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L'insegnamento della morte del poliziotto Filippo Raciti

FUORI DAGLI STADI I DELINQUENTI VESTITI DA TIFOSI, E DENTRO LE FAMIGLIE PER BENE!!!
Ancora un morto. Per una partita di calcio. Questa volta, fuori dello stadio. Dopo la partita di serie A Catania -Palermo. Poteva essere, e doveva essere una giornata di festa, di sport.

Ma così non è stato. Ancora un morto, l'ennesimo, nel calcio italiano. Vi è stata grande indignazione, partecipazione e dolore per questo omicidio assurdo. Un uomo che fa il suo dovere viene ucciso mentre rischia la vita per pochi Euro in più. Mentre svolge il suo compito di proteggere i cittadini.

Chi lo ha ammazzato è un giovane senza ideali, che sicuramente non ama la vita, nè sa apprezzarne il valore. Ma non è il solo responsabile.

Colpevoli sono i suoi amici che erano con lui a formare il branco degli imbecilli della domenica. Colpevoli sono le autorità politiche che hanno permesso fino adesso ai delinquenti di fare da padroni dentro e fuori gli stadi di calcio.

Colpevoli sono le società che hanno protetto i tifosi più scalmanati e gli ultras, e non si sono adeguati alle leggi dello Stato che riguardano la sicurezza negli stadi.

Colpevoli, quindi, sono in molti.

Speriamo che questa volta si possa dire BASTA!!!

Speriamo che l'insegnamento dell'ispettore Filippo Raciti sia efficace.

Bisogna voltare pagina! Niente calcio se non è sicuro. Nessun delinquente allo stadio. Sicurezza per le famiglie che vogliono andare a seguire in serenità una partita di pallone. Messa al bando dei tifosi violenti.

Come hanno fatto gli inglesi, è ora di mettere al bando i delinquenti-imbecilli, che sono il rifiuto più autentico della nostra società.

La proposta del ministro degli Interni Giuliano Amato, di affidare ai tifosi (per così dire) violenti il lavaggio dei bagni degli stadi, non è soltanto una proposta deterrente, ma bensì rappresenta simbolicamente, quello che in realtà sono questi teppisti: cioè dei lava cessi!!! Meritevoli di stare nei cessi quando si giocano le partite, perchè loro, dei valori dello sport, non ne comprendono neanche il significato.

Ha fatto tenerezza il figlio del poliziotto, Alessio, di appena 9 anni, vestito con una giacca del padre ai funerali, con in testa il berretto su cui vi erano i gradi di ispettore del suo papà.

Ha fatto tenerezza la figlia Fabiana (Papino mio, eri come me, eravamo uguali io e te) mentre ha letto, tre le lacrime, il suo messaggio d'addio.

E hanno fatto pensare le parole della vedova Marisa Grasso (nella foto con i suoi due figli ai funerali): Mi rivolgo a quelle persone che immaturamente, stupidamente, scioccamente, guardando un poliziotto e quanti portano la divisa, lo guardano con disprezzo e odio. Mio marito, oltre a essere un bravissimo poliziotto, era un grandissimo uomo, aveva qualità vere, era sincero, leale, affidabile, disponibile. Non lo vedo morto, perchè è sempre presente. Era un educatore alla vita, così lo stimano i suoi colleghi. Vorrei che sia un educatore anche nella morte e che questa morte possa portare veramente cambiamenti e che non ci sia un'altra famiglia a provare questo enorme dolore. I ragazzi riflettano, la sportività è una cosa bella, la violenza fa male. Essere grandi si dimostra col rispetto.

Speriamo che i desideri della vedova, che sono quelli degli italiani e degli sportivi, verranno recepite da chi di competenza, e attuate in fretta.
Il nostro blog si unisce al dolore della famiglia e della polizia di Stato.

Nella foto i funerali dell'ispettore capo Filippo Raciti.

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postato da Miguel Cervantes; alle 7:08 PM,

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