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"Natale insieme", protagonisti gli alunni delle scuole di Montebello

La manifestazione natalizia ideata in sinergia dai "Fossatesi nel mondo" con l'Istituto comprensivo di Montebello
Un successo di pubblico e di critica la manifestazione “Natale insieme” svoltasi a Fossato Ionico il 21 dicembre e organizzata dall’associazione “I Fossatesi nel Mondo” in collaborazione con l’Istituto comprensivo di Montebello Ionico.
Lo spettacolo è iniziato con recite e canti del Natale nel plesso scolastico di Fossato, a cura degli alunni della scuola, ben diretti e organizzati dalle maestre.
Il numeroso pubblico in sala, alla presenza del Direttore scolastico Filippo Canale, del presidente del Consiglio d’Istituto Domenico Crea, del segretario della scuola Nicola Briguglio e della referente del progetto, insegnante Carmela Stellittano, ha applaudito le ottime prestazioni dei ragazzi che si sono cimentati dentro una cornice scenografica di ottima fattura.
Ottima la performance del presentatore, il prof. Antonino Franco, che ha deliziato la platea con una conduzione da vero intrattenitore.
Al termine della prima parte della giornata con l’esibizione in coro di tutti gli alunni della canzone “Feliz Navidad”, i presenti sono “traslocati” in corteo verso Piazza Municipio, dove una folla di persone era in attesa dell’arrivo degli alunni.
Il corteo era preceduto da Babbo Natale che distribuiva caramelle ai bambini, e dal duo nativo di Cardeto Giuseppe Nucera e Giovanni Moro che, col tamburello e con la zampogna, allietavano i presenti con le note delle novene natalizie.
In piazza Municipio, gremita fino all’inverosimile, dopo la scenetta dei due caduti in guerra che chiedevano i loro nomi da scolpire sul monumento “nudo” posto in piazza, e dalla recitazione della poesia menzionata al “Premio Nosside 2007”, “Notte di luce” da parte dell’autrice Claudia Pugliese, si è passati al momento clou dell’evento, con la premiazione del concorso “Nonnu cuntimi nu fattu”, ideato dall’associazione fossatese in onore e memoria del sacerdote don Angelo Meduri.
Hanno partecipato al Concorso 151 alunni su 172 di tutto l’istituto comprensivo del comune e precisamente: per Fossato: alunni 31 (3 classi); per Montebello e Masella: Alunni 29 (3 classi ed una pluriclasse); per Saline: alunni 91 (6 classi).
La commissione esaminatrice, composta dagli insegnanti: Bruno Cannizzaro (presidente), Antonella Pangallo, Giovanna Riggio, Antonia Legato e Mimmo Pellicanò in rappresentanza dei “Fossatesi nel mondo”, ha svolto la mole di lavoro in pochi giorni.
Hanno vinto il primo premio, consistente in un buono di 250 Euro da spendere in materiale didattico gli alunni: Zampaglione Angela (classe III A) per Saline, con un racconto della seconda guerra mondiale; Alfannoti Concetta (classe IV) per Masella/Montebello con un racconto di vita quotidiana; Foti Veronica (classe V) per Fossato, con la descrizione del carnevale di una volta. Sono risultati degni di menzione gli alunni: Malacrinò Francesca (classe V A) e Romeo Santina (classe IV B) per Saline; Mafrici Francesca Pia (classe IV) e Mallimaci Daniela (classe V) per Montebello; Familiari Debora (classe IV) e Tripodi Antonio (classe V) per Masella; Pedà Maria e Tafa Maria (classe III), per il plesso di Fossato.
I ragazzi sono stati premiati dal nipote di don Angelo, il ragioniere Giuseppe Meduri che, commosso, ha affermato: “E' con grande gioia e profonda emozione che partecipo a questa cerimonia, durante la quale è stata consegnata una borsa di studio intitolata a mio zio don Angelo Meduri, pastore di questa comunità per oltre cinquanta anni. E' lodevole e commovente l'iniziativa di questa Associazione che, a distanza di anni, ha voluto ravvisare il ricordo di questo educatore, ricordo indelebile nel cuore della sua gente e che col passare del tempo sta ridiventando sempre più nostalgico perchè, a detta di molti, come si fa a dimenticare un sacerdote buono dall'anima semplice e dall'accoglienza cordiale? Come si fa a dimenticare il suo perenne andare dalla chiesa alle case, o la bellezza delle sue parole semplici e per questo forti perchè senza fronzoli, ma ricche di sapienza antica? E ancora come dimenticare il suo impegno nel progetto per rendere più bello ed accogliente il vecchio edificio della chiesa, ma molto più preoccupato della vera chiesa delle anime, di tutti i suoi parrocchiani che egli ha seguito fino alla fine nelle esigenze spirituali, morali ed anche economiche? E come dimenticare soprattutto il suo rapporto unico e bellissimo che aveva con i ragazzi, tanto da occuparsi personalmente della loro catechesi?
Dal più profondo del cuore sento di rivolgere un grazie sentito a tutti i componenti di questa Associazione, promotori di iniziative lodevoli che contribuiscono a tenere alto il nome di Fossato nel mondo attraverso le figure più rappresentative (e sono tante) e a creare momenti di coesione per tutta la comunità, riscoprendo la gioia di stare vicini gli uni agli altri in un'epoca in cui si corre troppo, in cui non si ha più quasi il tempo per uno sguardo, per un sorriso, rischiando di perdere ogni contatto umano”.
Il Presidente dell’associazione “ I Fossatesi nel mondo”, Domenico Pellicanò, ha tracciato un ricordo di don Angelo da quando, giovane, giunse a Fossato, dalla natia Ravagnese (Borgata a sud di Reggio) il 13 ottobre 1946, alla data della sua morte, avvenuta a Fossato il 5 febbraio 2001. (Era nato a Reggio Calabria il 17 marzo 1921).
Era un angelo di nome Angelo!, angelo di vita, angelo di zelo pastorale, di donazione totale alla volta di colui che faceva roteare la luna e le altre stelle. In tutta la sua ultra cinquantennale vita sacerdotale ha profuso i tesori del suo cuore e della sua mente verso gli ultimi, gli emarginati, i dimenticati.
Già prima dell’ordinazione sacerdotale (19 marzo 1945), il diacono Angelo Meduri ha testimoniato l’amore verso i fratelli con un alto tributo di sangue e di sofferenza: durante uno dei bombardamenti più devastanti sulla città di Reggio Calabria (era il 6 maggio del 1943), andò in fiamme la cappella del SS. Sacramento della Cattedrale, e Angelo per mettere in salvo alcuni collegiali del Seminario Arcivescovile affidati alle sue cure di prefetto, ha rischiato la vita, colpito da schegge di bomba che hanno lasciato il segno sul suo corpo martoriato.
Continuando a rovistare nel libro della memoria si potrebbero elencare decine e decine di toccanti episodi di paterna bontà e carità di cui il nostro amato pastore è rimasto sempre nascosto benefattore. Il suo cuore generoso ha palpitato amorevolmente per tutti, ma in special modo per i più bisognosi, il suo è stato un cuore grande quanto il mare.
Il modello che ispirò il sacerdozio di Don Angelo è stato, per tutto l’arco della sua vita terrena, quello francescano, nella più vera accezione del termine, e, la sua, in questo senso è stata una libera scelta, una testimonianza continua, quotidiana; di suo sono rimasti visibili i sandali senza lacci, il saio liso e consunto e la bisaccia sempre vuota.
A Fossato non vi è stata iniziativa atta ad elevare il tenore di vita e di civile progresso delle nostre popolazioni, in cui egli non abbia lasciato traccia visibile del suo impegno e della sua tenacia. E’ difficile menzionare le iniziative di un cinquantennio di operante ed alacre lavoro:
dal primo acquedotto di fortuna alla costruzione dell’oratorio parrocchiale (L’asilo); dalla rimozione della fatiscente baracca in legno, detta canonica, alla costruzione del monumento alla Beata Vergine Maria con annesso elettrodotto per illuminare la Statua nelle adiacenze della chiesetta immersa nel verde di una lussureggiante pineta in località Lungìa.
Ma l’impegno maggiore è stato profuso per la ricostruzione della Chiesa parrocchiale. Quando Don Angelo iniziò la sua missione fossatese trovò per chiesa solo quattro mura perimetrali con un tetto cadente che faceva, come si dice, acqua da tutte le parti, ed era inagibile sia per le funzioni sacre che per l’incolumità dei frequentatori. Ma dopo anni ed anni di tenace lavoro, di fervorosa e costante preghiera, di sacrifici nel “salire e scendere per le altrui scale”, il sogno di una vita si realizzò: pietra su pietra il Tempio sorse maestoso e bello, arricchito da una serie di mosaici di inestimabile valore artistico.
Don Angelo è stato sempre a disposizione di tutti, reperibile tanto nel bisogno quanto nell’aiuto, punto di riferimento e di speranze di tante generazioni; porta bandiera di cento battaglie civili combattute per il trionfo del regno di Cristo e per la salvezza delle anime, ma rispettando però l’altrui persona, le idee di tutti coloro che lo osteggiavano, per difendere dai lupi il gregge affidato alle sue cure di pastore e di padre.
Mimmo Pellicanò torna indietro nel tempo con un ricordo personale della sua infanzia fossatese vissuta a contatto con Don Angelo: “Ancora ritorna alla mia mente il curioso modo con cui ci chiamava: “Fordicchj”. Non sapevamo cosa significasse, per noi era una parola ravagnesota, ma era il modo più semplice e più dolce per chiamare i bambini. E poi da adolescente in canonica, dopo serate di sfide infuocate al bigliardino, si faceva la riunione, e noi, che avevamo pochi modi per passare il tempo libero, ma avevamo la “cattiva” abitudine di razziare frutta per le campagne, quasi a mò di sfida gli chiedevamo: E lui …. Ragazzi, fina a nu panaru no! (fino ad un cesto no!), è solo per divertimento. Ma ricordate nu panaru a testa!!!!! non una frutta in più! E giù risate allegre e spensierate per poi riprendere la serietà della riunione”.
Terminata la premiazione, tutti si sono riversati nel reparto del buffet, offerto dalle mamme e dagli insegnanti del plesso di Fossato Ionico, preparato con cura dalla donne dell’associazione sotto l’abile ed esperta guida della signora Filomena Nicolò.
Il falò acceso al centro della piazza ed i canti e balli con la fisarmonica, organetto e tamburello, hanno tenuto compagnia alla moltitudine di persone fino a tarda sera. Per una serata da incorniciare nella memoria dei montebellesi.
L'associazione ha proposto nel suo stand, il "calendario fossatese" (per la prima volta), completamente in dialetto, con foto del paese, proverbi e detti dei mesi dell'anno, alla modica cifra di 5 Euro. Per la stessa cifra di 5 Euro ciascuno, un dvd delle foto del paese e un cd con le ultime iniziative del sodalizio.
Un solo disappunto da parte del presidente dei “Fossatesi nel Mondo” che, come espresso anche sul sito dell’associazione http://www.fossatoionico.it/ si è lamentato che “alla manifestazione non sono stati presenti le autorità politiche e religiose, anche se invitate, ed è già la seconda volta che accade. Personalmente e a nome dell'Associazione Culturale esprimo il rammarico della comunità intera fossatese per il poco educato gesto delle personalità suddette che, anzichè riunire una popolazione, con il loro sciagurato comportamento non fanno altro che esasperare gli animi nei loro confronti!”.
(Nella foto una delle vincitrici del concorso "Nonnu cuntimi nu fattu", Veronica Foti con la famiglia)

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postato da Miguel Cervantes; alle 9:03 PM,

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