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Perquisizioni in Giunta ed al Consiglio regionale

Da stamani all'alba i Carabinieri stanno eseguendo una serie di perquisizioni all'interno degli uffici del Consiglio regionale a Reggio e della Giunta a Catanzaro. Le perquisizioni sono state messe in atto in esecuzione di un decreto emesso dal sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, De Magistris relativamente all'indagine Poseidon. (Fonte Strill.it)

Gli indagati dell'inchiesta sarebbero Franco Bonferroni, Pietro Macri', Luigi Filippo Mamone, Francesco De Grano, Maria Angela De Grano, Paolo Poletti, Valerio Carducci, Gianfranzo Luzzo (ex assessore regionale alla Sanità), Mario Pirillo, attuale assessore all'Agricoltura del Partito Democratico Meridionale, Massimo Giacomo Gennaro Stellato, Gian Mario Stellato, Vincenzo Bifano, Gerardo Carnevale, Nicola Adamo, vicepresidente Ds della giunta regionale, Antonio Acri, consigliere regionale dei Ds, Brunella Bruno, Armando Zuliani, Francesco Indrieri, Salvatore Domenico Galati, Piero Scarpellini. L'operazione ''Why Not'' sarebbe scattata in seguito ad un interrogatorio effettuato dal pm Luigi De Magistris, che ha firmato gli odierni decreti di perquisizione, nei confronti di un teste sulla cui identità viene mantenuto il massimo riserbo. (Adnkronos)

Nella foto Palazzo Campanella (RC) sede del Consiglio Regionale

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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 10:56 AM,

1 Comments:

At 2:54 PM, Anonymous Anonimo said...

Corrotti dei fallimenti rinviati a giudizio col giudice, notizia trovata sul sito www.casosannino.com:
Si sa che per circa 20 anni ininterrottamente il dott. Puliga ha approfittato del suo ruolo di magistrato per arricchirsi con le cause che gestiva presso il Tribunale di Firenze. Questa attività lo rese famoso insieme con altri colleghi come il dott. Pezzuti e il presidente dott. Sechi, parti insieme a lui di un trio vero sinonimo di terrore. Loro non si preoccupavano minimamente per questo perchè nessuno li avrebbe mai toccati, nemmeno la Procura allora incaricata dei procedimenti contro magistrati fiorentini dove tutto finiva sempre archiviato o arenato. Regnava un’omertà come quella che genera la mafia ma d’effetti ancor più desolanti trattandosi di uffici che devono tutelare la legalità. Chi aveva a che fare col Puliga o pagava o perdeva tutto, come successe per esempio agli eredi del Tognozzi, i Bichi, che hanno dovuto dare 750 milioni al cancelliere Rinaldi, complice di Pezzuti e Puliga, altrimenti questi vendeva loro una villa in Fiesole, come rileva la Polizia Tributaria (leggilo qui p10.jpg).



“godevano di una posizione dominante e ben sapevano che qualsiasi errore anche quelli più gravi potevano da loro essere sanati unilateralmente senza che nessuno potesse sindacare o addirtitura indagare sulla natura e la causa di tali errori” (Squadra Mobile p5.jpg).



In quest’ambiente e con questo sistema il giudice Puliga ha condotto le due cause che ha usato per portare via i beni immobili e l’attività commerciale ai coniugi Gino Sannino e Zionela Belgrave. Ciò era iniziato diciotto anni fa, e da allora il loro presente e il loro futuro, se lo è preso la magistratura italiana: nelle conferme della polizia giudiziaria non ci hanno creduto gli stessi magistrati che avevano disposto le indagini. E così i Sannino devono ancora attendere che si voglia porre fine al calvario al quale la magistratura li ha condannati levando loro i beni, in nome del Popolo Italiano, per darli e mantenerli sotto il controllo dei Boni complici del Puliga e suoi assistenti. Ma la maggioranza degli italiani non vogliono che questi orrori siano fatti in loro nome, vogliono che la loro giustizia sia amministrata con serietà, onestà ed efficienza, in particolare quando a delinquere sono quelli che devono controllare.



La Fallimentopoli fiorentina è stato un tradimento alla Toscana e a tutta l’Italia, al popolo in quanto Stato, e quei signori traditori come minimo devono essere interdetti per sempre dai pubblici uffici, devono pagare e devono restituire ai cittadini defraudati ciò che hanno rubato.



Alcune leggi o decreti a discapito degli onesti e delle vittime ed una giustizia dove la punizione non esiste, hanno convinto molte persone che in Italia è meglio essere corrotti. Per debellare questa inciviltà c’è la Magistratura Italiana che ha il dovere di risolvere i casi con vera giustizia, non di archiviarli, rigettarli o manipolarli per farli prescrivere, dando tutta la colpa alla carenza di mezzi e penalizzando di solito cittadini che non appartengono a caste o corporazioni, ma che sono quelli che lavorano sodo e pagano per permettere ai magistrati di avere una vita agiata e di qualità. Questi cittadini hanno il diritto di avere un’efficiente amministrazione della giustizia.



Politici del Parlamento Italiano, per ridare fiducia ai cittadini dovete fare un passo in dietro così come avete fatto con l’indulto ma gradito alla maggioranza del popolo italiano: far risarcire le vittime e far restituire i maltolti annullando gli effetti delle prescrizioni per giustizia a tutte le vittime che sono rimaste fregate dal Puliga e compagnia. Perchè il Puliga non cominciò a comportarsi così dal 1998 in poi, lo faceva già da decenni.



Consiglio Superiore della Magistratura italiana: Fate in modo che tutti procedimenti siano risolti da altre procure e tribunali lontani e neutrali perchè quelli di Firenze e Bologna, competenti per i casi precedenti al 1998, sono troppo compromessi e non trovano altra strada che continuare ad archiviare ed insabbiare i procedimenti.



Magistrati, dopo un quarto di vita dei Sannino vissuti nella sofferenza poiché prigionieri delle vostre volontà, avete il sacrosanto dovere di operare con giustizia in modo che i beni siano tolti ai veri furfanti e restituiti a loro che sono i legittimi proprietari.



”Non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo”

2° comma art. 40 del Codice Penale italiano

 

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