Il Prefetto De Sena come spartiacque tra cause ed effetti, tra strumento e fine rispetto ad una visione finalmente organica del fenomeno criminale calabrese inserito nel contesto sociale dal quale, però, si nutre. Lucido ed approfondito l’esame di De Sena che individua “nell’individualismo egoista, nella crescita di sacche di non-cultura civica e nell'attendismo passivo ed arrogante” l’attività di coloro che, “pur non delinquendo, in fondo si celano dietro ad uno status quo percepito come immutabile”. Questo tipo di minaccia De Sena la definisce “interna” e si alimenta di “un’arroganza individuale e collettiva che fa chiedere continuamente tutto ed in ogni settore ma che, una volta ottenuto quanto richiesto, non è poi in grado di trasformare l’acquisizione in opportunità”. “Fardello sociale” è la definizione che il Prefetto di Reggio dà di questa situazione che ha radici antiche, essenzialmente da individuarsi nella “massimizzazione dell’interesse individuale, rivolto solo all’interno del nucleo familiare, che diventa uno degli ostacoli principali alla costruzione di una coscienza dell’agire collettivo, dell’agire per obiettivi generalisti, di una solidarietà sociale viva e disinteressata”. “Un fardello, un ostacolo” – prosegue De Sena- “che si rinviene nell’operatività delle Amministrazioni locali, nella resa dei servizi alle comunità: dalla sanità alle pratiche autorizzative, dal trasporto allo smaltimento dei rifiuti”. Ed il passo che separa il background territoriale dalla Pubblica Amministrazione è breve sul piano concettuale ma diventa un abisso in termini di conseguenze, visto che, come sottolinea De Sena, “fintanto che la cesura comunicativa tra Amministrazione pubblica e cittadino, storicamente instauratasi, ma modernamente alimentata dalle filiere criminali permane, la questione calabrese è lungi dall’essere anche all’inizio del punto di fuga verso l’affrancamento dalla condizione dell’oppressione”. “L’attività amministrativa” – incalza De Sena- “è attiva essenzialmente in chiave elettoralistica ed invece assai più discontinua in fase di amministrazione e di assunzione di responsabilità. Ed un fallimento nel processo di riacquisto di efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa crea un mix devastante tra inefficienza della Pubblica Amministrazione ed efficienza delle organizzazioni criminali”. E questo, purtroppo, la Calabria lo sa fin troppo bene…
Tratto da strill.it
Nella foto il Prefetto di Reggio Calabria Lugi De Sena
Etichette: Cronaca, In Calabria
postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 3:04 PM,
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