Presa di posizione netta sulla centrale a carbone della Sei del segretario regionale del PD
Ecco cosa ha detto d'importante il massimo esponente calabrese del Partito Democratico:
"Tutte le componenti calabresi invitate a partecipare alla conferenza dei servizi a Roma presso il ministero dello Sviluppo economico, si opporranno con nettezza all'ipotesi della centrale".
"L'effetto immediato della centrale, al di là di quelli devastanti sull'ambiente, sarebbe di ridurre drasticamente il lavoro e l'occupazione, stroncando le attività produttive di un centinaio di pescatori e delle loro famiglie e quelle di una nascente e diffusa rete di piccoli operatori turistici impegnati, grazie alle caratteristiche della zona, in progetti capaci di far decollare l'intero comprensorio".
"La centrale prevista, che garantisce solo 250 posti di lavoro, indotto compreso, quindi un saldo occupazionale decisamente negativo, prenderebbe ogni ora dal mare, per raffreddare i propri impianti, 210 mila metri cubi d'acqua da mescolare con 3000 litri di cloro prima di essere ributtata in mare, con una gradazione superiore a quella iniziale. Per un chilometro, secondo calcoli della Sei, ma in realtà per l'intero comprensorio, vi sarebbe la morte del mare e di tutte le possibilità ambientali, economiche e culturali connesse".
"E' stato valutato che l'immissione di vari gas nell'aria dovuti al ciclo produttivo equivarrebbero, in un piccolo territorio, alla circolazione di due milioni e mezzo di autovetture che percorrono 20 mila chilometri l'anno".
" Il Partito Democratico della Calabria si opporrà con tutte le proprie forze alla proposta della Sei, ritenendo importante e significativo che anche i partiti degli altri schieramenti si siano espressi fin qui contro questa ipotesi".
"La nostra regione ha già una superproduzione di energia e contribuisce al fabbisogno nazionale esportandola in altre parti del Paese. Non a caso il Piano ambientale energetico regionale ha correttamente previsto il divieto della costruzione di nuove centrali a carbone. Non sono chiusure o pregiudiziali ideologiche quelle che ci spingono a chiedere investimenti di qualità diversa".
"Non accettiamo che lo sviluppo calabrese si configuri semplicemente soltanto come la messa a disposizione e la distruzione di un patrimonio ambientale e paesaggistico che, insieme al governo, noi calabresi vogliamo valorizzare nelle proprie vocazioni per far decollare la nostra regione".
(Nella foto il segretario regionale del PD Marco Minniti)
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postato da Miguel Cervantes; alle 10:56 PM,
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