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L'ha fatta grossa

Questa settimana a farla più grossa di tutti è stata la compagnia di telefonia mobile Wind.

Dal 5 marzo entra in attuazione il decreto Bersani , che obbliga i gestori di telefonia mobile ad eliminare i costi fissi di ricarica e i limiti di validità del traffico acquistato, ma wind se ne infischia. L'operatore arancione, unico fra le quattro compagnie di telefonia mobile operanti in Italia ( Tim, Tre e Vodafone si sono subito adeguate al decreto Bersani) , infatti ha deciso di mantenre i costi di ricarica. Sfidando il decreto Bersani, Wind ne applicherà i dettami solo ai piani tariffari attivati dopo il 5 Marzo, in quanto ritiene che il decreto non sia retroattivo. Chi volesse non pagare più i costi di ricarica dovrà dunque cambiare piano telefonico con lo svantaggio che questi sono meno convenienti di quelli in vigore sinora.I nuovi piani sostituiranno quelli esistenti dal 5 marzo e solo questi non avranno più i costi di ricarica.Le vecchie ricaricabili invece continueranno a pagare i tanto odiati costi aggiuntivi sulle ricariche da 10 e da 25 euro, in aperta sfida con quanto previsto dal decreto Bersani. Solo le ricariche da 50 euro da sempre non hanno costi extra.Come è accaduto per la Vodafone, anche il gestore di telefonia mobile Wind annuncia rincari nelle tariffe che avranno, come già visto nella compagnia britannica, scatti di 30 secondi. Inoltre lo scatto alla risposta sfiorerà in alcuni casi anche i 17 cent. Sparirà anche la mini ricarica da 4 euro, un'azione che colpirà duramente le fasce più giovani della clientela Wind. Secondo Wind bisogna cambiare il profilo tariffario se si vuole usufruire del vantaggio di non pagare i costi di ricarica. A noi sembra un comportamento scorretto, tuttavia secondo l'azienda tutto è stato fatto entro i limiti del decreto. Intanto, le associazioni dei consumatori sono già scese in campo, con la Codacons a guidare la protesta. Qualsiasi costo di ricarica applicato agli utenti della telefonia mobile dopo il 5 marzo sarà considerato illegale e, come tale, denunciato dinanzi le competenti autorità – si legge nel comunicato stampa dell’associazione a favore di consumatori. “Chiediamo all’Autorità per le comunicazioni di verificare i nuovi piani tariffari degli operatori telefonici per accertare se al loro interno si celino aumenti a discapito degli utenti" – afferma il Presidente Codacons, Carlo Rienzi. Le compagnie che decideranno di fare le “furbe”, scaricando sui consumatori i minori introiti derivanti dal taglio ai costi di ricarica, o quelle che continueranno a imporre tale balzello, dovranno essere pesantemente sanzionate”. Per il Codacons inoltre i gestori telefonici devono restituire agli utenti le somme incassate per i costi di ricarica, relativamente al periodo che va dall’entrata in vigore del Decreto Bersani (2 febbraio) al 5 marzo, in quanto tale tassa si considera vietata dal momento di entrata in vigore dei provvedimenti del Ministro per lo Sviluppo.

Nell'immagine i loghi delle quattro compagnie di telefonia mobile operanti in Italia.

Fonte Google News

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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 12:01 AM,

1 Comments:

At 12:25 PM, Blogger Morgan said...

Ciao,

scusate il disturbo, c'è bisogno di aiutare Benito, un senzatetto che vive sotto un ponte e malato di diabete.
Se puoi e vuoi, passa per il mio blog e dai voce all'iniziativa fra i tuoi contatti.
Un grande grazie.

Morgan

 

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