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Tre proposte contro la mafia: I soldati italiani in Calabria


Marco Minniti: “Al Sud i soldati del Sud”
L’esercito italiano da Verona e dagli insediamenti concentrati nel Nord-Est dell’Italia alla Calabria e alle altre regioni meridionali? E’ una proposta che ha fatto l’On. Marco Minniti, deputato dei DS, al seminario sulla sicurezza in Italia, il 7 novembre. Se venisse accettata e si concretizzasse ad esempio con lo spostamento di una brigata nella nostra regione, farebbe ricadere sulla Calabria una pioggia di 4500 salari per un totale annuo di parecchie centinaia di miliardi delle vecchie lire.
Dice Minniti: “Gran parte degli uomini e delle donne che scelgono di arruolarsi nelle Forze Armate provengono dal Sud del paese. E tuttavia questa parte del nostro territorio non viene ancora considerata una risorsa su cui investire nei nuovi assetti organizzativi delle Forze armate ma anzi viene spesso chiamata in causa per programmare cancellazioni di enti e strutture già esistenti. Nella definizione dei nuovi assetti organizzativi dell’amministrazione militare si deve rispondere a due questioni fondamentali. La prima: il fianco sud del Mediterraneo è, nel contesto dei nuovi scenari geo-politici, un baricentro decisamente significativo. La seconda: Calabria, Campania, Puglia e le due isole maggiori, forniscono il 90% dei volontari che prendono il posto dei soldati di leva. L’80% di questi volontari sono assegnati a reparti collocati nelle regioni del centro-nord. Siamo di fronte a un vero e proprio flusso di migrazione interna che costringe i militari ad una vita difficile dominata dal desiderio di poter rientrare nel luogo di origine. Se nell’esercito di leva il trasferimento da un luogo all’altro ha avuto un significato di integrazione sociale, se per molti ragazzi del sud il viaggio per raggiungere la caserma rappresentava il primo viaggio fuori dal loro paese, oggi non è più così. Se vogliamo far svolgere al servizio prestato nelle Forze armate un ruolo di integrazione sociale, dobbiamo far restare i soldati nel territorio dove li reclutiamo. Scegliere la professione militare e poterla svolgere restando nella propria realtà territoriale, ha anche un significato culturale. Può costituire un positivo modello sociale anche di fronte alla sfida culturale e di modello delle mafie”.

Enrico Letta: “Spostiamo i soldati italiani dall’Irak alla Calabria”
La proposta di Enrico Letta, responsabile economico della Margherita, di spostare i soldati dall’Irak alla Calabria, si integra perfettamente a quella espressa da Minniti. Così si esprime l’esponente della Margherita nell’intervista rilasciata a Panorama: “Credo che la risposta fornita spedendo un super prefetto a Reggio sia insufficiente. Ci vuole lo stesso metodo applicato in Puglia dal governo D’Alema. Un intervento militare interforze sul territorio, che in Puglia servì a sgominare in sei mesi le organizzazioni criminali che prosperavano sui traffici con i Balcani. E che in Calabria suonerebbe anche come un messaggio rassicurante rivolto agli imprenditori a ai turisti. Oggi i nostri migliori elementi sono impegnati all’estero, credo però che anche questo sarebbe un buon motivo per accelerare il rientro dall’Irak, trasferendo gradualmente in Calabria i reparti ritirati da laggiù”.

Domenico Ielasi: “L’esercito sarebbe utile”
In un’intervista del “Quotidiano della Calabria” a Domenico Ielasi, presidente del Tribunale di Locri, il giudice ha affermato: ”Il movimento giovanile si è indubbiamente accreditato come la vera Primavera di Locri; affinchè la primavera non diventi, però, in breve tempo un rigido inverno, è fondamentale che il movimento non costituisca un alibi per gli adulti. Allo stato, mi pare che si possa escludere un pericolo di strumentalizzazione, in quanto è corretto dare atto di una maggiore attenzione concretamente dimostrata mediante qualche risposta istituzionale fortemente positiva. E’ perciò essenziale che si realizzi il massimo impegno in ogni settore, e che tutti i pubblici poteri diano esempio concreto di correttezza lealtà e trasparenza, come finora non è sempre accaduto, e ciò ha spesso incentivato la pratica mafiosa del malaffare come scelta di vita. Soprattutto come cittadino più che per l’esperienza professionale, ritengo che una presenza stabile dell’esercito in una zona ad alto rischio criminale, consentirebbe un maggiore e più proficuo impiego delle forze di polizia operanti sul territorio. Da circa un anno a Locri mancano tre giudici e le vacanze potranno essere colmate solo con giovani colleghi di prima nomina, nel prossimo mese di luglio. La situazione del personale amministrativo è alquanto precaria, soprattutto per alcuni livelli di personale. Tanto per fare un esempio, su 8 funzionari di cancelleria ne sono presenti solo due. La precarietà della situazione è stata segnalata più volte agli organi competenti, ma finora quasi sempre con esito negativo anche a causa di condizionamenti normativi quali i blocchi dei concorsi, dei trasferimenti, limiti posti dalla finanziaria, solo per citarne alcuni”.

postato da Anonimo; alle 7:53 PM,

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