Il Camaleonte
martedì 30 maggio 2006
L'allenatore della Juventus Fabio Capello difende la mafia del calcio
L’allenatore della Vecchia Signora, Fabio Capello (nella foto) è una faccia tosta!
In un’intervista alla Gazzetta dello Sport, difende gli imbroglioni del calcio.
Ecco cosa ha detto il tecnico friulano (le ultime parole famose):
A) C’è una campagna anti-Juve
B) La Juve non ha comprato partite.
C) La Juve è come il PSI di Tangentopoli.
D) Sono convinto che la Juventus rimarrà in serie A e stiamo lavorando per questo.
E) Abbiamo vinto questo campionato regolarmente e per questo è stato giusto festeggiare.
F) Moggi ha commesso soltanto peccati di superficialità
Con queste parole l’allenatore della Juventus tenta di salvare la poltiglia nella quale anche lui è caduto dentro e vi è a piano titolo, ma ha rimediato soltanto una figuraccia.
Era meglio se fosse stato zitto, a questo punto, invece di cercare di difendere l’indifendibile.
Signor Capello, ma dove vuoi andare a parare?
Le intercettazioni dimostrano tutto il contrario di quanto ha indegnamente affermato Capello che, per la rinascita del calcio, dovrebbe seguire la sua squadra anche nelle serie inferiori, invece di pensare di abbandonare la società in un momento terribile come questo (corre voce che se ne va ad allenare il Real Madrid).
Ma evidentemente, lui se ne frega della società in quanto tale, e pretende soltanto squadre forti e soprattutto che ben pagano. Se poi, esse sono pure potenti nel senso di condizionare arbitri e potere sportivo è ancora meglio!
Insomma Capello è un allenatore che pretende la vittoria certa prima di scendere in campo. Un allenatore così si può trovare anche al supermercato, e a prezzi stracciati, senza spendere ( o meglio dire sprecare) milioni di Euro l’anno per la sua paga. Non siete d’accordo, sportivi italiani?
Fabio Capello è’ un camaleonte di razza: quando era a Roma, sbottava contro il Palazzo e contro la Juventus. Celebre la sua frase: Non andrò mai alla Juventus! Ma poi, evidentemente, qualcuno lo ha smistato a Torino e lui ha dovuto ubbidire, senza battere ciglio.
Famosa anche la sua presa di posizione contro Zeman che si scagliava contro la pratica del doping nel calcio. Capello lo accusò di sputare nel piatto dove mangiava.
Mentre lui, il camaleonte Capello, sul piatto non ha sputato mai, anche se la minestra faceva schifo!!! Ha pensato soltanto a mangiare e riempirsi la pancia e il portafoglio, a discapito della purezza del gioco più bello del mondo.
Il commissario straordinario della FIGC, Guido Rossi, giustamente, è andato su tutte le furie sentendo queste dichiarazioni che non hanno né capo né coda, come sicuramente sono imbestialiti anche i tifosi, specialmente quelli della Juventus, che, per il bene del calcio, pretendono che la società paghi le sue colpe.
Altro che campionato regolare e vittoria meritata!!!
Dice costernato il commissario della FIGC: Capello è un ottimo allenatore, ma capita anche a lui di dire castronerie.
Il ministro Antonio Di Pietro, l’ex pm di Mani Pulite, ha affermato: il paragone con Tangentopoli non è sbagliato, ma non è una buona scusante per giustificare l’operato né del vecchio Psi né dei dirigenti della Juventus.
L’ex ministro Maurizio Gasparri boccia senza appello le parole di Capello: il paragone non mi sembra giusto, a Tangentopoli alcuni protagonisti non furono colpiti pur avendo avuto comportamenti disonesti. Adesso, invece, ci aspettiamo pene severe, la Juventus, ma anche la Fiorentina in serie C. Non è stata solo la Juve colpevole: gli scandali sono stati tanti, come la promozione improvvisa dei viola in serie A.
Le associazioni Adusbef e Federconsumatori sono certe che non ci potranno essere gli sconti invocati da Capello da parte della giustizia sportiva, pena la rivolta delle altre tifoserie, che in passato hanno subito penalizzazioni e retrocessioni per fatti meno gravi in serie C.
Rilette a distanza di mesi, appaiono profetiche le parole del Presidente dell’Inter Giacinto Facchetti dopo Messina – Inter 1-2 del 28 novembre 2005.
Subito dopo l’incontro, il d.g. della Juve Moggi afferma: non so cosa sia successo a Messina, so che per l’Inter potrebbe scattare la squalifica o la sconfitta per 3-0. Riprende Girando: si parla tanto di moralità e poi c’è chi spende 120 milioni all’anno senza vincere niente.
Dura la replica di Facchetti: A Moggi mi sento di rispondere soltanto che, fra le tante cose che fa nel calcio, non sapevo che volesse anche scrivere in anticipo le sentenze del giudice sportivo. Sull’immoralità citata da Girando, non può essere immorale chi spende soldi propri e non credo che debba spiegare io a Giraudo quali sono le cose veramente immorali del calcio italiano. Lui dovrebbe conoscerle bene.Al che Girando non risponde e sappiamo bene, secondo il proverbio che …Chi tace, acconsente!
postato da Anonimo; alle 10:41 PM,