ECCO A VOI IL PASSO, E LA TRADUZIONE DELLA SECONDA PROVA SCRITTA DEGLI ESAMI DI STATO
attenzione, è ripetuta, perchè in 2 diverse forme...
fate attenzione!!!!
6,3] III. Egregie mihi uidetur M- Antonius apud Rabirium poetam, quum fortunam suam transeuntem alio uideat, et sibi nihil relictum, praeter ius mortis, id quoque si cito occupauerit, exclamare : "Hoc habeo, quodcumque dedi"! 0 quantum habere potuit, si uoluisset ! Hae sunt diuitiae certae, in quacumque sortis humanae leuitate uno loco permansurae : quae quo maiores fuerint, hoc minorem habebunt inuidiam. Quid tanquam tuo parcis? Procurator es. Omnia ista quae uos tumidos, et supra humana elatos obliuisci cogunt uestrae fragilitatis, quae ferreis claustris custoditis armati, quae ex alieno sanguine rapta uestro defenditis ; propter quae classes cruentaturas maria deducitis, propter quae quassatis urbes, ignari quantum telorum in aduersos fortuna comparet; propter quae, ruptis toties affinitatis, amicitiae, collegii foederibus, inter contendentes duos terrarum orbis elisus est ; non sunt uestra : in depositi causa sunt, iam iamque ad alium dominum spectantia ; aut hostis ista, aut hostilis animi successor inuadet. Quaeris quomodo illa tua facias ? dono dando. Consule ergo rebus tuis, et certam tibi earum atque inexpugnabilem possessionem para, honestiores illas non solum, sed tutiores facturus; illud quod suspicis, quo te diuitem ac potentem putas, quamdiu possides, sub nomine sordido iacet ; domus est, seruus est, nummi sunt : quum donasti, beneficium est.
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[1] Mi sembra che siano parole bellissime quelle pronunciate da M. Antonio in un verso del poeta Rabirio, quando si rende conto che la fortuna che lo aveva assistito ora passa ad altri e che a lui non rimane nient' altro che la facoltà di morire, e anche questa a patto che egli la sfrutti immediatamente: Ho quello che ho donato136 Quante cose avrebbe potuto avere, se avesse voluto! Queste sono le ricchez- ze sicure, destinate a rimanere in tutte le vicissitudini della condizione umana; e quanto maggiori diventeranno, tanta minore invidia susciteranno. Perché rispar- mi come se queste cose fossero tue? Tu non ne sei che l'amministratore. [2] Tutte queste cose che vi gonfiano d'orgoglio e vi innalzano al di sopra dell'umanità, vi fanno dimenticare la vostra fragilità, queste cose che custodite armati dietro sbarre di ferro, queste cose che avete rubato spargendo sangue altrui e che difendete versando il vostro, queste cose a causa delle quali mettete in acqua delle flotte che insanguineranno i mari, queste cose per le quali devasta- te le città, senza sapere con quanti colpi la fortuna vi assalirà alle spalle, queste cose per le quali, spezzati tante volte i legami di parentda, di amicizia, di società, tutto il globo fu diviso fra due contendenti, non sono vostre. Le avete in deposi- to e aspettano da un momento all'altro un nuovo padrone: o un nemico o un erede con un animo da nemico se ne impossesserà. {J] Chiedi come rendere tue queste cose? Donandole. Provvedi perciò alle tue cose e garantisciti un possesso sicuro e inalienabile, e non solo le metterai più al sicuro, ma te ne deriverà anche maggior onore. [4] Queste cose che ammiri, grazie alle quali pensi di essere ricco e potente, finché le possiedi hanno nomi volgari: casa, schiavo, soldi; quando le hai donate sono un beneficio. ~- -- Quante cose avrebbe potuto avere, se avesse voluto! Queste sono le ricchez- ze sicure, destinate a rimanere in tutte le vicissitudini della condizione wnansj e quanto maggiori diventeranno, tanta minore invidia susciteranno. Perché rispar- mi come se queste cose fossero tue? Tu non ne sei che l'amministratore. [2] Tutte queste cose che vi gonfiano d'orgoglio e vi innalzano al di sopra dell'umanità, vi fanno dimenticare la vostra fragilità, queste cose che custodite armati dietro sbarre di ferro, queste cose che avete rubato spargendo sangue altrui e che difendete versando il vostro, queste cose a causa delle quali mettete in acqua delle flotte che insanguineranno i mari, queste cose per le quali devasta- te le città, senza sapere con quanti colpi la fortuna vi assalirà alle spalle, queste cose per le quali, spezzati tante volte i legami di parentda, di amicizia, di società, tutto il globo fu diviso fra due contendenti, non sono vostre. Le avete in deposi- to e aspettano da un momento all'altro un nuovo padrone: o un nemico o un erede con un animo da nemico se ne impossesserà. [3] Chiedi come rendere tue queste cose? Donandole. Provvedi perciò alle tue cose e garantisciti un possesso sicuro e inalienabile, e non solo le metterai più al sicuro, ma te ne deriverà anche maggior onore. [4] Queste cose che ammiri, grazie alle quali pensi di essere ricco e potente, finché le possiedi hanno nomi volgari: casa, schiavo, soldij quando le hai donate sono un beneficio.
Trad. Marastoni, Bompiani
p.s.:secondo indiscrezioni tratte da repubblica.it
Etichette: i benefici, latino, liceo classico, maturità 2007, seconda prova scritta, Seneca, versione latino tradotta
postato da Anonimo; alle 9:16 AM,
3 Comments:
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At 9:23 AM,
Ranzige Bunzing said...
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ciao bella, grazie
ranzigebunzing.blogspot.com
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At 9:50 AM,
said...
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complimenti!!!!!!
siente mitici....
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At 9:51 AM,
said...
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grazie mille
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