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Saline non ha bisogno del carbone

L'intervento del Coordinatore degli Urbanisti Calabria Federico Curatola
E' il rigurgito di una politica energetica anacronistica, che contrasta con i dettami di Kyoto e più in generale con i principi dello sviluppo sostenibile.
Dalla conferenza nazionale sui cambiamenti climatici dei giorni scorsi, prosegue l'urbanista, è emersa la necessità di ridurre il ritardo dell'Italia nei confronti delle altre Nazioni europee per quanto riguarda le energie rinnovabili e di attenzionare la questione del riscaldamento globale.
La proposta della "Sei" quindi va nel senso diametralmente opposto, riproponendo un modello di produzione di energia altamente inquinante, poichè una politica a favore del carbone, la fonte fossile che genera le più alte emissioni specifiche di CO2, è semplicemente nefasta per il futuro energetico e ambientale del nostro territorio e in particolare per l'area di Saline Joniche, già fortemente compromessa dalla presenza del "relitto industriale" della Liquichimica (nella foto). UrbanistiCalabria propone che, su Saline Joniche, si lavori da subito per avanzare soluzioni alternative ed ecocompatibili, per il riutilizzo dell'area indstriale bonificata al fine di produrre energia. Queste soluzioni potrebbero potrebbero riguardare le fonti rinnovabili e pulite, quale ad esempio l'energia solare, quella eolica o le microonde marine, integrando gli impianti ad altre attività produttive come l'eco-turismo, o un parco acquatico, in modo da avere le medesime ricadute in termini di crescita occupazionale e di approvvigionamento energetico.
Un progetto di riconversione onnicomprensivo che tenga in considerazione la presenza dell'oasi Wwf, del porto e della superficie da riutilizzare una volta bonificata l'area.
Siamo tutti d'accordo che l'ambiente può essere un affare, ma in Italia bisogna investire di più nella ricerca sulle tecnologie applicate.
Negli ultimi tempi nella Borsa americana le imprese che si occupano di ambiente hanno fatto grandi passi in avanti, soprattutto perchè, finalmente, gli Stati Uniti si sono accorti che dalle fonti rinnovabili si possono trarre enormi vantaggi.
Le nostre imprese sono fuori da questo business e ciò non è più possibile. Se investiamo sul fronte della ricerca applicata all'ambiente non avremo più bisogno di grandi incentivi pubblici. E non è più tollerabile, aggiunge infine Federico Curatola, che l'Italia, il paese più assolato d'Europa, produca un decimo della Germania in termini di energia solare. Il sole ed il vento, insieme all'acqua possono essere davvero il riscatto della nostra terra, specie del Meridione e della Calabria in particolare.
Potremmo vivere bene se solamente fossimo in grado di vendere l'energia ricavata da queste fonti pulite. Basterebbe volerlo, basterebbe solo un pò di volontà e soprattutto di capacità politica.
(Tratto dal "Quotidiano della Calabria")

postato da Miguel Cervantes; alle 10:35 PM,

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