Leggendo il “Quotidiano della Calabria” ho notato un articolo dove si raccontava della scoperta di alcuni graffiti bizantini recentemente venuti alla luce nella Chiesa della Madonna dei Poveri, più conosciuta come "Krésiè Pipi" e della conferenza organizzata da Padre Carlo Longo dell'Istituto Storico Domenicano di Roma, in cui si evidenziava la valenza storico-archeologica del ritrovamento.
Leggere di graffiti bizantini, mi ha fatto tornare alla mente la travagliata storia di un antichissimo affresco, anch’esso bizantino, che si trova, in localià S. Astasi a Fossato Ionico. Di tale affresco, detto di S.Anastasio, non se ne parla più da un bel po' di tempo, e credo che, ripercorrere gli eventi che lo hanno visto protagonista, negli ultimi anni, possa essere utile a farlo tornare d'attualità.
Nel 1997, i ruderi della chiesa di S. Anastasio, dopo anni di colpevole abbandono, tornarono alla ribalta quando l’Amministrazione Comunale, allora capeggiata dal Sindaco Nicola Briguglio, grazie all'aiuto del prof. Sclapari e del prof. Minuto, ottenne il decreto di salvaguardia da parte del Ministero dei Beni Culturali.
Quei ruderi, secondo la Sovrintendenza per i Beni Culturali erano preziosi.
"...sarebbe opportuno salvaguardare quel prezioso bene culturale, con la costruzione di una chiesetta che inglobi i ruderi e quel che è rimasto dei due preziosi affreschi. Questa costruzione è necessaria al fine di scongiurare l’ipotesi del distacco degli affreschi" scriveva la Dott.ssa Sorrenti sulla relazione storico artistica redatta per la Sovrintendenza.
Davanti a tali affermazioni, ci si sarebbe aspettato un veloce intervento per evitare la paventata ipotesi del distacco degli affreschi, ma così non fu.
Due anni dopo, nel 1999, fu ancora una volta il Prof. Sclapari a rifocalizzare l’attenzione sull’affresco. Egli inviava al Sindaco Nisi ed al allora assessore alla cultura dott. Vincenzo Barbaro una proposta di programma culturale nel quale, tra le altre cose, si evidenziava la necessità del recupero e della salvaguardia della chiesetta di S. Anastasio. Naturalmente, anche questa volta, il tutto rimase inascoltato.
Passarono altri 4 anni, i proprietari del terreno sul quale si trovano i ruderi, il Sig. Antonino Crea e la sorella Mattia, capendo l'importanza storica del sito e volendo evitare che il passare del tempo e le intemperie distruggessero quanto era rimasto, il 28 marzo del 2003, decisero di donare al Comune di Montebello Ionico l’immobile denominato "Ruderi Chiesa S.Anastasio" affinché l’amministrazione comunale potesse provvedere al recupero.
Oggi, alla fine del 2005, a distanza di quasi 10 anni dal decreto di salvaguardia, nulla è stato fatto. Anche la seconda Amministrazione Nisi ha riconfermato, le scelte della prima, disinteressandosi completamente del problema, e se il vecchio monastero e gli affreschi ancora esistono, lo si deve solo alla clemenza del tempo e della natura, ma per quanto tempo ancora essi saranno clementi? Non sarebbe ora che qualcuno intervenisse?
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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 11:00 PM,
1 Comments:
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At 12:55 AM,
said...
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un vero peccato
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