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L’alga che promette di rivoluzionare il mercato energetico

«E’ stata creata una nuova varietà della microalga “Chlamydomonas”, che può illuminarsi e spegnersi grazie all’aggiunta di sali al mezzo di coltura». A renderlo noto, con un comunicato stampa diffuso nei giorni scorsi, è il laboratorio di biotecnologie dell’ENEA. Per ottenere lo stupefacente effetto, i ricercatori dell’ENEA, hanno dovuto trasferire in questa alga di acqua dolce, il gene della luciferasi che rende luminescente la “Renilla”, un’alga conosciuta come “viola marina”. «Questo gene – secondo quanto dichiarato dai ricercatori nella nota – viene attivato da una sorta di interruttore genetico costituito da un sale comune che, aggiunto al mezzo di coltura attiva la luminosità delle alghe». Considerato che le microalghe convertono l’energia solare con un’efficienza molto più alta delle piante terrestri e sono in grado di fissare la CO2 proveniente dagli impianti industriali, contribuendo ad una mitigazione dell’effetto serra e producendo biocombustibili innovativi, questa scoperta potrebbe aprire nuove prospettive nel campo delle energie rinnovabili, ed in particolare nella produzione di biocarburanti da microalghe che, potendo esserre coltivate su terreni di scarso valore agricolo, non darebbero ripercussioni sul mercato dei prodotti alimentari. I risultati del lavoro di ricerca, condotto dal Gruppo del prof. Giovanni Giuliano sono stati pubblicati dalla rivista Plos One della Public Library of Science. La ricerca è stata finanziata del Ministero per l’Università e la Ricerca, nell’ambito del progetto “Produzione Biologica di Idrogeno”.

Fabio L. Macheda

Nella foto una varietà di alga filamentosa

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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 2:10 PM,

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