale di Torino con 7 medaglie:
3 ori, 2 argenti e 2 bronzi, anche questo un record storico.
Oltre ai tre ori della Cagnotto, sono saliti sul podio:
Christopher Sacchin (argento trampolino 1 metro);
Maria Marconi (argento trampolino 1 metro);
Michele Benedetti (bronzo trampolino 3 metri);
Nicola e Tommaso Marconi (bronzo nel sincro trampolino).
(Nelle foto Tania Cagnotto e in coppia con Francesca Dallapè nel sincro,
tratte da www.gazzetta.it)





Etichette: , , , ,

postato da Miguel Cervantes; alle 12:18 PM, ,




Nasce il PDL, il più grande partito italiano

Il suo leader ha poteri da monarca
E' nato dalla fusione di Forza Italia e Alleanza Nazionale il PDL, il partito della libertà.
Il suo primo leader è Silvio Berlusconi, presidente del consiglio dei ministri.
Il più grande partito italiano ha scelto uno statuto che attribuisce al suo leader un enorme potere.
La base conta fino al congresso provinciale, poi dalle regioni in su, le decisioni più importanti vengono fatte dal leader.
Il presidente viene eletto dal Congresso, che però gli dà pieni poteri.
Infatti, è il presidente che propone al congresso i 120 nomi della direzione. Ed è lui che sceglie i candidati al parlamento nazionale ed europeo, ed i candidati governatori, sentito l'ufficio di presidenza.
Il presidente sceglie anche i vertici regionali del partito.
Insomma una struttura a piramide dove il vertice è un monarca assoluto, o quasi.
Per chiamarsi partito della libertà, è davvero un controsenso.
(In alto lo stemma del nuovo partito)

Etichette: , , , ,

postato da Miguel Cervantes; alle 12:58 AM, ,




Con Saviano grande lezione di televisione

Sarà difficile dimenticare le due ore che la serata speciale di "Che tempo che fa" ha dedicato a Roberto Saviano su Rai-tre, ospitandolo in studio per una orazione civica sulla rete connettiva della mafia, sul suo modo di farsi linguaggio in codice, su come viene interpretata e veicolata attraverso la rete dei giornali locali dove i boss vengono identificati con i loro soprannomi di battaglia e un sindacalista ammazzato diventa nei titoli di prima pagina un sindacalista"giustiziato".
Sarà difficile dimenticare la scarna, potente, antiretorica lezione antropologica che Saviano ha fatto sul valore e l'importanza della parola come possibilità di cambiare lo status quo e di vincere l'indifferenza, con emozionante capacità di coinvolgere il pubblico, sia quello presente che quello a casa a giudicare dall'alto numero di contatti ancora più significativo in una prima serata che in genere si ritiene poco adatta a temi impegnativi, scomodi, urticanti.
Lo scrittore, diventato celebre con il best seller "Gomorra", ha ripetuto più volte la sua determinazione nel fare sì che la mafia non venga derubricata come fenomeno sociale, circoscritto a una parte dell'Italia e a un fascio ristretto di popolazione.
E serate come questa, corroborate da una visibilità che il servizio pubblico sa ancora valorizzare quando vuole, servono a far capire che Cosa Nostra non è cosa loro ma è questione che ci riguarda tutti, e che l'impegno per toglierle credibilità, alibi e connivenze passa dalla forza di una comune e vigile consapevolezza.
Doversi misurare con temi di tale spessore ha fatto bene anche a Fabio Fazio, costretto a mettere da parte ogni aspetto lezioso e curiale e a ritrovare una sobrietà di toni in grado da un lato di preparare adeguatamente sotto l'aspetto autorale la serata speciale (ben distribuita nei tempi -interruzioni publicitarie a parte - e arricchita dalla presenza di tre importanti scrittori quali David Grossman, Paul Auster e Suketu Mehta) e capace all'altro di affrontare senza reticenze alcuni nervi scoperti del caso-Saviano: l'accusa di essersi arricchito con le disgrazie di un popolo, di aver fatto della mafia un'ossessione fino a rimanerne vittima, di essersi prestato a diventare un fenomeno mediatico.
Saviano ha risposto ad ogni possibile addebito con la calma dei forti e qualche concetto a suo modo spiazzante ("Si, non c'è niente di male se combattere la mafia diventa un fenomeno mediatico, di moda, ove tutti scopriamo un vantaggio nell'osteggiarla") e non c'era forse modo migliore per ribattere con tanta disarmante efficacia a uno dei più subdoli espedienti che Cosa Nostra adotta per uccidere prima di tutto l'immagine dei suoi nemici, cercando di diffamarli e screditarli.
Serate come uesta riportano la tv ad una centralità atta di sostanza, a quel ruolo formativo che spesso si arriva a disconoscerle perchè se ne ha paura sotto la spinta di tanti esempi pedagogicamente distruttivi che troppe altre volte ci siamo trovati davanti.
Invece, quando ha la fortuna di misurarsi con aspetti fondamentali della vita civica, la televisione ci ricorda che può essere ancora un mezzo insostituibile.

Roberto Levi


(Tratto da "Il Giornale")
(Nella foto lo scrittore Roberto Saviano)


Etichette: , , , , , ,

postato da Miguel Cervantes; alle 1:59 PM, ,