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40 anni dalla morte di Che Guevara

Sono passati quarant'anni dalla morte in Bolivia di Ernesto Che Guevara. Visto nell'immaginario collettivo della sinistra mondiale come simbolo della ribellione e della difesa della libertà, Ernesto Rafael Guevara De la Serna più noto come il Che è stato un rivoluzionario argentino. Il soprannome di "Che", o per esteso "Che Guevara", gli è stato attribuito dai suoi compagni di lotta cubani in Messico, e deriva dal fatto che Guevara, come tutti gli argentini, pronunciava spesso l'allocuzione "che", parola derivante dalla lingua Mapuche che significa "persona" e che è stata ripresa nello spagnolo parlato in Argentina e Uruguay, per richiamare l'attenzione di un interlocutore, o più in generale, come un'esclamazione simile a "hey". In questo post, vogliamo ricordare il Comandante Guevara ripercorrendo, così come sono riportati su wikipedia, gli eventi che, in quel triste ottobre di quaranta anni fa, portarono alla cattura e alla barbara esecuzione di quest'uomo carismatico che oggi è considerato il rivoluzionario per eccellenza.

En una revolucion se triunfa o se muere.

Già da più di un mese, dal 31 agosto, l'avanguardia di Guevara era rimasta sola dopo l'annientamento da parte dell'esercito della retroguardia comandata da Joaquin, a Puerto Mauricio, sul rio Grande. L'imboscata contò con la delazione di un contadino Honorato Rojas che, sotto minaccia dell'esercito (la moglie si lamentò per le percosse inferte al marito), informò su luogo del possibile attraversamento del fiume da parte dei guerriglieri.
Guevara, durante i primi giorni di ottobre, ormai con poche informazioni, senza viveri e con scarse vie di scampo, si rifugia in un canalone (quebrada) dove è circondato da forze militari preponderanti. Qui Guevara è catturato dall'esercito boliviano, assieme ad altri guerriglieri, l'8 ottobre del 1967 nella quebrada del Yuro, a pochi km dal villaggio de La Higuera. Si arrese dopo essere stato ferito alle gambe e dopo che il suo fucile fu distrutto da un proiettile. Barrientos, appena informato della cattura, diede l'ordine di assassinarlo, ma diffuse un comunicato in cui affermava che Che Guevara era morto in combattimento. Guevara fu recluso nella piccola scuola del paese, dove passò la notte. Fu ucciso nel primo pomeriggio successivo. L'uccisore fu Mario Terán, un sergente dell'esercito scelto a sorte tra alcuni volontari. Su quanto accadde dopo, esistono diverse versioni. Qualcuno dice che Terán era troppo nervoso, al punto di uscire dal locale e dover essere ricondotto dentro a forza. Per altri, non volle guardare Guevara in faccia, così da sparargli alla gola, ferita che sarebbe stata fatale. Per altri ancora, il sergente avrebbe avuto bisogno di ubriacarsi, al fine di portare a termine il compito. La versione più accreditata racconta che Guevara ricevette diversi spari alle gambe, sia per evitare di deturpargli il volto ed ostacolare l'identificazione, sia per simulare ferite in combattimento, così da nascondere l'esecuzione sommaria del prigioniero. Come colpo di grazia, gli spararono al petto: ferita che gli riempì i polmoni di sangue. Guevara pronunciò diverse parole famose prima della morte. Si è detto che avrebbe accolto così il suo uccisore: "So che sei qui per uccidermi. Spara dunque, codardo, stai solo uccidendo un uomo". Il suo corpo fu legato ai pattini di un elicottero e portato a Vallegrande, dove venne adagiato su un piano di lavaggio dell'ospedale e mostrato alla stampa. Le fotografie prese allora fecero nascere leggende come quelle di San Ernesto de La Higuera e El Cristo de Vallegrande. Dopo che un medico militare ebbe amputato le mani al cadavere, l'esercito boliviano fece sparire il corpo, rifiutandosi di rivelare se i resti fossero stati sepolti o cremati. La caccia a Guevara in Bolivia fu guidata da Félix Rodríguez, un agente della CIA che era stato infiltrato a Cuba per prendere contatto con i ribelli dei Monti Escambray e con ambienti anti castristi di l'Avana prima dell'invasione alla Baia dei Porci e che era stato con successo fatto uscire dall'isola dopo il fallimento dello sbarco. Rodríguez riferì la notizia della cattura al quartier generale della CIA a Langley, in Virginia, servendosi di diverse stazioni dell'Agenzia situate in Sud America. Dopo l'esecuzione, Rodríguez prese per sé oggetti personali di Guevara, tra cui il suo Rolex. Negli anni seguenti, avrebbe spesso mostrato con orgoglio ai giornalisti questi cimeli. Un altro fatto, di minore rilevanza, collegato alla cattura ed alla morte di Guevara fu l'arresto di Régis Debray. Nell'aprile 1967 le forze governative boliviane catturarono Debray, un giovane francese, professore di filosofia all'Università dell'Avana, che aveva studiato all'Ecole Normale Supérieure con il filosofo marxista Louis Althusser, accusandolo di collaborare alla guerriglia. Debray dichiarò con forza di lavorare solo come giornalista e rivelò che Guevara, scomparso da tempo, stava guidando la guerriglia. Il processo a Debray (che divenne un caso internazionale) era appena iniziato quando le autorità boliviane, l'11 ottobre, riportarono (falsamente) che Guevara era stato ucciso nello scontro con le forze governative dei giorni precedenti.Il 15 ottobre Castro riconobbe pubblicamente la morte di Guevara e proclamò tre giorni di lutto nazionale. La morte del Che fu vista come un grave fallimento per i movimenti rivoluzionari d'impronta socialista operanti nell'America latina e nel resto del terzo mondo.


Nelle foto: il Che ne suo studio a L'Avana; il Comandante Enesto Che Guevara con un suo carceriere Felix Ismael Rodriguez; il cadavere del Comandante Enesto Che Guevara esibito a cronisti presso l'ospedale di Vallegrande.

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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 11:42 PM,

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