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Oggi si celebra la Giornata della memoria


Giornata per non dimenticare
Oggi, 27 gennaio, è la Giornata della memoria, che ricorda la liberazione del Lager di Auschwitz, avvenuta appunto il 27 gennaio del 1945, alle ore 11.59, per mezzo delle truppe russe.
Quando si aprirono i canceli del campo, tutto il mondo seppe dell'Olocausto.
Nelle scuole si leggerà la poesia di Primo Levi:
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per un pezzo di pane
che muore per un sì o per un no
Considerate se questa è una donna
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno
Meditate che questo è stato:
scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfascia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
La necessità di ricordare è un diritto della nostra generazione, ma è un dovere delle istituzioni farlo. Ricordare è un diritto, in quanto ci riconosciamo nei valori di libertà e di democrazia della nostra Costituzione, i soli sui quali è possibile costruire una coscienza autenticamente civile. E' anche un dovere, perchè la memoria della tragica esperienza del totalitarismo nazista e della successiva Dichiarazione universale dei diritti dell'Uomo sono il più importante patrimonio di esperienza che abbiamo contro il rischio di viverla di nuovo.
Ogni territorio deve avere la sua memoria. Molti cittadini del nostro comune di Montebello sono stati deportati in Germania. Ricordiamo tre, ancora viventi, in rappresentanza della frazioni comunali:
Crea Francesco, nato a Fossato Jonico il 15 ottobre 1923;
Cammara Natale, nato a Montebello il 21 novembre 1921;
Zampaglione Carmelo, nato a Saline il 21 gennaio 1921.
Essi (come tanti altri) sono ancora una nostra memoria storica per ricordare e per non dimenticare. Mi chiedo: le nostre istituzioni locali (Comune e Istituti scolastici) hanno mai pensato di raccogliere, davanti agli alunni e non solo, le loro vicende di prigionieri? Hanno mai pensato di svolgere una manifestazione come si deve, magari pubblicando le loro memorie? Hanno, cioè cercato di dare un senso reale e non soltanto nell'immaginario, a questa giornata particolare?
Un appello che è circolato nelle scuole d'Italia recita: "Se non noi, chi altri deve farlo? E se non ora, quando?"

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postato da Anonimo; alle 10:43 AM,

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