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Elezioni senza preferenze: sono legittime?


Rubrica Dalla parte del consumatore, tratto dal Quotidiano della Calabria
Non vogliamo in questa breve dissertazione esprimere un giudizio complessivo sulla nuova legge elettorale, che si tradurrebbe, inevitabilmente, in un giudizio politico essendo detta legge stata promulgata su iniziativa e voto di una sola parte politica.
Vogliamo, per quel che ci compete, porre la nostra attenzione solo su una delle riforme intervenute a seguito dell’entrata in vigore della nuova normativa, vale a dire l’eliminazione delle cosiddette preferenze improprie, ossia la possibilità, nel segnare il simbolo del partito, di indicare anche il nome del candidato prescelto.
Con la nuova legge, infatti, sia al senato che al parlamento, non è più possibile indicare il proprio candidato e ci si dovrà limitare all’indicazione del partito prescelto.
Così i parlamentari verranno scelti non dal popolo ma in base all’ordine di collocazione dei candidati all’interno delle liste presentate dalle singole forze politiche.
Da più parti questa modifica ha suscitato perplessità e contestazioni, indicendo alcuni a considerarla contraria al dettato costituzionale, vediamo il perché.
L’art. 58 della Costituzione statuisce che i senatori sono eletti a suffragio universale e diretto dagli elettori.
Orbene, è evidente che, nel momento in cui viene sottratto agli elettori il potere di individuare i propri candidati, viene meno quel suffragio diretto di cui parla la Costituzione.
Ed ancora, l’art. 67 sempre della nostra Carta Costituzionale, prevede che: ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita la sua funzione senza vincolo di mandato.
Appare al contrario presumibile che, con il nuovo sistema elettivo, i candidati più che rappresentare la Nazione rappresentano coloro che li hanno messi in quel posto, cioè i partiti politici.
A ben vedere, inoltre, è fortemente scemato anche l’ulteriore previsione della Costituzione, e cioè il fatto che il parlamentare eserciti la sua funzione senza vincoli di mandato.
Ed infatti, essendo il parlamentare eletto per la volontà del partito, la sua indipendenza è fortemente scemata, egli, cioè, non deve la sua elezione ai suoi elettori, ma alla segreteria del partito cui deve fedeltà ed obbedienza non solo per riconoscenza ma anche per garantirsi una futura rielezione.
Per quanto detto, ne concludiamo che forti sono i dubbi di legittimità costituzionale di questa parte della legge o, comunque, di fedeltà ai principi della Costituzione.
Certo è che, al di là di una valutazione tecnica, sulla legittimità o meno di detto passaggio normativo, resta la perplessità sul valore democratico di una simile regola che sottrae in modo quasi scandaloso il potere ai cittadini per assegnarlo alle segreterie dei partiti, quasi uno scippo di questi al danno di quelli.
In questa ottica abbiamo ritenuto di dover parlarne in una rubrica dedicata ai diritti del consumatore, come sottrazione del potere ai cittadini, come passo indietro nella democrazia reale.
Si va alle elezioni con la desolante consapevolezza che i giochi, almeno in riferimento ai candidati, siano già fatti.
L’ordine nelle liste ci dice già chi potrà e chi non potrà essere eletto. Solidarizziamo con l’ultimo nella lista dell’ultimo partito che sta là, direbbero i Napoletani, per fare allegria.
La sensazione è che allo scopo di rendere la legge elettorale il più possibile utile ai propri calcoli, i partiti politici, abbiano affinato furbizia e partorito imbecillità.
Così ecco la legge in cui, come nelle liste degli asili di una volta, si bandisce l’ordine alfabetico e si parte dai più buoni per arrivare ai cattivi. Tutto è già scritto già prima di iniziare: pensate ad un concorso in cui la graduatoria sia stilata già prima che questo venga effettuato, pensate al senso di smarrimento di quei poveri concorrenti.
Un insigne giurista in proposito ha detto: con una sorta di perversione giuridica si è discusso solo se la nuova legge elettorale era incostituzionale o no. Ma, ammettendo che sia costituzionale, basta questo a un Parlamento per far approvare una simile fesseria?
Avvocato Ciro P. Lenti

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postato da Anonimo; alle 6:39 PM,

1 Comments:

At 1:10 PM, Anonymous Anonimo said...

Abolire l'Ici? Una proposta vergognosa che condanna a morte i comuni d'Italia. Se prima la CDL si scandalizzava per l'abbassamento del cuneo fiscale di 5 punti ovvero trovare 10 miliardi di Euro per abbassare il costo del lavoro, adesso è legittimo che l'Unione chieda dove troverà Berlusconi 10 miliardi di euro all'anno (abolizione dell'ICI) più gli altri 35 miliardi che Berlusconi ha promesso nelle precedenti proposte. Stiamo parlando di 45 miliardi di Euro, mi consenta, non sono bruscolini. Prodi ha risposto dove troverà i 10 miliardi, non tasserà ma farà una lotta accanita contro l'evasione fiscale, perchè uno stato non si fonda sul principio della trasgressione delle leggi. Come cittadino spero che Berlusconi mi dica dove troverà i 45 miliardi di euro, oppure alzerà le tasse. Perchè di soldi non ne vedo. Per quanto eravamo in crisi Tremonti voleva vendere il Colosee, ma cribbio!
SIDOLI.ORG

 

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