Reggio Calabria - Al risveglio i reggini hanno trovato i muri della loro città tappezzati da una miriade di manifesti riportanti le frasi espresse da Libero Grassi, l'imprenditore palermitano assassinato dalla mafia per aver denunciato i suoi estorsori. Sui manifesti, che non riportano alcuna firma, c'é anche un chiaro e perentorio invito a tutti a far sì che Reggio diventi come Palermo nella lotta al pizzo e, di conseguenza, alla criminalità organizzata. Secondo Ivan Tripodi, segretario cittadino del Pdci, si è trattato di «Un invito chiaro e limpido a denunciare alle autorità competenti i loschi personaggi della 'ndrangheta che, quotidianamente, soffocano i commercianti, gli imprenditori, i singoli cittadini e la società reggina con la pratica delle attività criminali e mafiose». Il messaggio, secondo Tripodi, è che «le forze criminali e della 'ndrangheta, con il contributo di tutti, possono e devono essere definitivamente annientate». »Quanto accaduto stamane a Reggio - ha continuato il segretario del Pdci - somiglia molto a quello che si verificò qualche anno fa a Palermo con la nascita del movimento Addiopizzo che, gradualmente, ma inesorabilmente, ha creato le condizioni per permettere a decine e decine di imprenditori e commercianti di denunciare i mafiosi e gli estorsori rompendo, anche in quella circostanza, l'omertà e la paura».
Nella fotografia il duomo di Reggio CalabriaEtichette: A Reggio Calabria, Cronaca
postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 11:06 PM,
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