50esimo Anniversario della tragedia di Marcinelle 1956
venerdì 18 agosto 2006
Anzitutto, in pochi cenni, le magre novità della giornata. Nessun altro dei minatori sepolti nelle viscere del Casier è stato recuperato, nè vivo nè morto. L'incendio, a giudicare dal pochissimo fumo che esce da quella che si può chiamare davvero la miniera della morte e dalle notizie dei tecnici, si va estinguendo grazie all'opera dei pompieri, alla chiusura delle gallerie invase dalle fiamme mediante opere in muratura e sacchi di sabbia. Ma all'ultimo piano della miniera, a 1035 metri di profondità, dove certo si trovavano 130 minatori, quasi metà degli scomparsi, non c'è arrivato nessuno e neppure si è arrivati alle gallerie superiori, in cui erano dispersi i rimanenti. Corriere della Sera, 9 agosto 1956
[...] la solidarietà fu vasta, la richiesta di accertare le responsabilità civili e penali della catastrofe di Marcinelle fu unanime, generale il cordoglio. Le Peuple, organo del partito socialista belga, uscì listato a nero fin dai primi giorni del tragico evento. Ma nessuna delle cause vere, che determinarono l'inferno nero di Marcinelle, fu eliminata.
La causa del prodursi dell'immensa bara di 255 minatori stava nelle ragioni che spingevano ad emigrare. Ma non si cambiava linea. L'emigrazione era una componente strutturale dell'economia italiana e in quanto tale doveva continuare ed essere incoraggiata. Il che non significava, pur dopo la catastrofe di Marcinelle, che fu meglio assistita, che i contratti bilaterali furono effettivamente rispettati, che i sindacati dei paesi d'immigrazione seppero elevarsi al di sopra della difesa degli interessi ristretti della classe operaia dei paesi indigeni.
Fonte http://www.emigrati.it/
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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 2:06 PM,