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Il Cavaliere ed il Mondo

Pubblichiamo qui di seguito un bellissimo racconto inviatoci dal nostro lettore e caro amico Domenico Principato.

Questo breve racconto che par quasi una fiaba per bambini, pretende di essere figlio delle famigerate lezioni americane di Italo Calvino. Misto tra una linea indefinita in cui la prosa par sconfinare nella poesia consegna al lettore la risposta filosofico-letteraria ad una domanda: “come reagisce l'uomo comune alla pesantezza della vita? ...Come si comporta o si dovrebbe comportare l'intellettuale disorganico di fronte ai disastri dell'essere moderno?”In questi giorni in cui intercorre il giorno della memoria viene in mente la frase di un famoso storico che disse: “dopo l'olocausto sarà impossibile ritornare a fare poesie”.Ebbene noi vogliamo fare poesie con Auschwitz nel cuore, memori che l'orrore si supera con la più grande leggerezza della fantasia, con la non violenza dell'ironia tagliente,con la fiaba.UN UOMO PUO' DIMENTICARE I BAMBINI RIMANGONO FERITI A VITA.

Domenico Principato (assoluto1985@libero.it)

Il Cavaliere ed il Mondo

Il cavaliere senza cavallo di piume porta il cappello. Una scopa gli pare un calesse. Il volto ha della fame smagrita, ma le rughe pesanti gli costruiscono sull'ovale un sorriso leggiadro. Qualcuno lo vide e pensò del mondo la fine, all'apocalisse di Nostro Signore.Il cavaliere senza cavallo,come un fantino senza pesantezza né carne, leggiadro cavalca la vita e vola sugli anni. Non gira il dolce sguardo all'indietro e vola più in alto e rivola ancora più in basso senza mai toccar terra. Rilucono gli occhi suoi di metallo mercuriale e nell'aria galleggia senza ..senza "'nnacata".Veloci i treni gli passano vicino, sferragliano le rotaie ed ali paion d'angeli, come anguille essi corrono verso una linea retta, esile, indefinita.Il cavaliere errante non ha tetto e non ha altari possenti dove poter venerare vaghi dei, non deglutisce l'esile e velina ostia, le orecchie sue trapassano il silenzio della vita menzognera.Non conosce la leggera morte che con falce alata taglia e ritaglia. Rifiuta di conoscere la realtà più buia e su nuvole di sogni egli cammina e si nasconde. Non ha mai conosciuto Sancho, ma un giorno riconobbe in una osteria piena di barzellette il collega Don Chischiotte e Dulcinea dai capelli ricci, e di entrambi ascoltò commosso la dolce storia fugace, ogni tanto ridendo.Codesto cavaliere non è mai sceso per difendere nessuno poiché di materiale etereo esso è fatto e nessuno lo vede. Egli ascolta le urla sinfoniche del mondo, ma nulla può perché di atomi è privo.Non fa volare le piumate penne sui rozzi fogli di papiro e non stampa pensieri, perché i pensieri si alzano via come fumo. Ucciso ha con colpo di lancia gli addii, potendo viaggiare da Vienna a Chicago in poco meno di un secondo. Non conosce il piombo,e non lo ha mai visto o sentito cantare. Sulla spuma del "Mare delle utopie" galleggia la sua testa e di Tommaso moro non ha letto una riga. Una sola domanda dall'alto della sua bocca ricade sugli uomini: “Fino a quando? Quo usque tandem Catilinae?” Già! Fino a quando Catilina, il Catilina dei giorni nostri si abuserà della nostra pazienza? E una risata liberatoria come etere si perde nell'aria opaca,essa si spande e dispande come gas ironico sul mondo. La forza del sorriso…una risata vi seppellirà! Il cavaliere vola via passando sopra i disastri di questa nostra vita puttana, ridendo…lontano…lontano sotto una luna isbigottita.

Domenico Principato (assoluto_1985@libero.it)

Nell'immagine: "Un Dardo contro il Disastro incombente" di Fabio L. Macheda

Il racconto è disponibile in formato PDF zippato nell'area Download libri e racconti.

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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 12:23 PM,

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