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Il Resistente

Pubblichiamo qui di seguito un bellissimo racconto inviatoci dal nostro lettore e caro amico Domenico Principato.

Più che un racconto una vera a propria ode alla Resistenza verso quel tempo, che pur autodefinendosi era della scienza, sempre più si rivela essere il sicario della cultura.

Camminava tra la folla, immenso imperturbabile fiume, storie e vissuti nell'oblio. Dove siete Eros e Venere? Normale, simile solitudine, in tal frangente? Oh, fortuna che accogli con aperte braccia, noi, disastrate membra putrescibili: sorreggimi! Sciolgo i miei pensieri, nobili trecce d'amata vergine. Cristo, pàlpito pensoso degli afflitti, è sceso dalla croce e mai più risalirà. Cristo siamo noi, stimmate le nostre piaghe silenti. Ancora resisto, partigiano in guerra contro un nemico camaleontico. Un nemico che se avversario esso fosse, io, morituro speranzoso di pietà, sarei meno turbato, più felice della sua lealtà e addolcirei la dolorosa, infame lotta. I denti, tagliola possente, digrigno. Mastico la caina rabbia! Il mondo, sanguinosa arena, è il mio ring. La polvere, farina di cui mi nutro. Giù sta Cesare! Aspetta da sei ore, sotto la pioggia amica, l'amore sfuggente. Anche lui, guerriero a suo modo, non mi aiuterà. Egli è uomo nobile, codardo in ritirata per scelta dignitosa, una scelta da soldato! Il dolce riposo del combattente è assai peggio della battaglia istessa. Penso alle mie donne, passate e presenti... non ricordo più. Ombre tentatrici, compagni ectoplasmi, amici perduti, seducenti madonne del Munch. Rivoluzioni, intellettualità, dittatura del significato, tentazioni di Sant'Antonio ed ancora speranze, utopie. Resterò a galla? Non aver paura Fantasia! Apparizioni notturne, volti, mi passano innanzi. Illusioni e fate… Paese mio, calvario e lieta favola, bolgia infernale, saggio pozzo antico, demente e cervelloso formicaio odierno, non indosso calzari danteschi con cui poterti attraversare, preclusa mi è la via della Burella onde poter fuggire. Virgilio, uomo di onestà, è sparito; inghiottito dalla corruzione delle tue vie; ora, non da cilicio è cinto, ma da spire ardenti e da scintille. Ipocrisia, dal santo volto, guarda le mie mani incallite, travagliate! Dovevo prestare ascolto, al vecchio! Quel giorno il Tiresia dei miei anni per i gomiti mi scosse con le ultime forze. trasalito, poco badai al monito profetico e all'occhio ceruleo che vedeva molto più in là di dove poteva scorgere la mia ingenuità. Stupido! Non dormire! Ridestati! Guarda oltre lo schermo buio delle realtà! Sii meno rigido con te stesso e vedrai cose che non sono mai state scritte! Non farti barare da Donna Filosofia, meretrice di folli e razionali intelletti, essa scopre le lussuriose mammelle agli stupidi, gente che tutto farfuglia e nulla coglie. Ascolta: la terra che sorregge benevola è anch'essa un inganno sporco, è la Roma dei Cesari e dell'anarchia militare, ottimo campo per le orde barbariche avide di sangue! Le sacre oche di Giove son morte tutte di vecchiaia, malattia atroce e stupida di suo! Nessuno ti avviserà! Nessuno. E allora non sarà più Roma, ma Gerusalemme senza pietra su pietra! Quando Attila, truce vendicatore, sarà passato su di me, natural fine precorrendo, tu che farai? Tempi bui sono i nostri! L'età dell'oro, tramutata in letamosa melma putrescente! Che farai? Profugo prenderai la valigia, compagna eterna dei viaggiatori. Quanti sogni e storie come l'oro tra la carta riporrai? Ti salveranno i libri e lo scibile dallo sfacelo dei giorni? Già per noi è salvezza non esser completamente fatti da razionalità! Nel giusto, il sentimento, cancro dell' essere, si insinua morboso ed invade l'anima con insane, poetiche metastasi, rendendo piacevole la vita, facendo di quel marchingegno di cellule mortali un amplificatore di piacere. Placebo infame di durata infima, fuoco fatuo, che dura quanto dura una stella che cade. Istinto di sopravvivenza non il fradicio manico dell'arrangio dell'epoca vostra: quello mi salverà! Non le pasoliniane e gramsciane ceneri? Non Socrate? "Ho sceso dandoti il braccio almeno un milione di scale" Niente sarà utile, tutto necessario! Ed anche la nostra conversazione evocava Montale stesso. Non chiedo e non chiederò la parola, oracolo, che sveli per me i misteri del mondo: so solo che capisco ciò che non voglio, ciò che non sono. Eccola dunque la salvezza dallo sfacelo dei giorni! Non morire arte, agonizzante fanciulla tra gli aridi deserti di società, che impropriamente "civili" definiamo. Con corpo avvizzito, mummificato, inumata salma secolare, sindone dei poeti, risorgi possente! Chi sulla tirannide se non tu? Con chi insonni si sognerà se non con te? E tu stessa come noi carne da macello in rivolta, prostituta del libero mercato, elitaria musa per gli scrittori di buona nomea, agnello che bela sotto un freddo fendente metallico, compagna di scrivane e solitarie notti. Ora, il focolare, altare possente delle nostre umiltà s'è spento agonizzante! Salvaci dal tempestoso mare della vita e dalla deriva dei tempi. Solo tu Aspasia dell'errabondo, amante del sognatore, amica del pazzo! Ginestra Leopardiana sulle sponde torrenziali della vita in piena.

Nell'immagine la statua di Calliope, Musa della poesia

Il racconto: "Il Resistente" è disponibile per il download (in formato PDF) nell'area download libri e racconti.

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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 12:21 PM,

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