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L’addio all’avvocato Domenico Sclapari

E’ mancato improvvisamente qualche mese fa l’avvocato Domenico Sclapari. Risiedeva ormai da anni a Cesano Maderno (MI), ma era nato a Montebello Jonico nel 1946. Una grande perdita per i cittadini montebellesi. Ci lascia un personaggio illustre del nostro comune, improvvisamente, tra l’incredulità generale. Uomo di cultura (due lauree conseguite in Giurisprudenza e in Scienze Politiche all’Università degli studi di Milano), studioso, ma nello stesso tempo umile e disponibile con tutti. Nominato Cavaliere al Merito della Repubblica dall’allora Presidente Sandro Pertini. Autore di libri, tra i quali ricordiamo un saggio sui rapporti tra l’illustre scrittore di Palmi Leonida Repaci, fondatore del premio Viareggio, con il grande latinista-umanista Concetto Marchesi, autore insuperato di una “Storia della Letteratura Latina” e la pubblicazione del 1984 “Per una storia di Montebello Jonico”, che tratta le modalità del prelievo fiscale nel Regno di Napoli e, quindi anche in Montebello. In questo libro che ha avuto molto successo, vengono descritte tutte le famiglie montebellesi del secolo XVIII, sulla base del Catasto Onciario del 1744 voluto dal Re Carlo III di Borbone. Era anche direttore del periodico “Modo…Etiam”, rivista della Camera Penale degli Avvocati di Monza. Ogni estate ritornava al comune natìo e molti paesani lo attendevano per intavolare discussioni di cultura e progetti di sviluppo del nostro territorio, al quale era sempre rimasto legato. Gli vogliamo rendere omaggio ricordandolo con una sua poesia, scritta in una giornata dei primi di settembre del 2002, mentre si godeva gli ultimi giorni di ferie a Montebello, prima del rientro al nord.

PIPI E PIPARI

Vogghiu ‘na stampa i pipi i ‘rasta
tantu non mi mi dannu
tantu non mi mi guasta
tantu non mi m’ansonnu.

Si diceva anni arretu:
esti com’u surfuru ‘nto cori
chi caccia morbi e fetu
…e…puru ‘u raffreddori.

Esti bonu puru pi’ duluri;
veru è chi ‘bbruscia a lingua,
ma caccia tutti i marsapuri
di lu cori e…da milinga.

Si stari bonu vui vuliti:
MANGIATI PIPI!!
Vogghiu diri: pipi ‘bbruscenti!
Cussì vi riduciti a picca…a nenti!

Sta facenda l’haia cunchiudiri
dicendo chidu c’haiu ‘nto me cori:
cu’ pipi e cu’ pipari è megghiu
non aviri nenti a chi fari!

E vi dicu puru lu pirchì:
‘u pipi ‘bbruscia a lingua,
e…i pipari…
su ‘bboni sulu pi jittari.

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postato da Anonimo; alle 4:35 PM,

1 Comments:

At 10:13 PM, Anonymous Anonimo said...

Una gravica molto bella.

 

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