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Montebello, scoperta cava abusiva: denunciate quattro persone

Le associazioni unico baluardo per la difesa del territorio montebellese
E' stata sequestrata a Saline Joniche una cava di pietra per l'estrazione di inerti, per un'estesa di circa 2 Km, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Procura di Reggio Calabria.
Il decreto di sequestro è avvenuto ad opera dei carabinieri di Saline, coadiuvati dal Nucleo operativo ecologico di Reggio Calabria e dall'ottavo Nucleo elicotteri carabinieri di Vibo Valentia.
Il terreno sequestrato si trova nelle località Vena, Cufò e Blambi.
Sono stati sequestrati anche quattro autocarri utilizzati per gli spostamenti degli inerti estratti.
L'attività estrattiva era priva di ogni autorizzazione prescritta dalla legge, come ravvisato dall'attività investigativa condotta dal Noe di Reggio Calabria, dai carabinieri di Saline coordinati dal maresciallo Davide Micale, dai carabinieri di Melito diretti dal capitano Onofrio Panebianco, dai carabinieri di Lazzaro coordinati dal maresciallo Massimo Gambina.
Quattro persone sono state denunciate per apertura ed illecito esercizio di cava con estrazione di materiale lapideo, distruzione di bellezze naturali, abbandono di rifiuti speciali pericolosi e non.
Le persone denunciate avrebbero deturpato 200 ettari di terreno rurale sottoposto a vincolo paesaggistico nel territorio di Montebello Jonico.
A dare l'allarme sul preoccupante fenomeno dell'estrazione dei massi era stato mesi fa il Forum delle associazioni di Montebello che, attraverso un comunicato stampa aveva posto all'attenzione della popolazione e delle autorità preposte il problema del prelievo dei massi rocciosi nel nostro territorio, puntando l'indice sull'abbandono delle zone di interesse storico ed archeologico e sulla mancanza di interventi atti per la loro salvaguardia.
Le associazioni di Montebello Jonico che fanno parte del Forum sono: "Arghiropoulos"; "I Fossatesi nel mondo"; "Nemesis"; "Pro loco"; "Rangers Internationale Italia".
Infatti il prelievo dei massi era prossimo alla zona archeologica di Prastarà.
Soltanto l'intervento della magistratura ha posto un freno allo scempio dei nostri luoghi di alto valore paesaggistico e storico.
Constatiamo con rammarico la totale indifferenza verso questo grave problema, dell'amministrazione comunale montebellese e in particolare dell'assessore all'ambiente, che evidentemente ha altro da fare, piuttosto che occuparsi del controllo del nostro territorio e del saccheggio dello stesso.
Le associazioni presenti sul territorio rimangono, allo stato, l'unico baluardo a controllo e difesa delle nostre bellezze naturali.
Meno male che c'è il Forum delle associazioni!!!
(Nella foto il sito archeologico di Prastarà)

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postato da Miguel Cervantes; alle 12:12 AM,

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