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Amedeo Nazzari & Montebello


Si svolgerà il 5 gennaio, al teatro Rendano di Cosenza la prima edizione del Premio cinematografico Amedeo Nazzari.
L’iniziativa è promossa dalla Provincia di Cosenza con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Cinecittà, la On the road produzioni, la Regione Calabria. L’idea è curata dal regista Massimo Scaglione.
Ma cosa significa in concreto questo premio? Come ci spiega una nota della Provincia di Cosenza, l’evento è finalizzato a recuperare il legame tra i film dell’attore italiano e il Mezzogiorno, all’indomani di un dopoguerra desolato e disorientato, oltre al tentativo di riportare alla memoria cinematografica quel cinema fatto dai grandi attori del neorealismo, dove il nome di Amedeo Nazzari spicca su tutti.
A ritirare il premio di questa prima edizione, dalle mani del Presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio, saranno l’attrice Evelina Nazzari, figlia di Amedeo, e la scrittrice e giornalista Patrizia Carrano che scrisse, molti anni fa, un libro dal titolo “Divi” per l’editore Laterza.
Il premio Amedeo Nazzari sarà assegnato da una giuria ad attori e attrici emergenti del cinema italiano. Farà da cornice a questo primo appuntamento del Premio una rassegna di 16 film del grande attore, proiettati in questi giorni a San Giovanni in Fiore e ad Acri. Nella serata della premiazione sarà anche presentato il documentario “Amedeo Nazzari tra cinema e passione” curato da Massimo Scaglione, con un profilo tracciato dal critico Gianluigi Rondi.
La Provincia di Cosenza, ogni anno, si è impegnata a restituire al pubblico, in occasione del premio, una pellicola restaurata della vasta cinematografia italiana.
E adesso vediamo cosa c’entra Amedeo Nazzari con il nostro comune. C’entra, eccome!
Nel lontano 1952, nelle zone di Prastarà, quindi all’interno del territorio di Montebello Jonico, vengono girate molte scene, compresa l’ultima, del film “Il Bigante di Tacca del Lupo”, per la Regia di Pietro Germi.
Tratto dal romanzo di Riccardo Bacchelli il film è ridotto per lo schermo da Federico Fellini. Tra gli interpreti Amedeo Nazzari che veste i panni di un capitano dei Bersaglieri (così come si vede nella foto), Cosetta Greco, Saro Urzì, Fausto Tozzi. Molte sono le comparse del luogo, naturalmente.
Il film è storico, ambientato nel 1863, all’epoca del brigantaggio quando i Bersaglieri, comandati dal capitano Giordani (Amedeo Nazzari) devono liberare una zona della Calabria da un pericoloso bandito. Germi, come aveva già fatto in “In nome della legge” (1949) gira in pratica un western alla John Ford e racconta tutto questo usando lo stile del cinema d'azione classico, basato essenzialmente sul montaggio accurato e incalzante, e marce nelle terre di nessuno. I primi piani laterali dei trombettieri che suonano la carica, gli interventi sbrigativi e senza anestesia dei medici militari, la missione dell'esercito nei luoghi dove si annidano i nemici, le imboscate, gli attacchi con l'arrivano i nostri finale. Il capitano Giordani (Amedeo Nazzari) invece è un militare alla John Wayne, che deve risolvere con le fucilate ciò che i politici non sanno risolvere con le parole: integerrimo, testardo, instancabile, inflessibile.
Questo è uno dei casi del c.d. “Turismo cinematografico” che da molte parti porta visitatori, soldi, pubblicità e lavoro. Ma naturalmente, i nostri amministratori non ne masticano di queste cose, non ne hanno mai masticato. Cosa possiamo farci, se abbiamo avuto e continuiamo ad avere le persone sbagliate al posto sbagliato! La nostra speranza è che su iniziativa almeno di “altri”, il film possa essere restaurato (se già non è stato fatto) e restituito al nostro pubblico per la sua pubblicità e visione, insieme ai nostri splendidi panorami degli anni ’50.

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postato da Anonimo; alle 3:35 PM,

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