La chiusura del Viale Garibaldi sembra essere diventato a Melito l’unico argomento di discussione. L’Amministrazione decide di pedonalizzarlo, i commercianti protestano, mentre si continua a sfrecciare indisturbati su e giù con i motorini, e si parcheggia in maniera assurda. In questa situazione, che non è certamente qualificante per Melito, la vexata quaestio Viale aperto o Viale chiuso, ha fatto si che si perdesse di vista il vero problema: la totale anarchia del traffico veicolare. Il suo incontrollato sviluppo è causa di degrado urbano a Melito Porto Salvo, dove pure tanto si è fatto e si sta facendo per la riqualificazione. Il rilancio del modo pedonale? E’ vero, può essere uno degli strumenti per un riequilibrio della mobilità. A tal fine va avviato un processo di riappropriazione e riqualificazione degli spazi, che incida sulla strutturazione del sistema della mobilità. Fare ciò significa, a mio avviso, attuare molti cambiamenti non solo a livello operativo ma, prioritariamente, a livello culturale. Per ridurre i livelli di resistenza al “camminare a piedi”, è necessario far maturare nuovi valori culturali, nuove consapevolezze e quindi consenso. A tal fine è opportuno basarsi su un processo progettuale che da un lato, ponendo al centro il cittadino e le sue esigenze, coinvolga i residenti nel processo di trasformazione, e dall’altro, creando un ambiente urbano più appropriato, sia in grado di incoraggiare la scelta di comportamenti alternativi a quello dell’uso dell’auto. Se da una parte l’Amministrazione ha realizzato un’opera, il Viale Garibaldi, che incoraggia i cittadini a scegliere di camminare a piedi, dall’altra avrebbe dovuto coinvolgere le associazioni di categoria ed i cittadini nella scelta di pedonalizzare il Viale stesso. Un’isola pedonale “condivisa” punta certamente a far risaltare in pieno le caratteristiche di centro commerciale naturale e migliorare la vivibilità complessiva del quartiere, ma solo se veramente “condivisa” e “consapevole”. Per renderla tale andava redatto uno studio di fattibilità, realizzato discutendo intorno ad un tavolo con i soggetti interessati: la Camera di Commercio, l’Azienda Sanitaria, dato che sul Viale insiste l’Ospedale T.Evoli ed i cittadini. Da questo studio si sarebbe pervenuti ad una fotografia dello stato di fatto e ad una proposta certamente condivisa per risolvere i problemi di congestionamento, traffico, inquinamento, e parcheggio. Problemi che hanno una ricaduta diretta sulla vivibilità e sulle attività economiche di un asse che ha una forte valenza commerciale e merita di essere pienamente valorizzato. Il problema sembra poter essere risolto, a patto che prontamente la questione della mobilità venga vista come “sistema” e si intervenga per riequilibrare offerta e domanda di mobilità a favore di una convivenza tra mobilità veicolare e pedonale, uno “spazio di coesistenza”. Infine non si può prescindere da interventi strutturali mirati sulla segnaletica, sui parcheggi, sui sensi di marcia e soprattutto sul “controllo” di una rete attualmente allo sbando vista la forte carenza di vigili urbani. Credo che questa può essere una concreta indicazione programmatica per chi ha la responsabilità di gestire la mobilità urbana nella nostra città, perché finalmente potrà trovare degli alleati sia nei commercianti che nei cittadini.
Federico Curatola Coordinatore Associazione Urbanisti Calabria
Etichette: Cronaca, In Calabria
postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 10:50 AM,
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