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Dal Premio Portus 2006: nuove idee per Saline

Altro che carbone, ecco un valido progetto di riqualificazione per l'Area Ex Liquichimica Saline Joniche.

Arriva dal Premio di Architettura Portus 2006, organizzato dal Consiglio Nazionale Architetti Paesaggisti Pianificatori e Conservatori, ed è fra i progetti vincitori. Il progetto redatto dall'Architetto reggino Santo Marra relativo alla riqualificazione dell'Area Ex Liquichimica Saline Joniche, constatate le potenzialità non sfruttate, delle rilevanti specificità geologiche, territoriali storico-paesaggistiche e culturali dell'area, si propone di riscattare il territorio che va da Capo d'Armi fino alla fiumara del S.Elia "puntando sul dialogo tra uomo e mare da ricucire attraverso la creazione di punti di attrazione, nuove attività ed interventi di incremento e miglioramento dell'accessibilità da e verso il mare". Quattro i punti focali del progetto: l'ex stabilimento industriale della Liquichimica con il porto annesso, l'area dell'Oasi del Pantano (Laghetti), l'area OGR, il mare con i suoi fondali ed il relitto della Laura C. Ad unire queste aree, secondo il progetto, dovrebbero essere, oltre alle infrastrutture esistenti, una metropolitana interna, una fitta rete di piste ciclabili ed un sistema di attracchi diffuso per la massima valorizzazione delle vie del mare. Secondo la visione del progettista, la riconversione dell'ex area industriale della Liquichimica prevederebbe la realizzazione di un acquario, di un Centro Ricerche, del Museo di Storia Naturale e Biologia Marina, di un planetario. Il porto, accogliendo il suggerimento fornito dalla natura, andrebbe ridefinito nella sua struttura ed utilizzato in parte come porto turistico, ed in parte come Delfinario annesso all'Acquario. L'Oasi protetta del Pantano andrebbe tutelata ingrandita e resa maggiormente fruibile al pubblico unendo in unico progetto protezione della fauna marina e terrestre, habitat marino e lacustre. Le Officine Grandi Riparazioni sarebbero la sede ideale per realizzare un parco per le energie alternative che, oltre a servire come luogo di produzione, permetterebbe la sperimentazione delle varie applicazioni in questo campo, dando di fatto l'opportunità di un coinvolgimento dei centri di ricerca delle imprese e delle università. I fondali dove giace la Laura C, diventerebbero un Parco Marino, un area marina protetta da valorizzare attraverso diving center per il turismo subacqueo.
Insomma un progetto compatibile con le esigenze della gente e del territorio che andrebbe però integrato nell'ottica di divenire volano di sviluppo per l'intero territorio compreso quello montano. Prevedere dei centri atti alla valorizzazione delle risorse naturalistiche, geologiche, storiche, artigianali dell'entroterra sarebbe un ottimo inizio e probabilmente darebbe l'input per trasformare il comune di Montebello in un polo d'attrazione verso quei flussi turistici eco-culturali, sempre più consistenti, che vedono nella completezza e varietà dell'offerta le qualità imprescindibili su cui puntare.

Tutto il materiale fotografico proviene dal sito www.premioportus.it sul quale è pubblicato l'intero progetto.

Nelle fotografie, dall'alto vero il basso: Spazi collettivi tra gli edifici industriali riadattati, parte all'interno dello stabilimento OGR riadattato a spazio fieristico e di promozione delle energie alternative, padiglione dei giochi acquatici (e non).

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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 4:06 PM,

1 Comments:

At 7:40 PM, Blogger www.beet.it/moleskine said...

Decisamente una soluzione ideale perchè coinvolge fattori culturali e scientifici oltre a quelli paesaggistici e strutturali (che vengono spesso tralasciati). Ma qualche alternativa alla centrale al carbone è stata presa in considerazione dall'amministrazione? Qualcuno ne sa qualche cosa?

 

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