Le anomalie del sistema politico calabrese
lunedì 5 marzo 2007
Su Raitre nella trasmissione “W l’Italia”
“ A me dei partiti non interessa niente, io ho sempre votato chi mi indicava lui”. Un signore davanti al banco di una tabaccheria indica con la mano Sergio Abramo, ex sindaco di Catanzaro, che da candidato della Casa delle libertà alle regionali, a distanza di neanche un anno ha sostenuto per le comunali uno schieramento di centro. “Non ho trovato spazio nei Ds, e allora ho deciso di sostenere la candidatura a sindaco di Franco Cimino nella lista di Italia dei valori”. Parla ai microfoni Antonino Lagonia, da segretario di una sezione della Quercia a “portatore di voti” alla stessa coalizione di centro di Abramo.
E’ la fotografia di una politica malata, troppo spesso autoreferenziale, assolutamente di basso profilo, quella che ci consegnano le telecamere di “W l’Italia”, la trasmissione di Riccardo Iacona, giornalista e inviato della “Samarcanda” di Michele Santoro.
Uno spaccato dell’Italia di oggi, quello raccontato da Iacona, ma lo zoom sulla Calabria, e in particolare modo su Catanzaro, mostra da vicino tutte le anomalie di un sistema politico in cui non contano le idee, ma i pacchetti di voti, in cui il trasformismo è la regola e l’eccezione il vincolo di appartenenza ideologica.
L’inchiesta parte da Reggio Calabria, dove nel giugno 2006 il Comune stanzia dei fondi per incentivare l’occupazione e bandisce più che un concorso una gara di velocità. E sì, perché chi presenta prima la domanda, ha diritto al contributo. Le telecamere di Rai Tre raccontano l’attesa di centinaia di giovani che per tre giorni hanno sostato davanti al Comune, autogestendosi con un’improbabile lista, soffermandosi poi sul sindaco Giuseppe Scopelliti di An, che ha bandito il concorso a un anno dalle elezioni e, in una città con il più alto tasso di disoccupazione, viene osannato come un “salvatore”.
Le telecamere si spostano poi a Catanzaro, durante la campagna elettorale di giugno per il Comune, e mettono subito in risalto le anomalie degli schieramenti in campo. Ad attirare l’attenzione del giornalista, in particolare, la Nuova alleanza con candidato a sindaco l’ex Udc Franco Cimino, una coalizione in cui stavano insieme più forze, tra cui l’Udeur di Mimmo Tallini, gli ex di Forza Italia Sergio Abramo e Piero Aiello, gli ex comunisti Pino Soriero e Franco Critelli passati in Italia dei valori e il socialista Pino Guerriero. Un terzo polo che si contrapponeva al centrodestra di Mario Tassone e al centrosinistra di Rosario Olivo, poi eletto sindaco. Un melting pot di sigle e persone su cui Iacona si interroga a lungo, rimandando l’immagine di una politica purtroppo che non esiste, di un sistema democratico falsato, in cui i capi elettori sono più importanti dei programmi, in cui l’elezione a consigliere equivale a un contratto di lavoro. La politica del “ come va”, o del “tutto a posto”, commenta il giornalista seguendo il forcing degli ultimi giorni di campagna elettorale a Catanzaro, e non potendo non far notare l’anomalia del Pdm, partito fondato dal presidente della Regione.
E in questo contesto, trovano spazio le denunce dei due giovani agronomi dell’Agecontrol a cui non è stato rinnovato il contratto “perché non siamo né parenti, né compagni di partito del parlamentare di An, Antonio Buonfiglio”.
L’inchiesta di Iacona continuerà domenica prossima con una seconda puntata dedicata ai costi della politica e in particolare del consiglio regionale.
Giulia Veltri
(Tratto dal Quotidiano della Calabria)
Etichette: In Calabria, Politica
postato da Miguel Cervantes; alle 7:06 PM,
1 Comments:
- At 8:18 PM, gds75 said...
-
ti giuro sono rimasto sconvolto da l'impunità di tutti gli intervistati...