www.montebelloblognwes.com - Tutto quello che accade a Montebello Ionico e ... molto altro ancora.

 



Ormai è secessione

Chiamatela come volete la Secessione: leggera, dolce, palese. Di fatto, l'Italia unita e solidale non esiste più. Tutti sono uniti contro il Sud.
Da Destra a Sinistra, l'Italia padanizzata si gode soddisfatta l'abbraccio gioioso tra l'invalido ma rancoroso Bossi e l'effimero Calderoli.
Preceduta da una rabbiosa campagna di denigrazione costruita ad arte, che ha abilmente amplificato la "Questione rifiuti", e più recentemente il caso Romeo, la "falange nordista" si accinge a scardinare definitivamente l'ultimo ma tenace baluardo della coesione nazionale.
Passa, dunque, al Senato il cosiddetto "federalismo fiscale", vero e proprio "manifesto leghista" con il sostegno di tutte le formazioni politiche, salvo la strumentale eccezione di Casini. E, il Senatur ringrazia: "Senza la Sinistra non si faceva niente, con il federalismo eravamo ancora in Commissione…".
Un Veltroni compiaciuto per aver "represso" l'opposizione interna, apre un confronto con la Lega e "Si mette in sintonia con il Nord dove il tema del federalismo fiscale è fortemente sentito dagli elettori".

PDL, Lega Nord, MPA, con la connivente e sciagurata astensione dell'Italia dei Valori e di un PD sempre più versione Nord, festeggiano insieme il primo traguardo di quel processo di liberazione dall'inservibile ed impresentabile Mezzogiorno.
E Galan, Governatore berlusconiano del Veneto, ringhia velenoso contro il Sud: "Se smettessero di mandare i loro malati in Veneto, non avremmo neanche queste liste d'attesa".
Gli indegni eredi di quei valori liberali e socialisti fraternizzano amorevolmente con gli alfieri di "Forza Etna" e di "Terroni beduini".
Così l'Italia dei Padri fondatori della Costituzione affonda miserevolmente nella palude degli egoismi più beceri.

Poco interessa che del federalismo fiscale leghista non si conoscano i costi – che si prospettano giganteschi – e che non ci siano le coperture e le risorse necessarie. Poco interessa che il moltiplicarsi dei centri di spesa determinerà inevitabilmente un aumento consistente della pressione fiscale locale e generale. Poco interessa che il Mezzogiorno, più arretrato, sarà privato di risorse determinanti per lo sviluppo delle sue infrastrutture e per i suoi servizi essenziali, mentre le decisioni fondamentali saranno prese da ministri quasi tutti del Nord.
Ciò che conta è soddisfare gli strateghi della divisione, della discriminazione e dell'egoismo sociale.
Decine di milioni di cittadini meridionali, oggi, sono abbandonati a se stessi e spinti sempre più – come vorrebbero quelli di lassù – verso la "discarica terzomondista".

Non esiste nessuna forza politica nazionale cui interessi realmente il futuro del Mezzogiorno. Solo inutili, ridicole ed ipocrite dichiarazioni di pochi a fini esclusivamente elettorali.
E mentre gran parte dei politici meridionali, cinici dilapidatori delle risorse gestite e veri traditori delle nostre comunità, sono travolti da scandali ed inchieste giudiziarie, il Meridione perde drammaticamente peso e dignità politica.

Il Sud, dunque, giunto a questo punto, deve prendere atto che il Patto tra gli italiani volge al termine, e che per fronteggiare un tale coacervo di poteri ostili è necessario difendersi da soli.
Bisognerà presto ritornare ad essere una comunità unita e, attraverso l'azione di un grande movimento politico meridionale, costituito da gente onesta e preparata, entrare nelle istituzioni nazionali ed europee, e battersi per gli interessi esclusivi delle nostre popolazioni.
Ora non è più il momento della riflessione e delle chiacchiere. È tempo d'agire.
Bisognerà riprenderci la gestione dei nostri destini, creando una nuova classe dirigente in grado di tutelarci e di progettare concretamente il nostro futuro.
È tempo che gli imprenditori meridionali scendano in campo e sostengano fattivamente chi difende i loro interessi e la loro dignità.

Noi de l'Altro Sud abbiamo iniziato da tempo questa battaglia, raccogliendo un consenso insperato, che dimostra la vitalità e la voglia di riscatto della nostra gente.
Dateci sempre più forza e, tutti insieme, con determinazione e lealtà, restituiremo al Sud il prestigio della sua nobile storia.

Antonio Gentile
Presidente nazionale del'Altro Sud-UDS

Etichette: , ,

postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 11:29 AM,

2 Comments:

At 2:37 AM, Anonymous Anonimo said...

Approvo.
Però bisogna anche dire che negli ultimi 60 anni con tutti i soldi che sono arrivati al Sud non è cambiato nulla. Sono entrati nelle tasche dei mafiosi (Camorra, Mafia, Sacra Corona unita e N'dragheta) e la gente non ha visto nulla. Tanti soldi e poco è stato fatto e dopo 60 anni ci sono gli stessi problemi. ...purtroppo.

Centro-Nord.

 
At 6:55 PM, Anonymous Anonimo said...

L'amico "Centro Nord" ha ragione.
Preferisco che i soldi che prudiciamo li usiamo per le nostre strade, le scuole e per le infrastrutture in generale... piuttosto che darli ai politici mafiosi del Sud. Almeno noi li usiamo per il bene comune mentre al Sud vengono intascati dai Mafiosi. Basta vedere le strade, le scuole, etc. etc.

Questa non vuole essere un'offesa ma deve far riflettere perchè è troppo comodo fare le vittime dopo decenni di soldi (numeri a sei cifre in euro) quando la situazione non migliora ma peggiora. Distinti Saluti.

 

Posta un commento

<< Home