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Il Mistero dei Bronzi di Riace: alcune precisazioni di Giuseppe Braghò

Pubblichiamo qui di seguito alcune precisazioni in merito alla vicenda dei Bronzi di Riace che lo studioso Giuseppe Braghò ci ha gentilmente inviato.

Un grazie per l'interesse dimostrato riguardo alla "vicenda" Bronzi. Da autore dell'inchiesta giornalistica per prima e del successivo libro, vorrei precisare alcune cose. Stefano Mariottini, il sub romano che "ufficialmente" (ma non canonicamente, secondo le mie personali ponderazioni) scoprì le statue descrive chiaramente -nella denunzia di rinvenimento- "...un gruppo di statue, presumibilmente in bronzo". Continua a evidenziare che "...al braccio sinistro" di una delle "...due emergenti" "...si presenta uno scudo". Come se non bastasse,le tratteggia entrambi "...pulite, prive di incrostazioni evidenti". Quanto detto, si scontra con l'oggettività dei fatti. I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico -interessati dal Ministro Rutelli- stanno lavorando sul caso, di per sé inquietante. Ancora più incredibile appare però la circostanza che di tali documenti nessuno (pare) abbia voluto informare la pubblica opinione, trattando pertanto un Patrimonio Culturale Universale -quali i Bronzi- come "affaire" proprio. Questo, a mio parere, rientra a buon diritto nel più fosco malcostume, con l'aggravante che, a mantenerlo, siano stati proprio gli Organi preposti alla tutela, vale a dire la Soprintendenza reggina. Buona sorte ha consentito che io prendessi visione di tutti gli incartamenti "sopiti" per ben 34 anni nell'Archivio Storico di Palazzo Piacentini. Naturalmente mi sono subito attivato ad informare le Autorità che, secondo me, potevano scorgere elementi tali da promuovere circostanziate indagini. Se non fosse stato per la personale e meritoria presa di posizione del Ministro (cui va il mio plauso), il silenzio sarebbe ancora oggi "padre" dell'incredibile storia. La Calabria ha bisogno di riscatto appropriato, e non ho dubbi che ciò possa succedere in seguito a un'adeguata valorizzazione delle nostre "memorie storiche". Naturalmente, occorrono funzionari giusti al posto giusto. Non mi pare che il trascorso management museale abbia di che vantarsi. Ho chiesto al Ministro che "rivedesse" i quadri della Soprintendenza, e i primi segnali sono subito giunti, con la pubblica dichiarazione del Vice Premier: "Reggio Calabria non ha bisogno di un Soprintendente a mezzadria". Il riferimento è esplicitamente rivolto al dott. Pietro Giovanni Guzzo, attuale dirigente sia a Pompei che a Reggio, il quale funzionario altri non è che il giovane (all'epoca dei fatti) Ispettore della Soprintendenza che, nel verbale di recupero delle due statue, usò l'inappropriata e misteriosa descrizione "...anch'essa barbata e con elmo", riferendosi al secondo bronzo recuperato. Si faccia luce, nel rispetto della Calabria e del mondo intero. Ho fiducia sia negli inquirenti che nel Ministro: qualcosa, alfine, verrà fuori. "Tanto sangue, produrrà pure qualche bene", si disse in seguito a trascorsi storici indimenticabili. Intanto, nei miei riguardi sono giunti i soliti segnali vigliacchi di chi, al contrario del sottoscritto, sta "accosciato dietro una siepe" aspettando la vittima: una lettera anonima zeppa di infamante discredito lanciata sul Web ed un articolo su un quotidiano romano (guarda caso al pari del sub "scopritore") che, a firma "mozza", narra di miei presunti "...passati problemi giudiziari per traffico d'arte"! Per sfortuna di queste oscure entità ancora -malgrado i miei 59 anni compiti- non mi sorreggo al bastone ma, lo impugno ben saldamente, e nulla al mondo mi impedirà di continuare in questa che considero una missione: siano mandati a casa gli "usurpatori" del "bene pubblico" e della nostra Memoria Storica. La Calabria ha bisogno di tecnici competenti ed onesti, non di "baronie" intoccabili. Ricordino, queste persone, che il popolo (quello senza potere, quello che disprezza il Sistema, quello senza amicizie a Roma, quello che ama e crede cosa reale la Libertà congiunta alla Verità dei fatti) è, malgrado tutto, ancora Sovrano. Riscattiamo la nostra Terra vilipesa ovunque e nella stragrande maggioranza degli Enti Pubblici, pur partendo da una banalissima -ma eclatante- storia di malcostume come quella dei Bronzi. A conclusione, rammento a chi mi segue e sostiene che non possiedo tessera politica. Riconosco il bene e il male ovunque siano.

Grazie ancora.
Giuseppe Braghò

Lo Staff di Montebello Ionico Blog News ringraziando il Dr. Braghò per l'attenzione dimostrata verso il blog si dichiara disponibile a pubblicare tutti gli ulteriori approfondimenti che il Dr. Braghò vorrà rendere noti.

Nella foto i Bronzi di Riace, le due famose statue ospitate al Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria

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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 2:00 PM,

4 Comments:

At 3:15 PM, Anonymous Anonimo said...

Veramente accattivante come inchiesta, sono riuscito a trovare informazioni sul libro edito dal dot. Braghò in questa pagina dei Bronzi di Riace

 
At 6:17 PM, Blogger luca pagni said...

BRONZI RIACE: RICERCATORE, SCUDO VENDUTO PER SEIMILA DOLLARI

STORIA RICOSTRUITA IN UN LIBRO, C'E' ANCHE RUOLO 'NDRANGHETA

(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 21 MAG - Fu venduto ad un emissario americano di un importante museo per un importo di seimila dollari, a fronte dei venticinquemila chiesti, lo scudo appartenuto ad uno dei Bronzi di Riace e scomparso, insieme ad una lancia, al momento del ritrovamento delle statue avvenuto nel 1972.

I particolari della vendita dello scudo sono contenuti nel secondo libro sui Bronzi di Riace scritto dal ricercatore
Giuseppe Bragho', che sara' pubblicato dalla casa editrice Pellegrini, in vendita nelle librerie a partire dal 23 giugno.

Sulla scomparsa della lancia e dello scudo e' attualmente in corso un'indagine dei carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico, coordinata dalla Procura della Repubblica di Locri.

Nel libro di Bragho' si fa riferimento anche al fatto che lo scudo fu trattenuto da esponenti della 'ndrangheta che
successivamente lo vendettero, attraverso un intermediario, ad un museo americano che pago' la somma di seimila dollari. La vendita dello scudo - secondo quanto rivela il ricercatore vibonese - avvenne a Roma in un ristorante gestito da un cittadino americano.

''La 'ndrangheta - sostiene Bragho' - trattenne lo scudo che fu venduto in un secondo tempo, sempre tramite un intermediario, ad un importante museo americano. Un elmo fini' invece ad un archeologo ma su questa vicenda preferisco mantenere ancora il riserbo perche' sto facendo ancora delle verifiche''.

Bragho', nel corso delle sue ricerche, ha raccolto la testimonianza di una donna
che vide il ritrovamento dei reperti ed il furto dei due oggetti appartenuti ai Bronzi.

Il racconto della testimone e' stato acquisito anche dai carabinieri che indagano sulla vicenda.(ANSA).

LE

21-MAG-08 10:49

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ZCZC668/SXR
Giustizia, Criminalità --> Criminalità Organizzata Arte, cultura, intrattenimento
R SPE S0B S41 QBXU

BRONZI RIACE:RICERCATORE,RUOLO 'NDRANGHETA SCOMPARSA REPERTI (ANSA)

- REGGIO CALABRIA, 14 MAG -

Anche le cosche della 'ndrangheta
ebbero un ruolo nella scomparsa di alcuni oggetti appartenuti ai Bronzi di Riace.

E' quanto emerge dal secondo libro del ricercatore vibonese, Giuseppe Bragho',
che sara' nelle librerie dal 23 giugno prossimo e che racconta le vicende relative al furto di uno scudo e di una lancia appartenuti ai Bronzi. Bragho', nel suo primo
libro, sostiene, attraverso documenti e testimonianze, che con i due guerrieri, trovati nel 1972 nelle acque di Riace, c'erano anche una lancia ed uno scudo e probabilmente anche un elmo.

Il ricercatore non esclude anche l'ipotesi dell'esistenza di una terza statua.

Sul presunto furto e' attualmente in corso una indagine dei Carabinieri del
nucleo di tutela patrimonio artistico che e' coordinata dalla Procura della Repubblica di Locri.

''La 'ndrangheta - afferma Bragho' - trattenne per se' semplicemente uno scudo che fu venduto in un secondo tempo, sempre tramite un intermediario. Un elmo ando' a un archeologo ma su questo ultimo argomento preferisco ancora mantenere un assoluto
riserbo perche' sto effettuando delle ulteriori veriche.

La 'ndrangheta si interesso' della cosa non potendo fare a meno di notare l'eccessivo interesse subacqueo che si svolgeva, sin dal febbraio del 1972,
proprio nel mare di localita' Agranci di Riace''.

Sulla scomparsa della lancia e dello scudo appartenuti ai Bronzi il ricercatore vibonese ha anche raccolto il racconto di una testimone, sentita anche dai magistrati di Locri, che vide il ritrovamento delle statue.

Il racconto della testimone e' contenuto nel nuovo di libro di Bragho'.

''Tutto inizio' - prosegue il ricercatore - per un fortuito episodio.

Nella rete di alcuni pescatori del posto rimase, infatti, impigliato qualcosa di strano che non era un pesce. Da quel momento, piu' e piu' persone si interessarono alla caccia al tesoro.

Ma quando ci fu l'intervento dei militari della Guardia di Finanza la 'ndrangheta non si occupo' piu' della vicenda.

Non era conveniente,infatti,avere tra i piedi i militari''.

(ANSA).

LE14-MAG-08 14:00 NNNN


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http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getarticle&id=41540

ZCZC143/SXR Arte, cultura, intrattenimentoR SPE S0B S41 QBXU

BRONZI RIACE: RICERCATORE; ALTRI REPERTI, INTERVENGA BONDI (ANSA)

- REGGIO CALABRIA, 13 MAG -

Delle anomalie metalliche, probabilmente dovute alla presenza di altri reperti archeologici, sono state riscontrate nei pressi della zona di ritrovamento dei Bronzi di Riace, avvenuta nell'agosto del 1972, nel corso di accertamenti compiuti dal Servizio Tecnico dell'Archeologia Subacquea del Ministero dei Beni Culturali.

A renderlo noto e' il ricercatore Giuseppe Bragho', che ha scritto un libro dal titolo 'I Bronzi: le altre verita''. Bragho', che sta per pubblicare la seconda parte del libro che sara' nelle librerie dal 23 giugno, ha denunciato anche la scomparsa di una lancia e di uno scudo appartenuti ai Bronzi.

Sulla vicenda e' in corso una indagine dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico coordinata dalla Procura di Locri.

''Ho chiesto - ha detto Bragho' - un incontro con il neo Ministro Sandro Bondi affinche' vengano compiuti accertamenti piu' approfonditi al largo di Riace.
Le anomali metalliche riscontrate potrebbero essere dovute a dei rifiuti
ma non e' escluso che ci possano essere anche altri reperti archeologici.

E' indispensabile, quindi, che vengano compiute delle ispezioni marine
per accertare in modo inequivocabile di cosa si tratta''.(ANSA).


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(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 2 LUG

Un testimone avrebbe assistito al furto
di alcuni materiali appartenuti ai Bronzi di Riace.

Il testimone, sulla cui identita' viene mantenuto il massimo riserbo,
e' stato individuato dal ricercatore vibonese Giuseppe Bragho' che nei mesi scorsi,
dopo una ricerca durata qualche anno, ha denunciato il furto di un elmo, di una lancia ed uno scudo appartenuti alle due statue.

Bragho' ha segnalato la testimone ai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio artistico di Cosenza che stanno indagando sulla scomparsa dei reperti.

Il testimone, secondo quanto si e' appreso da Bragho', avrebbe assistito accidentalmente al recupero dei bronzi ed alla scomparsa di alcuni reperti.

Il racconto del testimone,che pare sia ricco di particolari utili per le indagini, e' stato acquisito dai carabinieri.

Nei mesi scorsi gli investigatori hanno acquisito dal ricercatore vibonese
una serie di fotografie e documenti dai quali emergerebbe che al momento del ritrovamento dei Bronzi di Riace, avvenuto 35 anni fa, con le due statue c'erano anche due scudi, una lancia e probabilmente anche un terzo 'guerriero' che pero' sono spariti.

La documentazione e' stata raccolta da Bragho' nel corso di ricerche compiute negli anni scorsi nell'archivio storico di Reggio Calabria.

''L'episodio raccontato dal testimone - ha detto il ricercatore Vibonese -
non e' l'unico ad essere avvenuto.

Pare che i furti siano stati diversi, svolti da personaggi disparati''.

Nelle settimane scorse Bragho' e' stato ricevuto da Silvana Rizzo, consulente culturale del Ministro Rutelli.

''Concretamente nel corso dell'incontro - ha aggiunto Bragho' - e' stato proposto un imminente, successivo incontro tra i vertici nazionali inquirenti finalizzato a fare il punto sulla vicenda. Tra l'altro mi hanno risposto positivamente alla richiesta
sulla pronta disponibilita' di una nave scientifica da ricerca, missione finalizzata ad analizzare la qualita' delle 'anomalie metalliche riscontrate nel 2004 nelle
adiacenze delritrovamento dei Bronzi e mai finora approfondite''.(ANSA).

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http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getarticle&id=27672

http://www.calabrialinks.net/portal/modules.php?name=News&file=print&sid=96

Vibo Valentia, 16 feb. (Apcom) -

Lancia e scudo di uno dei due Bronzi di Riace furono venduti a emissari del museo
Getty di Los Angeles. Questa la testimonianza del giornalista Rai Franco Bruno in una intervista pubblicata oggi da Il Quotidiano della Calabria.

La storia dei Bronzi è tornata d'attualità da qualche tempo, dopo che il Ministero dei Beni Culturali ha deciso di interessarsi ad un libro-dossier ("I Bronzi- l'altra
verità") scritto da uno studioso calabrese, Giuseppe Braghò.

Secondo il Quotidiano, qualche settimana fa il Ministro Rutelli avrebbe anche trasmesso il dossier alla Procura.

Bruno, nell'intervista, afferma che nel 1981 incontrò un mediatore di reperti, il quale affermava di aver trafugato uno scudo ed una lancia di uno dei Bronzi. A Bruno, il mediatore fece vedere due fotografie, una dello scudo ed una della lancia, affermando di averli trafugati e poi offerti agli emissari del museo Getty.

"Una volta trasmessi i servizi- ricorda Bruno al Quotidiano- scoppiò l'inferno".

Il giornalista fu convocato da un giudice e formalmente indagato dopo la deposizione.

"L'avvocato - ricorda ancora - è riuscito a convincere il giudice sul fatto che non fossi tenuto a rivelare la mia fonte e da allora non ne ho saputo più nulla...

Dopo qualche tempo, trovandomi a Roma, sono andato dal comandante dei carabinieri.

Ho chiesto se fossero stati al museo Getty ad indagare: lui disse di no, che erano in pochi, che non potevano concentrarsi solo su questo".

Quanto alle foto, il trafugatore non permise al giornalista di fare riprese né copie.

 
At 7:09 PM, Blogger luca pagni said...

Dite la vostra sui Bronzi di Riace
anche sul blog ad essi dedicato:
http://bronzidiriace.style.it/
dopo aver letto la pagina web
http://www.photographers.it/articoli/bronzidiriace.htm

 
At 10:34 PM, Blogger luca pagni said...

L'archeologa nunziante, da allora, è universalmente riconosciuta come fantasiosa, e la gentilezza del termine è unicamente dovuta alla galanteria degli altri seri ricercatori. In tanti, e soltanto dopo la mia documentale inchiesta, si occupano ora dei Bronzi: ciò è positivo. Negativa è la maniera con la quale si disquisisce intorno ad essi. Su Calabria Ora di ieri, domenica 24 maggio, si potrà leggere altra disquisizione di tale Danilo Franco, firmatosi senza qualifica professionale: potrebbe dunque essere fabbro, rigattiere, farmacista, botanico forse. Sono portato a ritenere il soggetto molto vicino all'ultima figura citata, trattando l'accaduto con ironia, che non fa male anche quando si toccano argomentazioni serie. Lo immagino dunque botanico poiché il noioso articolo può avelo scritto chi, con gramigne e carciofi, possiede familiarità. La ricerca storiografica non è argomento da chiosco domenicale. Nessuno dei timorati convegnisti - oltre che il Danilo Franco - sostiene la via più consona per sciogliere i dubbi su origine e provenienza degli sventurati A e B: l'indagine della Magistratura e un futuro, approfondito scavo nell'area ri Agranci-Riace, misure da me più volte chieste al MIBAC. Spiego perché. Mariottini dice di aver visto per primo le statue. Crediamogli. Ancora, afferma che si trattava di "un gruppo". Crediamogli. Continua, il sub capitolino, a narrare che al braccio sinistro di una di esse ha visto uno scudo. Crediamogli. Scrive nella denuncia, il fortunato pescatore, che le stesse sono differenti (e vistosamente) per postura, mostrandosi (una delle due) con braccia aperte e gamba sopravanzante,espressione contrastante con la realtà espositiva presente presso il Museo di Reggio Calabria,mentre la seconda corrisponde alla descrizione. Crediamogli. A questo punto, il passo che Magistratura e Carabinieri della Tutela dovrebbero fare è banale soltanto: costringere il "papà dei Bronzi" a dire la verità. Lo stesso, in note interviste, afferma di voler parlare "soltanto col Giudice o con i Carabinieri". Evidentemente, sussisterà qualcosa di riservato, da non svelare ai giornalisti e al popolo, sovrano (sulla carta). Cos'ha fatto il Magistrato inquirente di Locri? A quali risultati sono pervenuti i Carabinieri? Tre anni dopo la personale, meritoria (parole di Ministro peri Beni Culturali, e non di botanico o convegnista griffato) inchiesta giornalistica, evolutasi nel volume "Facce di Bronzo", nulla è dato sapere. Troppo facile. Strano e improprio, inoltre, che i convegnisti di Riace o il Danilo Franco ignorino di supportare la necessità primaria di stringere la morsa attorno a un falso eroe, per sapere. Probabilmente non amano o non vogliono, farlo. Mariottini, se fosse quell'onesto "volontario servitore del bene pubblico" che dice di essere, dovrebbe toglierli, i drappi oscuri della menzogna. Certo, svelare le infamie di chi lo ha protetto fino ad oggi è pesante, e tanto. Meno pesante, tuttavia, dell'ombra che il cittadino Giuseppe Braghò, con "carte alla mano", ha per sempre proiettato su Stefano & Co., lì dove Stefano sta per Mariottini e Co. sta per i noti personaggi istituzionali coinvolti nell'affaire Bronzi di Riace.

 

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