Trovata una nave inabissata a Cetraro. Potrebbe essere carica di rifiuti tossici
domenica 13 settembre 2009
NAVE NON IDENTIFICATA - La nave, di cui si ignora al momento la denominazione, è quasi completamente ricoperta di vecchie reti, evidentemente appartenenti a pescherecci che negli anni hanno incrociato nella zona e che le hanno perse, perchè si sono impigliate sul grosso ostacolo. L'epoca della costruzione della nave affondata, secondo quanto emerso dai primi rilievi, risalirebbe agli anni '60-'70. Il luogo del ritrovamento è a circa 20 miglia nautiche dalla costa, ad una profondità di circa 480 metri. Solo dopo diversi giorni di tentativi, la nave di ricerca ha potuto raggiungere il luogo esatto, a causa del mare mosso. Le ricerche sono state effettuate dalla motonave «Coopernaut Franca», chiamata dalla Regione Calabria su disposizione del procuratore di Paola, Bruno Giordano, nell'ambito di un'inchiesta sull'illecito smaltimento di rifiuti tossici.
LE RIVELAZIONI DEL PENTITO - Le foto scattate sono adesso al vaglio dei tecnici, che cercheranno di individuare di quale nave si tratti. Il sospetto è che sia la Cursky, segnalata da un pentito, Francesco Fonti, in una dichiarazione spontanea, e descritta come una nave che trasportava 120 fusti di materiale tossico. Secondo Fonti, la nave farebbe parte di un gruppo di tre imbarcazioni, fatte sparire grazie all'aiuto della cosca Muto di Cetraro.
«ALLARGARE LE INDAGINI» - «Il ritrovamento della nave al largo di Cetraro conferma quanto Legambiente ha denunciato sin dal 1994, quando presentammo l'esposto che dette il via alle indagini sui relitti sospetti - dice Nuccio Barillá di Legambiente Calabria -. Il Comitato per la veritá sulle navi dei veleni non ha mai smesso di cercare di fare chiarezza sulle responsabilitá dei trafficanti e sulle eventuali conseguenze sanitarie degli affondamenti. Speriamo che ora la veritá venga finalmente a galla». «Da diverse indagini sui traffici illeciti dei rifiuti, a partire da quelle condotte dal Capitano di Corvetta Natale De Grazia, morto misteriosamente proprio nel corso di una indagine sulle cosiddette navi a perdere - fa poi notare il vicepresidente di Legambiente Sebastiano Venneri - emergono numerosi elementi a testimonianza che gli affondamenti di vecchie navi colme di rifiuti tossici siano stati frequenti e diffusi in varie aree. Speriamo che le indagini si allarghino anche a tutte le vecchie inchieste irrisolte a La Spezia come in Calabria o in Sicilia o in Alto Adriatico».
tratto da corriere.it del 12/09
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postato da Anonimo; alle 10:12 AM,