Finalmente, dopo la relazione del prof. Piccione, i nostri rappresentanti comunali hanno le idee più chiare C'è voluta la relazione del prof. Vincenzo Piccione, docente di Valutazione di Impatto Ambientale presso l'Università di Catania, consegnata al Sindaco Loris Nisi sulla centrale a carbone, per far comprendere ai nostri consiglieri comunali gli effetti che il progetto della Sei produrrà sul nostro ambiente se andrà in funzione.
Ma come di dice, "meglio tardi che mai..."
Il sindaco Loris Nisi ha convocato un consiglio comunale aperto a Saline per discutere sulla centrale a carbone.
Erano presenti, oltre ai consiglieri comunali, il presidente del Consiglio regionale, On. Giuseppe Bova, il prof. Vincenzo Piccione, l'ex deputaro Natino Aloi, l'ex presidente della Liquichimica Biosintesi, Enrico Benedetto.
Il prof. Piccione, incaricato dal sindaco Loris Nisi di esaminare il progetto della Sei, ha terminato il suo lavoro.
E ha affermato quello che gli esperti di tutto il mondo hanno già detto sugli effetti di una centrale a carbone sull'ambiente e sulla salute dei cittadini, cioè che l'impatto ambientale è "devastante"!
Così abbiamo registrato un altro parere di un esperto in materia, che si è aggiunto agli altri.
L'esperto ha evidenziato molte carenze presenti nel progetto della Sei:
1. Manca la valutazione di incidenza della centrale rispetto all'area protetta
2. Non engono specificate nè trattate le conseguenze su fauna, flora e sulle biocenosi
3. Manca una valutazione della riduzione delle rese agricole
4. Non vi è certezza che la centrale si approvvigioni con carbone a basso tenore di zolfo
5. Manca un progetto integrato di gestione delle scorie e dei rifiuti
6. Manca la quantificazione dell'impatto radiologico
7. Non vi è un piano di esercizio straordinario
8. Vi è il rischio concreto di disastro ecologico in caso di fenomeni sismici
9. Manca la valutazione dei costi/benefici
10. Elevato sarebbe il rischio sanitario e quello del crollo dell'economia agricola
Il professore ha poi evidenziato che in mare verranno immesse 4 milioni di metri cubi di acqua di raffreddamento al giorno, provocando una alterazione del sistema marino.
In più, il piano energetico regionale non prevede l'istituzione di centrali a carbone nel territorio regionale (e i nostri sindaci dell'area avrebbero dovuto chiedersi il perchè) e che la nostra regione esporta energia con un esubero del 42%.
Il prof. Piccione consegnerà le sue osservazioni alla Giunta Regionale.
Il presidente del Consiglio regionale ha affermato che il 29 agosto convocherà il consiglio regionale per discutere sulla centrale, anche se la Regione è (e non poteva essere altrimenti)contraria.
Il dott. Benedetto ha fornito alcuni dati inquietanti:
la centrale a carbone in un anno produrrà 10 miliardi di Kw/h;
2 milioni e 500 mila tonnellate di carbone;
3 mila tonnellate di ossido di azoto;
5 mila tonnellate di acido solforico;
Co2 equivalente a quella di 2 milioni e mezzo di automobili che percorrono 20 mila Km all'anno.
La Liquichimica era 30 volte più piccola della centrale che si vuole costruire adesso!
Quindi l'impatto ambientale sarebbe INSOSTENIBILE!!!
Il sindaco Lori Nisi alla fine ha detto una cosa sacrosanta, è cioè che i cittadini non vogliono la centrale a carbone.
Ma questo non basta. Le associazioni del territorio hanno, nei loro Forum, presentato dei progetti alternativi (cosa che avrebbe dovuto fare l'amministrazione comunale).
Adesso c'è da scegliere un progetto alternativo a quello della centrale: c'è la farà il sindaco a fare questo ulteriore sforzo, o avrà bisogno di un altro esperto in materia?
Staremo a vedere.
(Nella foto una centrale a carbone)
Etichette: A Montebello Jonico, attualità, In Calabria
postato da Miguel Cervantes; alle 11:09 PM,
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