SAREMO DAVVERO PRIMI? SI, SIAMO CALABRESI!
Parte con una "provocazione" mediatica di Oliviero Toscani la nuova campagna istituzionale della Regione Calabria "Gli ultimi saranno i primi".
La presentazione è avvenuta in anteprima a Roma, nella Sala del Cenacolo della Camera dei Deputati, dove sono intervenuti il presidente e il vicepresidente della Regione, Agazio Loiero e Nicola Adamo, assieme al fotografo Oliviero Toscani.
L'immagine punta a emozionare, per superare i pregiudizi e i luoghi comuni contro i calabresi.
Il contrasto è netto: da una parte gli slogan che accomunano tutti i calabresi a un'idea negativa e criminale, dall'altra i visi puliti e spontanei dei giovani (scelti al liceo Leonardo Da Vinci di Reggio Calabria).
Le foto commissionate dalla Regione, compariranno in manifesti 3 metri per 6 nelle più grandi città italiane e in doppia pagina a colori su tutti i quotidiani nazionali.
L'obiettivo di Toscani è puntare su gruppi di giovani sorridenti e vestiti di bianco, immortalati sul lungomare di Reggio Calabria.
Al centro del messaggio soltamto i calabresi con la loro voglia di riscatto.
La provocazione parte dai luoghi comuni contro i calabresi, per cercare di sgonfiarli.
Terroni? Si, siamo calabresi!
Malavitosi? Si, siamo calabresi!
Incivili? Si, siamo calabresi!
I peggiori? Si, siamo calabresi!
Gli ultimi della classe? Si, siamo calabresi!
Inaffidabili? Sì, siamo calabresi!
I ritratti dei giovani volti calabresi sono puri, come le magliette bianche che tutti indossano. Ragazzi uguali, nella speranza e nei sogni, ai loro coetanei milanesi, torinesi, veneziani.
Così lo scatto fotografico di Oliviero Toscani capovolge il significato negativo degli slogan per ironizzare sulla loro banalità.
Ha detto Toscani:
Tutta questa operazione non risponde alla tipologia e all'impostazione della pubblicità. Dalla semplicità dei visi, dalla normalità della bellezza di queste ragazze, che sono l'antitesi delle veline e degli archetipi delle modelle che sfilano per la moda.
Ed è anche strano che la Regione Calabria mi abbia chiesto un'immagine reale, vera per restare così com'è, coerente con quella che i ragazzi calabresi hanno della loro terra. Normalmente un'azienda che si fa pubblicità presenta i propri prodotti migliori, invece noi siamo partiti dalla realtà, dal fatto che ci sono dei problemi, ma con l'idea di dare un'immagine di speranza e di futuro.
Ha affermato il Presidente Loiero: Confesso che quando ho visto quelle foto per la prima volta sono rimasto scioccato per la carica di eresia che esse comunicano. Non nego che da noi ci siano gravi problemi, tra cui una diffusa criminalità. Però è anche vero che i calabresi sono genericamente inseriti in un contesto mediatico che identifica tutti come criminali. Spesso le cose cattive convivono con le cose eccellenti che restano nel silenzio. Purtroppo i media sono selettivi e una notizia cattiva entra più facilmente nelle pagine dei giornali. Di questa brutta immagine ne soffrono per primi proprio i calabresi onesti, i calabresi che vivono fuori e all'estero. Per questo abbiamo cercato una campagna choc. Al punto in cui siamo arrivati, alla luce di quanto è accaduto negli ultimi mesi, abbiamo fatto la scelta di restituire fiducia e speranza. Anche perché in Calabria si stanno facendo cose importanti e positive che trovano ostacoli per il cambiamento. Gli stereotipi ci sono e non sono governabili. Il pregiudizio si è consolidato in tanti anni e dobbiamo farci i conti. Per questo la Regione dovrà prendere un forte impegno per migliorare la scuola e la formazione, necessarie ad educare i giovani alla democrazia, alla convivenza ed alla legalità. Il rilancio dovrà avvenire con l'attuazione dei fondi strutturali, perché è vero che abbiamo limiti ma possediamo anche risorse straordinarie. Il vicepresidente Nicola Adamo ha spiegato alla qualificatissima platea della Sala del Cenacolo la strategia connessa all'incarico annuale offerto ad Oliviero Toscani: Gli ultimi saranno i primi: il messaggio è evangelico, ma la condizione è terrena. L'impegno con Toscani non è sull'immagine della Calabria, ma su quella dei calabresi. E' un'operazione verità. Non sovrapponiamo il reale con il virtuale. Perciò puntiamo alla presa di coscienza dei nostri limiti, lottando per presentare la nostra identità, la calabresità non come un disvalore. Per questo oggi siamo alla partenza, per continuare su questa strada la comunicazione istituzionale.
Per spiegare la provocazione di Toscani il vicepresidente della Regione ha aggiunto: fa più rumore l'albero che cade e brucia che un'intera foresta che cresce.
Rispondendo alle domande dei giornalisti presenti Oliviero Toscani ha raccontato l'incontro con la Regione e i ragazzi calabresi: Mi hanno chiesto di rivedere l'immagine istituzionale. Abbiamo parlato di mare, montagna e arte, ma poi abbiamo capito che c'era prima un problema culturale, c'erano i pregiudizi da superare. Sono milanese doc e mi sono ricordato le critiche di mia madre che non si riconosce più in questa Milano da quando la città ha smesso di accettare la gente del Sud. E allora è arrivata quest'idea. Chi mai pensa a un ‘terrone' con il volto di una giovane donna? Così ho selezionato una trentina di adolescenti in una scuola di Reggio-Calabria. Dopo i provini i ragazzi hanno ottenuto un permesso di due ore. Ho chiesto loro di mettersi una camicetta bianca, per riflettere la luce del lungomare. Abbiamo scattato le foto in un clima di festa totalmente estraneo al mondo della pubblicità. Io credo che il valore di un paese è dato dalla sua umanità. Per questo sono andato alla fonte degli sguardi puri e semplici di questi ragazzi, perché la Regione ha capito che è con loro che deve lavorare.
Nelle immagini: Uno degli spot sulla Calabria di Oliviero Toscani, il pubblicitario Oliviero Toscani
Etichette: Cronaca, In Calabria
postato da Miguel Cervantes; alle 9:30 PM,
2 Comments:
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At 10:43 PM,
said...
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A proposito della pubblicità di Oliviero Toscani...
Se ti piace fallo girare
http://i169.photobucket.com/albums/u205/brikkiolina/calc.jpg
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At 4:44 PM,
said...
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ho visto oggi due pagine del quotidiano più venduto in Italia coperte di infamia costruita, stereotipata, delle bassezze e delle ignoranze evangeliche.
é vero che bisogna distruggere gli stereotipi, ma non toccate la civiltà, è qualcosa che non è catalogabile... sono stato all'estero e mi hanno chiamato mafioso, ho detto di si, mi hanno chiamato terrone, ho detto di si, mi hanno chiamato calafrica è ho detto si. ma non mi hanno chiamato incivile, non esiste... che parola è? che è la civiltà? forse la democrazia? forse la politica e la corruzione.. questo si, sono segno di una bassezza e di una malfamata realtà. ma la gente non è incivile perchè è calabrese.. e il vangelo dei poveri e delle colpe mettetevelo nel culo.
ci sono modi e modi dipresentare una realtà, è bene non nascondere i propri disagi e le proprie piaghe, ma lasciate perdere la civiltà, ed il vangelo come ristoro e speranza..
biagio_tassone@hotmail.it
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