Le dimissioni della democrazia
venerdì 11 novembre 2005
Oggi voglio chiedere le dimissioni della democrazia, di questa parola di cui ancora ci riempiamo la bocca e che non significa più nulla.
Indignarsi (Omissis)? Non ne vale la pena.
Dobbiamo indignarci una volta al giorno?
(Omissis)
Siamo seri, abbiamo cose più importanti da fare che indignarci per il comportamento dei nostri dipendenti.
Li abbiamo votati noi, sapevamo chi erano, cosa avrebbero fatto.
La colpa è nostra, non loro. Di noi che non muoviamo un dito.
Le opposizioni, i sindacati, la cosiddetta società civile subiscono di tutto senza fiatare, o emettendo deboli lamenti.
Basta parlare di democrazia, dichiariamoci sudditi e ritiriamoci nel nostro prezioso privato, dove già per la maggior parte stiamo.
Non facciamo finta di protestare, è più dignitosa la rassegnazione.
Abbiamo ciò che meritiamo, siamo diventati dei guardoni del potere:
del potere, non della democrazia.
Non nominiamo più questa parola, non prendiamoci per i fondelli.
Non esistono più i contropoteri, esiste solo il potere della collusione.
E la controinformazione al massimo trapela.
Io non mi sento più cittadino italiano. Non mi sento rappresentato dalle istituzioni. Non mi sento rappresentato dal governo. Dall’opposizione. Da nessuno.
E sto pensando seriamente di restituire la mia carta di identità che serve, ormai, solo per dormire negli alberghi.
Sembrerebbe che, ultimamente, Beppe sia stato a Montebello. Purtroppo non è così. Anche se molte delle cose che Beppe dice calzano a pennello con la nostra realtà locale, leggendo il Post senza gli omissis che, provocatoriamente abbiamo aggiunto noi, si capisce che si parla dell'Italia intera.
postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 9:17 PM,
1 Comments:
- At 11:44 AM, said...
-
Ciao e complimenti per il blog. Nel mio ho inserito qualche consiglio per ottimizzare google adsense. In bocca al lupo