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Giuseppe Musolino brigante o eroe? (Parte II)

La cattura del bandito Musolino (Seconda ed ultima parte)

(Da "La Tribuna Illustrata" del 27 ottobre 1901)
I tentativi più interessanti di cattura sono stati tre. Nel primo, si provò a risolvere Musolino ad emigrare clandestinamente. Due subagenti di emigrazione attirati dal premio riuscirono a fargli promettere di recarsi nottetempo su una nave ancorata poco oltre il capo Bruzzano. E una nave fu mandata là perché Musolino si rassicurasse, ma egli all'ultimo momento fece telegrafare ai subagenti che non sarebbe più partito. La nave se ne andò; egli comparve tre o quattr'ore dopo e, non vedendo più nemmeno una barca alla costa, capì il tranello e promise altre due vendette. Nel secondo tentativo fu indotta una bella giovane del mandamento di Gallina, figlia d'un "sorvegliato speciale" e molto ammirata da Musolino, a farlo venire in sua casa a data fissa. Musolino invece vi andò una notte prima, improvvisamente, non lasciò uscire dalla casa nessuno, così che nessuno potè andare ad avvertire i carabinieri, portò via con sé la donna, se la condusse per tre giorni sulle montagne di Bagaladdi e poi la rimandò giù con qualche dono e molte gesta da raccontare. Nel terzo il "confidente" Princi riuscì ad attirare Musolino nella grotta di Mingoja, intorno alla quale il brigadiere Sorrentino aveva disposto un doppio cordone di vigilanza per fargli gustare dei maccheroni caldi, dei quali il bandito pare assai ghiotto. I maccheroni avevano, fra gli altri condimenti, anche una buona dose d'oppio. Ma l'oppio era guasto e non agì. I "cordoni di vigilanza" agirono anche peggio perché, quando Musolino era per incapparci, una guardia napoletana nascosta di dietro un cespuglio vedendoselo a cinque passi ebbe paura, e gridò un "Chi va là?" così che Musolino scaricò la doppietta nelle gambe dei Princi, si gettò giù per il burrone, incontrò il secondo cordone, uccise il carabiniere Reparato e scomparve. Vi fu anche un tempo in cui Musolino cercò persino ricovero in una tomba del cimitero di Roccaforte, e si era adattato a passare le sue notti in compagnia dei teschi umani e di un mucchio d'ossa. Musolino non provava brividi innanzi allo spettacolo della tomba; si accomodava formandosi un giaciglio con erbe secche raccolte in quelle contrade e non risparmiava di fornire la sua dimora di pugnali e fucili e di un buon lume, e di forare nello stesso tempo il muro onde ricevere aria pura! In Calabria è popolarissima una canzone che si vuole sia stata scritta da Musolino e che non è forse una delle ultime cause della sua triste celebrità e del suo prestigio in mezzo a quelle popolazioni fiere e sentimentali. Un'altra poesia scrisse Musolino intorno alla sua inviolabilità, diventata leggendaria fra i contadini della Calabria. Un giornale pubblicava, qualche tempo fa, un'approssimativa statistica di quanto il Musolino era costato al Governo, già qualche mese fa, per le misure di pubblica sicurezza prese per la sua cattura.Si presume che le spese complessive, per la dislocazione delle truppe negli Abruzzi - che come è noto nell'inverno scorso raggiungevano quasi due reggimenti abbiano toccato le 500.000 lire, e a queste aggiungendo le altre spese ingenti per lo spionaggio, per gli arresti numerosi e per tutte le misure di P.S., si verrebbe a raggiungere e forse a sorpassare la somma tonda di un milione. Nessun galantuomo ha mai costato tanto al Governo! (Fine)
Nella foto il brigante Giuseppe Musolino
Il racconto "La cattura del bandito Musolino" è disponibile per il download in formato pdf nell'area Download Libri e Racconti.

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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 2:34 PM,

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