Anche il PRC contro il carbone svizzero a Saline
giovedì 23 agosto 2007
E’ quanto afferma in una nota il capogruppo del PRC in Consiglio provinciale di Reggio Calabria, Omar Minniti.
“Era il 22 dicembre del 1985. Oggi, nell’agosto del 2007 – afferma Minniti - lo spettro nero del carbone torna a aleggiare sulle teste dei reggini. Sembra, infatti, trovare fondamento – attraverso la forte denuncia di Legambiente – una voce circolata con sempre maggiore insistenza negli ultimi mesi, relativa all’acquisizione dell’area dell’ex Liquichimica di Saline Joniche da parte di una società elvetica e la volontà, avanzata da quest’ultima, di allocare in questo sito (oggi dismesso) una centrale elettrica da 1.200 MW. Una centrale “gemella” di quella in via di riconversione a Torrevaldaliga di Civitavecchia, contro la quale è in corso da anni una dura lotta da parte dei cittadini, delle associazioni ambientaliste e di gran parte degli Enti locali, che coinvolge trasversalmente tutta la società civitavecchiese, con presenze nei cortei che vanno da Rifondazione Comunista a Forza Italia”.
“Consideriamo sciagurata questa decisione – prosegue Minniti -che andrebbe ad abbattersi contro il territorio di Saline, con gravissime conseguenze per l’ambiente circostante (e non solo perché nei pressi dell’area sorgono i “Laghetti del pantano”, sito d’importanza comunitaria) e la salute umana: essa costituirebbe, tra l’altro, la pietra tombale per ogni ipotesi di sviluppo turistico per tutto il comprensorio. Il “carbone pulito”, non esiste. E’ solo un mito costruito da fautori di un modello di produzione energetica che fa parte dell’archeologia industriale. Il carbone, in realtà, è il primo nemico del surriscaldamento globale, con le più alte emissioni specifiche di gas serra tra i combustibili fossili. Ma consideriamo altrettanto grave ed indicativo il velo di segretezza che, sin qui, avrebbe caratterizzato le trattative condotte dalla società svizzera. Tutte le istituzioni locali erano proprio all’oscuro delle reali intenzioni di questo gruppo d’imprenditori? L’interrogativo è d’obbligo ed occorre che venga prontamente confutato, per dimostrare che nei palazzi reggini non segga qualche “cavallo di troia” che opera alle spalle della collettività”.
“Si prenda posizione in tutte le sedi opportune contro il nuovo ecomostro – conclude Minniti -e, visto che l’opera attualmente si trova solo ad uno stadio teorico, si lavori da subito per avanzare soluzioni alternative ed ecocompatibili. Che, per restare nel campo della produzione energetica, potrebbero riguardare le fonti rinnovabili e pulite, quale ad esempio l’energia solare ed avrebbero le medesime ricadute in termini di crescita occupazionale. In particolare, chiediamo che l’Amministrazione provinciale e il Presidente Giuseppe Morabito prendano una posizione netta contro l’ incubo del carbone e fungano da raccordo per tutte le istituzioni che si opporranno al progetto. La Provincia può recitare, infatti, un ruolo chiave per impedire che l’opera si concretizzi, visto che tra le sue competenze vi è il rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale necessaria per la costruzione. Nei prossimi giorni, Rifondazione Comunista presenterà – assieme a tutte le altre forze politiche disponibili – una richiesta di convocazione del Consiglio provinciale, con all’ordine del giorno un dibattito sulla realizzazione della centrale di Saline Joniche”. Alle parole di Omar Minniti fa eco Celeste Costantino , componente dell’Esecutivo nazionale dei Giovani comunisti Prc, che in una sua nota dichiara: "I cittadini della provincia di Reggio Calabria l’hanno già dimostrato con i fatti: una centrale a carbone su questo territorio non passerà mai. Hanno sconfitto l’ipotesi sciagurata e folle di costruirla a Gioia Tauro oltre vent’anni fa – afferma Celestino - sono pronti a farlo anche a Saline Joniche oggi. Tutte le persone animate da un briciolo di buonsenso dimostreranno con fermezza che su questo territorio non c’è spazio per arcaiche e dannose tecnologie industriali. E i Giovani comunisti faranno la loro parte partecipando da protagonisti alle iniziative sul territorio, mettendo in rete Saline con le altre esperienze italiane di resistenza e lanciando una campagna nazionale che sarà messa a punto al campeggio europeo dei Gc che si aprirà sabato a Sapri”.
“Per questo motivo – conclude Celestino - è bene uscire subito da ogni ambiguità: il governo nazionale, con i rappresentanti reggini e calabresi in primis, il presidente e la giunta regionale, la Provincia, gli imprenditori, i partiti politici dicano subito cosa pensano della centrale a carbone, evitino la politica dello struzzo. Anche perché non è affatto credibile la favola che vogliono raccontarci secondo cui la società ha comprato i terreni di Saline senza che nessuno a Roma e in Calabria ne sapesse nulla. Siamo determinati e chiediamo coerenza: la centrale a carbone non si farà. I Giovani comunisti, a livello nazionale, saranno impegnati in prima linea su questa battaglia. Per vincerla: le prime iniziative saranno messe a punto già da questo fine settimana, in occasione del Campeggio nazionale dell’organizzazione che si svolgerà a Sapri: partirà da lì una campagna nazionale sul caso Saline”.
Nella foto una veduta aerea dell'ex area industriale di Saline, oggi oasi naturale protetta del pantano di Saline
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postato da Vladimir Ilic Uianov; alle 1:29 AM,