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C'è anche la parrocchia di Montebello nella missione spirituale di Padre Catanoso Santo!!!



Il prete umile, semplice, è Santo! Un Santo di casa nostra. La cerimonia è avvenuta in Piazza San Pietro alla presenza del Papa Benedetto XVI e la data da ricordare è il 23 ottobre 2005. Le campane delle chiese reggine suonano a festa! Padre Catanoso nasce il 14 febbraio 1879 a Chorio di San Lorenzo. Entra giovanissimo in seminario all’età di 10 anni e nel 1902, a soli 23 anni, è ordinato sacerdote. Resta ancora per due anni in seminario come prefetto d’ordine prima di essere chiamato alla guida della parrocchia di Pentedattilo (1904). Qui condivide con i propri parrocchiani la miseria e la disperazione causata dal sottosviluppo che porta molte persone all’emigrazione fuori della regione o all’estero. Il suo amore per le anime lo porta ad essere molto vicino a queste famiglie, condividendo con loro i problemi: è chiamato il parroco “buon pastore”. Lui stesso ama definirsi “l’asinello del Signore”. Per 17 anni presta la sua opera nella piccola comunità di Pentedattilo, che vive nella miseria, nella fame, nell’emarginazione e nella prepotenza. Tutti lo chiamano “Padre”, appellativo che lo accompagnerà per tutta la vita e anche dopo la sua santificazione, perché meglio di ogni altro ha qualificato la sua personalità sacerdotale e pastorale. E’ un prete con un forte impegno antimafia: evita sfregi con il rasoio al volto di giovani donne che si rifiutano di sposare i “potenti” del luogo e anticipa il danaro che poveri cristi devono versare ai delinquenti del paese. Scrive di Lui mons. Sorrentino: “Generoso e comprensivo nel comprendere, compatire e cercare di recuperare i giovani dalla ndrangheta”. Molte volte Padre Catanoso viene schiaffeggiato e disarcionato dal suo asinello per aver difeso i più deboli, per non essersi piegato alle minacce in un paese, quello di Pentedattilo, “di bestemmiatori ostinati, di mafiosi e massoni” (sono sempre parole di Mons. Sorrentino). Don Antonino Denisi racconta che una sera nella casa canonica dove risiedeva Padre Catanoso, gli si presenta un uomo, abituato a farsi rispettare in paese, che gli intima: “Il matrimonio che dovete celebrare domani non s’ha da fare, e se lo farete, non ci sarete più”. Si tratta di un matrimonio “riparatorio”. Per nulla turbato, il Padre risponde: ”Io domani celebrerò quel matrimonio, poi voi farete di me quello che vorrete”. L’uomo ammutolisce e se ne va via. L’indomani il matrimonio viene regolarmente celebrato. La sera l’uomo torna nella casa canonica. Il Padre, sereno, gli dice: “Sono pronto, fa quel che vuoi”. Ma l’altro chiede al Padre di perdonarlo per quel suo gesto. Padre Catanoso allora gli offre dei confetti: “Prendi, questi sono quelli di tuo figlio. Fra pochi mesi mi porterai tu quelli della nascita del nipotino”. Anche Montebello Ionico conosce, anche se per un brevissimo periodo, la grandezza pastorale di Padre Gaetano Catanoso. Un particolare che non viene riportato nelle biografie ufficiali del Santo e nelle pubblicazioni di storici e studiosi. Lo facciamo noi con piacere, riportando la segnalazione che il prof. Luigi Sclapari, storico illustre del nostro comune, ha inviato alla “Gazzetta del Sud”. Il professore ha scoperto, dopo una accurata ricerca nell’archivio parrocchiale di Montebello, che Padre Catanoso ha svolto la funzione di Economo presso la chiesa protopapale della Presentazione di Montebello, dal mese di agosto al mese di novembre del 1913. Un periodo di sede vacante di parroco, compreso tra il decesso di mons. Domenico Pellicanò e la nomina di Don Domenico Sciarrone.”Da tali documenti, sostiene il prof. Sclapari, emerge che il Beato Catanoso, mentre era parroco a Pentadattilo, ha ricoperto anche l’incarico di economo a Montebello, dove celebrò anche nove riti funebri di cui egli stesso ha redatto e sottoscritto gli atti di morte.” Nei registri dell’anagrafe parrocchiale Padre Catanoso si firmava con l’autografo Deut. Pent. Gaetanus Catanoso Aeconomus (Dittereo di Pentedattilo Gaetano Catanoso Economo). Quindi, accertata la presenza e l’opera di Padre Catanoso a Montebello, gli storici e i biografi devono mettersi all'opera per inserire al più presto questi pochi mesi montebellesi “mancanti” nelle biografie del Santo, anche perché testimoniano il sacrificio e l’abnegazione del sacerdote che, partendo da Pentedattilo a piedi, attraverso la mulattiera della fiumara S.Elia, raggiungeva le più impervie zone della nostra parrocchia per non far mancare il suo aiuto e conforto spirituale alle popolazioni del luogo, e la continuità delle funzioni religiose alla nostra comunità, orfana del suo sacerdote. Nel 1921, Padre Catanoso è trasferito nella Parrocchia della Candelora a Reggio Calabria, che guida fino al 1940. Nel 1934 fonda l’Istituto delle Suore del Volto Santo, con l’intento di creare asili e scuole di catechismo nelle borgate e nelle frazioni più disagiate. Muore a Reggio Calabria il 4 aprile 1963, rimpianto da tutta la Calabria per il suo amore verso gli uomini, soprattutto i poveri, ma anche molto fermo e dal carattere deciso. Un sacerdote e un padre che adesso è Santo. Il primo e decisivo passo a sancire questa proclamazione è una guarigione miracolosa, scientificamente non spiegabile: quella di Anna Pangallo, originaria di Roccaforte del Greco, colpita nel gennaio del 2003 da una rara forma di meningite che porta la donna in coma per otto giorni agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria. I medici non lasciano speranze ma la comunità di Roccaforte si mobilita per Anna con numerose veglie di preghiera. L’intero paese chiede l’intercessione del Padre Catanoso per ottenere la grazia. D’improvviso la donna riprende conoscenza tra lo stupore dei medici per l’istantaneità della guarigione…

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postato da Anonimo; alle 11:25 PM,

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