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L'affresco di Sant'Anastasio sulla rivista I Fonì Dikìma

L’Edicola bizantina di Sant’Anastasi (Sant’Astasi) a Fossato Jonico

Santo Anastasio fu Monaco basiliano in Persia, martire nel 628 con altri 70 cristiani.

Le reliquie di Anastasio sono custodite nella basilica romana dedicata ai Ss. Vincenzo e Anastasio alle Tre Fontane.
Di fronte a Fossato fu eretta un’Edicola intitolata alla Divina Resurrezione di Cristo, che gli abitanti del luogo chiamano S. Astàsi o S.Anastasi: il nome (in greco Anàstasis, “Della Resurrezione di Cristo”) viene usato per indicare un tema iconografico ricorrente nell’arte bizantina e consistente appunto nella rappresentazione della Resurrezione di Cristo, solitamente connessa con la discesa agli Inferi.

La chiesetta in origine era tutta affrescata e piena di statuine, come hanno testimoniato gli anziani e, secondo lo storico prof. Antonino Costantino, i dipinti sulle pareti potrebbero essere il frutto della intuizione di qualche anonimo frate zoografo che, illuminato dopo giorni e giorni di preghiere e di digiuno, riprodusse la Divina Resurrezione di Cristo (achiropita, cioè non dipinta da mano umana). E ciò a ricordo dell’opera di S.Elèna, l’imperatrice che aveva ornato tutto l’Oriente Cristiano di oltre 300 chiese e basiliche e che a Gerusalemme, nel Santo Sepolcro, aveva fatto costruire una Rotonda in marmo di 12 colonne, che racchiudevano il Martirion e la Divina Anàstasis e una Sua statua, che sosteneva sulle spalle il Santo Legno.

E difatti, qualche chilometro a sud della chiesetta, di fronte all’abitato di Montebello, vi è il territorio di Santalèna, toponimo che vuole ricordare la santa imperatrice Elèna Flavia.

La ricercatrice Francesca Martorano, nel suo libro “Chiese e castelli medievali in Calabria” descrive la chiesetta di tradizione bizantina, i cui resti che affiorano alle pendici di Punta d’Argento, un colle che si eleva fino a 743 m sulla riva sinistra del torrente San Pietro. La quota del torrente presso il sito della chiesa è di circa m. 430, pertanto scorre circa 100 metri più in basso dei ruderi, a circa un chilometro a sud di Fossato.

Della chiesetta rimangono sconosciute le dimensioni complessive, essendo scomparsa qualsiasi traccia del muro meridionale e occidentale e dell’ingresso. Si tratta di una piccola aula (rettangolare o quadrata?) orientata, con abside e nicchie per prothesis e diaconicòn. Caratteristica di questa chiesetta è il profilo planimetrico a “ferro di cavallo”, sia delle nicchie che dell’abside, della quale si conserva soltanto la parte semicircolare. La Martorano ci fornisce le misure: il muro settentrionale è superstite per una lunghezza di m.1,08 e un’altezza di m.1,52, e lo spessore è di cm. 65. La parte absidale ha una lunghezza complessiva di m.2,84. La prothesis e il diaconicòn, di uguali dimensioni, misurano larghezza di cm.31, profondità di cm.25, altezza di m.1,02, da terra cm. 56. L’abside, larga m.1,08, profonda cm.80, ed alta m.1,75, ha il profilo del catino ribassato (h=cm.35). All’esterno le pareti superstiti sono completamente interrate, mentre a monte del muro orientale insiste un vecchio frantoio ormai inutilizzato.

Il prof. Domenico Minuto, che ha visitato la chiesetta nel 1972, ci dice che i muri sono costruiti ad impasto di pietre fluviali e laterizi, mentre il muro settentrionale presenta tracce informi di affresco (color mattone) verso l’angolo con la prothesis; nella calottina della prothesis, su tracce di fondo azzurro si vedono tracce di color mattone che lasciano intuire il disegno di un nimbo e di una veste; sulla veste, con disegno divenuto ancora più evanescente, si profila una mano che regge qualcosa. L’abside presenta tracce informi di affreschi e un arco leggermente schiacciato, anche la calotta è schiacciata, ma un largo squarcio a livello del terreno si vede una camera d’aria dietro di essa, formata dai muri che disegnavano all’esterno il profilo dell’abside. Nel diaconicòn si delinea, su fondo azzurro, il volto di un santo con barba fluente (nella foto del dott. Zema): sono ben visibili l’occhio e il sopracciglio destro.
Il prof. Minuto, dall’esame della struttura muraria, ha proposto come data di edificazione l’XI secolo.

Giovanni Crea

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postato da Miguel Cervantes; alle 6:36 PM,

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