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O la Cosca o la Comunità Cristiana


Parla monsignor Giancarlo Bregantini, Vescovo della Diocesi Locri-Gerace: “Se una persona appartiene ad una cosca mafiosa non può appartenere alla comunità cristiana”.

La mafia è una struttura di peccato e il mafioso che non si converte e rifiuta il messaggio del Vangelo, come potrà fare da padrino o che senso ha che si sposi in Chiesa?
Punti fermi, quelli del Vescovo della diocesi di Locri-Gerace a proposito della incompatibilità assoluta tra associazione mafiosa e chiesa di Dio. Il vescovo, insieme al Sir (servizio informazione religiosa) denuncia inoltre un patto tra ‘ndrangheta e massoneria deviata. Cioè in Calabria, tronconi deviati della massoneria e della ‘ndrangheta si sono affratellate per dominare il territorio, per bloccare lo sviluppo economico e la crescita civile e democratica. Questo patto è la causa del tunnel in cui versa la società calabrese. L’analisi della chiesa locrese è allo stesso tempo tagliente e coraggiosa. Secondo questa analisi, la Calabria è dominata dalla logica dell’appartenenza, costruita da due sistemi di potere: la ‘ndrangheta e la massoneria deviata. La chiesa parla, fa in modo che l’opinione pubblica sappia e che l’attenzione sui fatti di Calabria non si spenga per sempre. Secondo il Vescovo, bisogna dare voce e speranza ai giovani di Locri che hanno detto NO allo strapotere mafioso e con coraggio hanno manifestato in strada. Ma soprattutto bisogna dare fatti concreti. La chiesa denuncia che il sistema ‘ndrangheta si è consolidato negli anni, figli di boss sono professionisti in carriera e i beni costruiti illecitamente, sono reinvestiti nell’economia legale. Oltre a questo potere vi è un altro: quello delle massonerie deviate. Queste due organizzazioni controllano gli strumenti della politica e dell’economia. “Abbiamo avuto 23 omicidi in un anno, tutti senza colpevoli e a volte ignorati persino dalla stampa nazionale”, afferma una ragazza scesa in piazza con i giovani di Locri. E noi diciamo: ma non si trovano i colpevoli e non si possono trovare? Il problema esiste e può nascondere situazioni inquietanti. Per il Sir bisogna continuare a parlare per mettere in evidenza le cose che non vanno in questa nostra terra, che oggi sopravvivono grazie ad un muro d’omertà. Il vescovo Bregantini è esplicito: mafia, massoneria, spesso colluse, sono strumento di peccato perché favoriscono non il bene comune, ma sempre e in modo prevalente il bene privatistico. Questo è il vero peccato della Massoneria, oggi, in terra di Calabria. Dice ancora il vescovo di Locri: “La vera Calabria è vittima e non protagonista della criminalità organizzata, è quella che si sente mortificata e umiliata e non esaltata, è quella discriminata e non accettata, è quella talvolta abbandonata e non sostenuta ed aiutata. L’omertà non è una scelta ma frutto di paura degli indifesi di fronte alle vendette dei mafiosi che appaiono padroni del territorio e più forti dello Stato. Ed allora va garantita la certezza della giustizia, vanno scoperti e condannati i responsabili di tanti omicidi impuniti, va riaffermato il ruolo primario dello Stato che deve offrire servizi e lavoro ad un territorio lasciato fino ad oggi al proprio destino”.

postato da Anonimo; alle 10:53 AM,

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