Era il 3 settembre 1943, poco prima dell'alba, partiva l'Operazione Baytown. L'Ottava Armata del Generale Montgomery sbarcava sulle spiagge di Reggio Calabria. Nei giorni e nei mesi che precedettero lo sbarco vi furono intensi e devastanti bombardamenti.
Le bombe caddero sia su Reggio che sui paesi limitrofi. Fu, appunto, in uno di questi bombardamenti, a Melito P.S. che, nella notte del 1 febbraio 1943, a soli 32 anni, perse la vita il nostro illustre compaesano, parroco Don Giovanni Billari. Oggi a 63 anni di distanza vogliamo ricordare, questo sbarco che ha segnato l'inizio della rinascita democratica della nostra regione, proponendo una ricostruzione degli eventi tratta dal libro Operazione Baytown, di Giuseppe Marcianò Edizioni "Città del Sole".
Alle 02:30 del 3 settembre la lunga linea dei mezzi da sbarco, su cui erano imbarcati i battaglioni d'assalto, scivolò via dalle spiagge e cominciò a radunarsi dietro lelance a motore della Marina. Alle 03:45, quando i soldati erano ancora in mare, iniziò il colossale fuoco di sbarramento diretto contro le coste calabresi. L'intera fascia costiera intorno a Messina era illuminata a giorno dai lampi dei cannoni. Tale bombardamento è stato deplorato da tutti gli storici per la sua inutilità, data la scarsa consistenza degli obiettivi militari. Anche in mancanza di cifre precise, si può ipotizzare ragionevolmente che il bombardamento provocò numerose vittime tra i civili, anche se gran parte della popolazione si era rifugiata nei paesi dell'entroterra. Alle ore 04:50, con appena 20 minuti di ritardo sulla tabella di marcia, il comandante Nicholl ordinò di spingersi sulle spiagge. Mentre l'alleato tedesco scompariva rapidamente, ritirandosi velocemente verso Nord, il generale Mario Carbone, comandante del settore calabro della piazza militare marittima di Messina-Reggio Calabria, cercò fino all'ulitmo di contrastare sui contrafforti dell'Aspromonte l'avanzata degli anglo-canadesi ed alle 06:15 inviava il seguente colombigramma al comando della 211^ divisione costiera: "Dopo violentissimo fuoco artiglieria dalle 03:50 alle 05:30 numerosi mezzi da sbarco (oltre 30) sono giunti sulla foce del torrente Gallico. Provvederò subito per contrattacco". L'ordine di contrattacco non ebbe, però, seguito. Lo sbarco delle truppe alleate si stava intanto svolgendo così rapidamente da anticipare, addirittura, i tempi previsti nei programmi dei pianificatori. I Canadesi, poco dopo le 05:45, iniziarono la dura salita verso quota 305 per impadronirsi dei due forti, posti sulla collina di Pentimele. Alle 07:15 erano già dentro i forti senza incontrare alcuna resistenza. Le compagnie d'avanguardia del reggimento Carleton e York, abbandonate le spiagge, si spinsero dentro la città. L'avanzata procedeva secondo una duplice direttrice di marcia: una compagnia avanzava lungo la strada principale del rione S.Caterina, mentre l'altra marciava costeggiando le prime alture, site a monte della zona urbanizzata. In breve tempo superarono anche il ponte dell'Annunziata, dopo avere infranto la debole resistenza di un plotone del 502° Battaglione costiero. A questo punto i Canadesi erano ormai entrati nella zona centrale della città. I pochi civili rimasti a Reggio si comportavano amichevolmente nei confronti degli invasori e si affannavano a spiegare che l'ultimo Battaglione della 29^ Panzer si era ritirato due giorni prima dalla città, dirigendosi verso l'Aspromonte. Alle 08.10 i Canadesi controllavano l'aeroporto, alle 11.45 un'altra compagnia siimpadroniva della collina sovrastante, in prossimità del villaggio di Gallina. Si era così conclusa la conquista della città da parte dei Canadesi senza incontrare pressocchè nulla resistenza. Non molto diversamente erano andate le cose nei settori riservati alle due brigate inglesi. Etichette: In Calabria, Libri - Mostre - Storia - Arte - Poesia - Natura - Tradizioni - Curiosità
postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 2:02 PM,
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