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Bracconieri in azione a Pantano di Saline

Tratto da "Il Quotidiano della Calabria"

Numerosi i casi registrati nell'oasi protetta del Reggino dal gruppo attivo degli ambientalisti del Wwf
Sono numerosi gli atti di bracconaggio che si susseguono nella zona umida costiera del Pantano di Saline, unica area superstite della provincia di Reggio, riconosciuta come Oasi di protezione della flora e fauna selvatica e sito di importanza comunitaria. L'oasi di Saline per suo habitat naturale, è notoriamente meta di numerosi uccelli protetti, provenienti dall'Europa e diretti in Africa, altri per svernare al Pantano. Purtroppo l'azione vigliacca di pochi individui, insanguina le colline e le aree protette, uccidendo rapaci, cicogne, fenicotteri, aironi ed acquatici, violando norme giuridiche ed etiche. Ancora oggi si registrano casi di prepotenza e violenza nel nostro territorio, violando la proprietà privata con danni alle colture e agli animali domestici che determinano casi di esasperazione.Considerare oggi la caccia come uno sport è semplicemente falso e pretestuoso, e per niente la maggioranza degli italiani si espresse contro, pur non raggiungendo il quorum per l'abolizione, ma lo Stato si espresse con propria legge per l'espulsione dal Coni e la fine dei finanziamenti miliardari. La lobby venatoria è ricca di finanziamenti privati, industriali e politici, utilizzando il cacciatore come consumatore.Fortunatamente una coscienza ambientalista emargina sempre di più una minoranza di paramilitari che fanno la guerra agli animali selvatici, perseguitati per cinque giorni dal mattino alla sera, lasciando nella natura tonnellate di cartucce e piombo altamente inquinanti e indistruttibili.Le problematiche di salvaguardia e tutela del patrimonio ambientale si insabbiano davanti ad interessi privati e burocrazia degli enti preposti, mantenendo uno stato di degrado, inquinamento e bracconaggio, pur esistendo ministeri ed assessorati.Emblematica è l'area del Pantano di Saline, superstite realtà ecologica, patrimonio naturalistico e storico-archeologico, nell'hinterland ricco di testimonianze che basterebbero a sviluppare attività per la rinascita socio-economica della "costa dei gelsomini".Il Wwf combatte da oltre venti anni per la valorizzazione e la rinascita del territorio dei comuni di Motta, Montebello e Melito, documentando le bellezze naturalistiche e promuovendo azioni eco-sostenibili come al Colle Leandro, Pentidattilo e Saline.Confermiamo l'impegno volontario e popolare nei confronti delle amministrazioni comunali, come noto costante e determinato alla tutela del patrimonio storico-ambientale.Ricordiamo le attività promozionali autofinanziate, con "campi" di documentazione della flora e fauna al Colle Leandro-Embrisi; la salvaguardia delle coste e delle tartarughe marine a Riaci; ricerca e documentazione storico-archeologica a Pentidattilo e S. Elia; documentazione e tutela della flora e fauna al Pantano di Saline e riconoscimento oasi protetta; tutela ecologica del sito ex liquichimica, contro l'utilizzo per smaltire scorie e rifiuti industriali e farine animali. Consideriamo di ritenere sempre attuale la vecchia proposta di dismissione e riutilizzo dell'area oggi Sipi, con la riappropriazione da parte del comune e Asi, promuovendo la bonifica e il riutilizzo polifunzionale dell'habitat naturale del parco antropico, l'area archeologica, il porto turistico, l'oasi, la spiaggia di Riaci, tutto ciò da vari anni espresso dal Wwf, con documentata attività.

Tito Solendo
Wwf Calabria- Gruppo attivo

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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 8:55 PM,

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