www.montebelloblognwes.com - Tutto quello che accade a Montebello Ionico e ... molto altro ancora.

 



Fossato Ionico, la Festa della Patrona

8 settembre: la devozione del popolo fossatese per Maria SS del Buon Consiglio
Come da antica tradizione, ogni anno, giorno 8 settembre Fossato Ionico celebra la Patrona del paese, la Madonna del Buon Consiglio. La devozione dei fossatesi alla Madonna del Buon Consiglio è antica e perdura nel tempo. Fossato è paese ricco di uliveti e il raccolto delle olive si protrae fino a giugno-luglio. La Patrona del Buon Consiglio, quindi, è patrona delle raccoglitrici di olive e dei "trappetari", accudienti all'accensione periodica della "lumera" devozionale. Infatti, per tutto il periodo della raccolta, nei frantoi e nelle case si tiene acceso un lume ad olio dinanzi alla venerata immagine.
Il quadro della Vergine, pregevole opera d'arte di maniera, è collocato al centro dell'alatre maggiore: esso ripropone il racconto della tradizione, che lo vuole venuto da Scutari (Albania), portato dagli Angeli mentre sorvola il mare Adriatico, e atteso a Genazzano (Roma) dalla Beata Petruccia, mentre sull'altra sponda alcuni fedeli albanesi piangono la sua dipartita. Infatti, secondo la leggenda, a Scutari, piazzaforte albanese tenuta dai Veneziani ma ormai prossima a cadere in mano dei Turchi, un affresco raffigurante la “Madonna del Buon Consiglio” si staccò dalla parete e, si dice, venne portato dagli Angeli in volo fino a Genazzano, la cittadina laziale distante 48 km da Roma, fermandosi il pomeriggio del 25 aprile 1467 su di una parete della Chiesa di Santa Maria. All’indomani, il popolo del luogo fece gran festa all’immagine della Madonna; e da allora ogni anno il 26 Aprile rimane consacrato alla “Madonna del Buon Consiglio. L'immagine del quadro custodito nella chiesa di Fossato è una copia assai fedele dell'originale che si trova nel paese di Genazzano. Il Santuario di Genazzano viene considerato anche Santuario del popolo albanese. Numerosi pellegrini vengono a pregare la "loro Madonna", così come fece parecchie volte l'albanese Madre Teresa di Calcutta, l'ultima il 10 giugno 1993.
Lo storico fossatese Nino Pugliese ci descrive la Sacra Effigie: "la scena si divide in due settori ben distinti: in alto una gloria di angeli reca la Sacra Effigie della Madonna col Bambino ed in basso uno scorcio di città a picco sul mare, accoglie una monaca in estatica contemplazione, mentre in primo piano due devoti col figlioletto invocano grazia. Nel Quadro, viene riprodotta l’immagine originale della Vergine col Bambino con varianti di colori e dettagli: lo sguardo di Maria distogliendosi dal Figlio, si rivolge allo spettatore e Gesù assume il ciglio sicuro di approvazione dell’opera materna; lo schienale di fondo è giocato su toni scuri per far risaltare i rossi abiti del gruppo divino e le aureole dorate; l’arcobaleno si stacca cromaticamente dall’azzurro del cielo ed incornicia circolarmente la Madre ed il Bambino. La luminosa Immagine nella sottile cornice lignea è sostenuta da angeli in volo i cui drappi disegnano volute ed arabeschi a saturare lo spazio celeste. Un paffuto angioletto reca un nastro dedicatorio e controbilancia con la robusta mole il pieno costituito dallo scorcio paesaggistico in basso a destra, in cui una monaca è inginocchiata in preghiera davanti a cenni di architetture probabili riferimenti logistici. Nella Sacra Icona si vedono il mare, lo sfondo, i contorni. Il cielo via via chiaro accentua la linea d’orizzonte sul mare che riempie lo spazio inferiore del Quadro, lasciando solo una piccola sottile striscia di terra, ove è collocata la famiglia di devoti, forse committente dell’opera. L'artista pone in un finto primo piano la famiglia committente e più lontano la Beata in estasi; ma è l’Immagine venerata che effettivamente domina ed invade sontuosamente la scena. Le dimensioni e la luminosità dei cromatismi determinano il predominio scenico del Gruppo Divino, oggetto dell’affermata devozione, che sembra quasi staccarsi dalla tela per ascendere nell’etere divino. La tela, il cui contenuto è di carattere religioso, rientra sicuramente nella produzione a carattere devozionale; ma sa utilizzare le consolidate tecniche rappresentative tipiche dell’arte a carattere votivo per assurgere a modelli di certo spessore nei quali la tradizione si coniuga con il gusto di un popolo e fa di un oggetto di culto un documento di arte". Per quanto riguarda l'autore del dipinto, ecco cosa ci dice il sig. Pugliese: "Secondo il Frangipane, la firma del dipinto sarebbe di scuola settecentesca calabrese; secondo la più prevalente critica invece sarebbe da ascrivere a seguace d’estrazione gagginesca. Per maldestro arbitrario restauro la firma è rimasta coperta da materiali indelebili eventualmente da sottoporsi agli infrarossi".
(Nella foto il quadro della Madonna del Buon Consiglio)

Etichette: ,

postato da Miguel Cervantes; alle 10:33 AM,

0 Comments:

Posta un commento

<< Home