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Il Capo dello Stato ha ragione: ribelliamoci alla 'ndrangheta

La classe dirigente è inadeguata
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sensibile ai problemi della Calabria e del Mezzogiorno, ha voluto lanciare i suoi messaggi,nel corso della sua visita, dai templi del sapere, le università.
E' convinto che molti problemi della regione si risolvono con una approfondita cultura e conoscenza delle numerose necessità.
Ma, soprattutto, è convinto che la Calabria ha necessità di "un ricambio generazionale" , sottintendendo che l'attuale classe dirigente è, ormai, inadeguata.
Di questo suo pensiero siamo grati, anche perchè il problema lo abbiamo sollevato nel tempo ed in più occasioni.
Speriamo che i calabresi, al riguardo, raccolgano le sollecitazioni del Presidente Napolitano.
Tra le tante esortazioni del Presidente, vi è anche quella di "non piegare la schiena dinanzi alla criminalità" ed adoperarsi per estirparla.
Il Presidente Napolitano, da meridionalista e studioso, certamente sà dinanzi quale enorme problema si trova la Calabria e, quindi, che non può agire da sola in una situazione emergenziale che è ormai, divenuta di interesse nazionale.
La 'ndrangheta, la nota floridissima "azienda", che registra un fatturato di 45 miliardi di euro all'anno (dati forniti dal ministro dell'Interno), con la sua potenza economica influisce sul mercato finanziario nazionale (assicurazioni, banche, azioni di aziende di rilevanza nazionale e, perfino aziende editorali, ecc.), sul mercato internazionale (Paesi dell'est europeo, America latina), ma soprattutto determina tutta la vita economica e finanziaria della regione.
La 'ndrangheta è il principale datore di lavoro della Calabria, perchè, nella inesistente economia regionale, nella mancanza totale di lavoro, garantisce ai numerosissimi giovani disoccupati, spesso anche intellettuali, lavoro e condizioni di vita per loro stessi e per le loro famiglie.
Da qui deriva, anche il fatto che si infiltra, con estrema facilità, nelle amministrazioni locali, gestendo appalti, indirizzando gli investimenti e, in una parola, guidando (questa è la cosa più grave) la classe dirigente calabrese, con gravissimo danno per l'economia, ma soprattutto rendendo difficile il vivere civile ai cittadini onesti, che sono la stragrande maggioranza.
Molti giovani, inboniti dalla 'ndrangheta, in cambio di "uno stipendio sicuro" offrono qualche "piccolo servizio", utilizzati come mano d'opera per gli attentati estortivi, per le minacce agli imprenditori, che tentennano a pagare il pizzo, e, quando occorre, per qualche omicidio, più o meno eccellente.
Ovviamente, in questa situazione, l'economia viene soffocata, le aziende muoiono, uccise dall'usura, atteso che le banche, in Calabria, impongono il più alto tasso di interesse, rispetto alle altre regioni italiane, quasi il 9% (dati Bankitalia), ma solo se offrono garanzie tre volte superiori al prestito richiesto.
Le aziende nazionali ed estere non investono in questa terra, perchè, quando lo fanno, dopo poco tempo, fuggono in quanto perseguitate dalle richieste, esose, di tangenti.
La 'ndrangheta è un problema di rilevanza nazionale, quindi, che i calabresi, da soli, non potranno mai risolvere.
E' un problema italiano.
La Calabria, però, non è solo questo.
La maggioranza dei cittadini è onesta e rispettosa delle leggi.
Esporta, da sempre, intelligenze e cultura.
Esempio Leone Panetta, diventato capo della Cia in Usa, Santo Gioffrè, universalmente riconosciuto scrittore di grande intelligenza ed incisività, avendo messo in rilievo che la Calabria, sin dal '700, è terra di rivolgimento culturale ed esportatrice di cultura economica e sociale.
La Calabria annovera scrittori ed intellettuali moderni, di grande capacità, per non parlare di Mario La Cava, Saverio Strati, Corrado Alvaro, Leonida Repaci, che hanno contribuito a sollevare, nel tempo, la cultura italiana, senza riandare a Cassiodoro, Gioacchino da Fiore ed altri...
Quindi, non bisogna soltanto guardare alla 'ndrangheta, ma alle radici culturali della Calabria, che è madre, per diversi aspetti, della cultura italiana.
Valorizzare la cultura di Calabria sarebbe, oltre che giusto, anche un servizio per l'Italia, di cui, è bene ricordarlo sempre, la Calabria è una delle regioni che la compongno.
Tutto questo deve incoraggiare i calabresi e spingerli ad accettare le sollecitazioni del presidente della Repubblica, rialzando la testa e dimostrando che sanno superare le difficoltà, ma chiedendo l'aiuto necessario ed a loro spettante all'Italia.
Presidente, ci aiuti in questo!

Vincenzo De Virgilio
(Tratto da "Calabria Ora")



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postato da Miguel Cervantes; alle 7:06 PM,

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