REGGIO CALABRIA, 11 maggio 2008 - Finisce in gloria per la Reggina, con le immagini di giubilo del pubblico del Granillo insieme ai propri beniamini, che hanno sconfitto l’Empoli al termine di una gara molto tesa e contratta nel primo tempo, liberata dalla rete di Barreto e poi, in seguito da quella di Amoruso. Per l'Empoli i giochi non sono ancora chiusi, anche se c'è da battere il Livorno e attendere gli altri risultati.
45' DI TENSIONE - Orlandi si affida ai suoi piedi migliori per cercare i tre punti della salvezza, mettendo Brienza e Cozza in appoggio ad Amoruso, unica punta. Dall’altra parte Cagni ha risposto con il tandem offensivo Giovinco-Vannucchi, molto leggero ma inevitabile per via delle condizioni non perfette di Saudati. Sono gli ospiti che provano a prendere l’iniziativa, senza però creare grandi pericoli a Campagnolo: i ragazzi di Orlandi, invece, sono attenti a non concedere nulla ai fraseggi centrali dell’Empoli e a cercare le immediate ripartenze. Spesso, però, con inutili lanci lunghi per Amoruso, chiuso dalla coppia Raggi-Marzoratti. I primi sussulti, però, sono dei calabresi: Brienza impegna Bassi due volte in un minuto, prima con uno splendido slalom per entrare in area e concludere sul primo palo (deviato in corner) e poi con il sinistro appena entrato in area, sempre con la deviazione in angolo dell’attento portiere empolese. Da qui domina soprattutto la tensione, perché entrambe le formazioni hanno paura di scoprirsi e concedere il gol che potrebbe tagliare le gambe. La palla buona sembra arrivare a Cozza, che dopo un bello scambio tra Amoruso e Brienza raccoglie la ribattuta sul tiro dell’ex palermitano ma spara alto da ottima posizione al 41’. Poco dopo arriva anche un brivido da parte dell’Empoli, fino a qui decisamente discreto: ci pensa Marchisio con il tiro da fuori, ma il suo sinistro sibila alla destra di Campagnolo (43’).
BARRETO LIBERA TUTTI - I risultati dagli altri campi impauriscono entrambe le formazioni, e per almeno un quarto d’ora non succede assolutamente nulla, malgrado la decisione di Cagni di togliere Antonini e avanzare la posizione di Abate, formando così un tridente con Giovinco e Vannucchi. I difensori calabresi però restano molto attenti, in particolare un eccellente Costa, bravo a non farsi mai saltare sulla sua fascia sinistra. L’Empoli inserisce anche Saudati, per dare più peso all’attacco e un punto di riferimento ai compagni, ma una partita del genere può sbloccarla solo un episodio. Così avviene al 23’, infatti, quando Barreto lascia partire un destro poderoso che va a infilarsi all’incrocio dei pali, liberando l’urlo del Granillo e facendo esplodere l’entusiasmo dei tifosi. L’Empoli torna dal sinistro di Marchisio per provare a pareggiare, e il centrocampista calcia nuovamente vicinissimo al bersaglio grosso dal limite dell’area. Abate prova anche lui il colpo del pareggio, dopo uno slalom in area di rigore, ma il suo tiro viene respinto da Campagnolo. L’Empoli ora è tutto in avanti, anche Buscè (ottima la sua gara) avanza la sua posizione, e lascia inevitabilmente spazi utili alla Reggina: Amoruso e Brienza lo graziano al 29’, non capitalizzando un buon contropiede, ma l’ex attaccante della Juve non perdona al 34’, eliminando con un dribbling Marzoratti e battendo imparabilmente Bassi. Da qui in poi, in sostanza, è solo una marcia di avvicinamento alla grande festa che i tifosi vogliono scatenare per la salvezza acquisita matematicamente grazie alla sconfitta del Parma, mentre gli ospiti non ne hanno più. La buona notizia per Cagni, però, arriva dall'Olimpico di Torino: il pareggio di Del Piero nel finale contro il Catania tiene ancora in gioco i toscani (-3 dai siciliani), che potranno giocarsi l'ultima chance contro il Livorno.
Giornata incredibile. Sull'orlo di un vulcano. Doveva essere il giorno dell'Inter. Non lo è stato. L'Inter doveva chiudere il conto. Balotelli, l'italiano che non può andare all'Olimpiadi perché la legge (lo "ius sanguinis") non lo riconosce come tale, sembra riuscirsi. Kharja, un ex romanista riapre tutto e adesso la Roma è appena un piano sotto l'Inter, basterebbe una rampa di scale. Mancano 90' minuti. In fondo, Livorno in B e Parma ed Empoli che continuano a sperare grazie alla Juve. E domenica c'è Parma-Inter, un formidabile testa coda.
INTER-SIENA 2-2 Inizio scoppiettante, due palle gol interiste nei primi 180 secondi, spalti esaltati. Al 9' traversa di Materazzi. Quando due minuti dopo Vieira segna di testa tutti vorrebbero essere già al 90'. Infatti al 30' cambia tutto. Maccarone riapre la storia più avvincente dell'anno bruciando sul rapido, dopo un taglio splendido, un quasi immobile Burdisso. Poi Rossi, se non fosse per Julio Cesar, farebbe anche l'1-2. Stadio atterrito. L'Inter appare tremebonda. Ci pensa Balotelli a ricucire la speranza (45'), ma il merito è ancora di Vieira che prolunga di testa. Finito, festa, lacrime di gioia? Kharja di piatto destro dice di no: non è ancora finita. Gli attacchi diventano disordinati. Tutto cuore. L'Inter è sempre nell'area del Siena. In panchina Mancini invecchia a vista d'occhio. Riganò trattiene Materazzi. Rigore. Cardipalmo. Materazzi lo tira malissimo. Manninger para. Dentro Crespo. Finale di pura confusione agonistica. Si azzoppa Cambiasso. Cruz è sfinito, a saltare di testa va addirittura Jimenez. La festa non si può fare?
ROMA-ATALANTA 2-1 La partita si gioca anche, e forse soprattutto, al Meazza. Quindi è come se Vieira segnasse anche all'Olimpico. Al 14' Vucinic è distratto, o forse troppo morbido, e si divora un gol a tre metri dalla porta. Il vantaggio interista però non appiattisce i giallorossi, che non perdono né motivazioni né ritmo né concentrazione. Tanto che al 22' Panucci, quinta marcatura in campionato, fa un gol quasi identico a quello di Vieira. Altro gol: Maccarone. Pubblico in festa come se ci fosse una doppia diretta. Quasi non si accorge della traversa di Belleri. Paradosso: la ripartenza del sogno irrigidisce la Roma, che passa un momentaccio. Segna (a Milano) Balotelli. Rosella Sensi in tribuna fa una smorfia mai vista sul suo volto. Arriva però una gran punizione di De Rossi (2-0) e un minuto dopo Karjha, come se ancora vestisse la maglia giallorossa, manda in estasi l'Olimpico pur essendo lontano 500 chilometri. La festa diventa incontrollabile quando Materazzi sbaglia il rigore. Accorcia le distanze Bellini. La Roma è a un punto dall'inimmaginabile. Uno solo.
JUVENTUS-CATANIA 1-1 Dovrebbe fare tutto il Catania, unica ad avere qualcosa da chiedere al match. Tanto più che dopo 10 minuti, col Parma in vantaggio a Firenze, gli uomini di Zenga sarebbero in B. La Fiorentina dà una mano ai siciliani, che però continuano a sembrare mezzi imbalsamati. A inizio ripresa un mischione sulla linea di porta manda in gol (di pancia) Martinez con un Buffon insolitamente stranito. La Juve reagisce e segna. Catania di nuovo a ballare.
L'Inter frena, la Roma a meno 1scudetto, ultimi 90' da batticuore"
FIORENTINA-PARMA 3-1 Parma in vantaggio all'11 con Budan, lasciato solo sul secondo palo come tutti gli attaccanti vorrebbero essere. Il gol scompagina le teorie sulla retrocessione, altera gli equilibri sugli altri campi. La contemporaneità dei match aumenta il valore del momentaneo 0-1 parmense. Fioccano occasioni per i viola. Bravo Pavarini in porta. Ma al 38' pareggia Santana (polemicissimo nel festeggiare) e la Fiorentina agguanta momentaneamente il Milan. Col Parma che ridiscende virtualmente in B. Pavarini si triplica in porta ed evita la sconfitta con parate d'ogni tipo. Semioli stravolge tutto solo per i viola. Fiorentina per ora in Champions. Terzo gol di Osvaldo che come al solito festeggia mimando il mitra in omaggio a Batistuta. Ma il Parma, pur perdendo, rivive grazie alla Juve. E domenica c'è l'Inter...
LIVORNO-TORINO 0-1 Livorno già a immaginare la rifondazione fra i cadetti con Cristiano Lucarelli a fare da chioccia a un manipolo di giovani. Torino di De Biasi ancora lì a stringere i denti ma con un paio di punticini in più. Il gol di Rosina al 41' sgancia il Toro dalla B. Dove affondano, da adesso matematicamente, gli amaranto.
UDINESE-CAGLIARI 0-2 L'Udinese vuole puntare al quarto posto. Al Cagliari tornerebbe comodo un pari per stare tranquillo (quasi). I padroni di casa non fanno molto. I sardi sfiorano il vantaggio con Jeda a fine primo tempo e segnano a inizio ripresa con Acquafresca e Cossu. Sarebbe salvezza matematica. E la squadra la dovrà a Robert Acquafresca perché la legge non scritta (vedi Reggina lo scorso anno con Amoruso e Bianchi) è sempre la stessa: chi ha una punta che fa gol non retrocede quasi mai. Udinese dietro la Samp.
NAPOLI-MILAN 3-1 Il Napoli ostenta una condizione invidiabile dopo la sconfitta di Torino, il Milan si adatta e non punge, anzi gioca proprio male. Al 35' un gol da campione di Hamsik fa esplodere il San Paolo (ma i giocatori del Milan gli lasciano una prateria). Entra Pato. il 2-0 arriva su rigore, lo segna Domizzi. Persa per ora la Champions, il 3-0 di Garics saprebbe di umiliazione per i rossoneri, se Seedorf non facesse l'1-3.
GENOA-LAZIO 0-2 Nella partita senza voglia, che sta lì solo per onorare il calendario, qualcosa ci mette Pandev al 32' che porta avanti i biancocelesti. Raddoppia Rocchi. Genoa, specie la difesa, in palese vacanza non autorizzata.
PALERMO-SAMPDORIA 0-2 Giochicchiare senza giocare. La finale di Coppa Italia fra Roma e Inter apre un altro posto per la Uefa. La Samp dovrebbe dimostrare di averne più voglia, ma una sola volta va vicina al gol. Per un po' sembra che la notizia più importante sia il fatto che Amauri sta giocando molto probabilmente la sua ultima partita in rosanero. La punizione-gol di Cassano è un disegno rinascimentale. Utilissimo anche, perché la Samp sorpassa l'Udinese. Maggio raddoppia.
fonte ga sport.---repubblica.it
Etichette: Reggina calcio, serie A
postato da Anonimo; alle 11:22 PM,
3 Comments:
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At 7:57 AM,
said...
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ora speriamo che foti al posto di comprarsi negozi compri qualche giocatore
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At 11:57 AM,
said...
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montebello blog...porta FORTUNAAAAAAAAAAAAAAAA
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At 8:58 AM,
said...
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lillo mangia e beve bravo
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