6: A morte la Democrazia!
Lo Zar Loris, come da tradizione di tutti gli Zar, è allergico a tutte le forme di democrazia e di potere di espressione popolare.
Loris vuole essere sempre l'espressione più pura e genuina del potere assoluto. E non vuole essere contraddetto in nessun modo, nè è intenzionato ad addossarsi delle responsabilità per il suo operato (la colpa è sempre di qualcun altro) ed è disgustato da ogni forma di richiesta popolare che giunge al suo tavolo di noce, come la proposta firmata da centinaia di cittadini-sudditi che chiedono a gran voce l'ADSL (la linea veloce di Internet) nelle aree interne del suo vasto territorio.
Riguardo quest'ultimo problema, lo Zar non ha dato confidenza ai sudditi-cittadini firmatari (ma cosa vogliono questi che protestano sempre?) e non voleva neanche discutere la richiesta di fronte al Gran Consiglio, come richiede la legge.
Perchè lo Zar si considera al di sopra delle leggi, e le sopprime d'iniziativa quando non gli garbano!
D'altra parte, nella sua zona di residenza (Salinengrado) , il servizio ADSL esiste, e chi se ne frega delle aree interne!!!
Ma il suo vice, un certo maresciallo Romero (un tempo alle dipendenze del generale Pinochet) la combina davvero grossa rompendo le uova nel paniere allo Zar. Succede infatti che il vice, incaricato di preparare i conti di cassa dell'amministrazione, sbaglia tutti i conteggi, e così arriva l'ammonizione dei giudici contabili.
E siccome lo Zar ha paura dei giudici che gli pososno sempre addebbitare qualche marachella, ordina al suo fidato vice di aggiustare immediatamente i conti.
Ma per farlo ha bisogno di convocare il Gran Consiglio e così inserisce all'ordine del giorno anche la richiesta di discussione che i sudditi-cittadini hanno inoltrato per ricevere l''ADSL.
Lo Zar, a malincuore, soffrendo, è stato costretto ad ubbidire alla legge, anche se per cause di forza maggiore.
Il suo vice ubbidisce subito al Gran Capo, anche perchè spera di prendere, un giorno, il suo posto. Speranza di marinaro!!!
Lo Zar, conoscendolo, non ha mai avuto questo desiderio di dare spazio a Romero. Anzi, lo ha trombato inesorabilmente alle elezioni della Provincia, dopo avergli promesso mari, monti, lune e soli; ma, a conti fatti, nella sua Corte, la conta dei voti espressi per Romero è risultata scadente.
Il vice si è arrabbiato, ma ha fatto buon viso a cattivo gioco: non può protestare più di tanto, se no il Capo gli toglie i viveri. E sono dolori...
E comunque qualche concessione lo Zar la concede al vice: girare per le strade dei quartieri con la Corona d'oro, che però deve subito restituire non appena la passeggiata-cerimonia finisce.
Magra consolazione per il vice-illuso.
E così, la Democrazia alla Corte di Montebello, sotto i colpi violenti dello Zar (e del suo vice quando ne fa le veci), viene colpita a morte e ridotta al lumicino.
I cittadini, però, sono stanchi degli oppressori e minacciano qualcosa.
Che sia in arrivo una rivoluzione?
Etichette: Loris il Diabolico, Politica
postato da Anonimo; alle 8:11 PM,
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