Arrestati Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio di Locri.
Il pentito Domenico Novella parla come un fiumne in piena ed ha permesso un altro risultato nelle indagini sull'omicidio del vice presidente del consiglio regionale della Calabria ammazzato il 16 ottobre 2005 durante lo svolgimento delle Primarie dell'Unione.
Alessandro Marcianò, 55 anni caposala dell'ospedale di Locri (nella foto) soprannominato Celentano per la somiglianza col celebre cantante.
Il figlio Giuseppe, 28 anni, già agli arresti domiciliari in quanto arrestato lo scorso 10 febbraio perchè coinvolto in un traffico di droga, armi e prostituzione. Egli sarebbe stato il responsabile nella pianificazione organizzativa dell'omicidio. Prima di incappare nelle maglie della giustizia, lavorava nella segreteria dell'onorevole Domenico Crea, il rappresentante della Margherita dell'area melitese, che poi ha preso il posto del povero Fortugno.
La vedova Fortugno ha richiesto agli inquirenti altre indagini per altre possibili responsabilità a livello di mandanti, di quello che resta, a tutti gli effetti, un omicidio politico-mafioso.
E' sempre il pentito Novella a riferire che alla base dell'omicidio doveva esserci un motivo politico.
Il Gip (giudice indagini preliminari) scrive che ciò va sposato con quanto affermato dal collaboratore Bruno Piccolo sugli interessi politici che legavano Salvatore Ritorto (il killer) ad Alessandro Marcianò e questi a Domenico Crea, presso la cui struttura politica era impiegato il figlio Giuseppe, fino alla mancata rielezione dell'uomo politico in questione, evento, questo, che ha sicuramente danneggiato la famiglia Marcianò.
postato da Anonimo; alle 8:19 PM,
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