Ho ancora in testa il boato terrificante di quella notte
domenica 12 aprile 2009
“Ancora ho dentro la testa il boato terrificante di quella notte. Non riesco a pensare ad altro se non alle scene raccapriccianti dei miei vicini presi dal panico e intenti ad urlare nei vari angoli del nostro ingresso dove tutto stava per crollare”.
Con queste parole Rosangela Palermo, originaria di Montebello Jonico, ancora con i singhiozzi alla gola ricorda la terribile notte che ha devastato L’Aquila.
Queste le affermazioni di Donato Rotilio, marito di Rosangela e padre di Mariagiovanna e Daniele.
Una famiglia colpita come tutte le altre dal dramma del sisma.
Una famiglia disorientata per la terribile esperienza vissuta.
A L’Aquila, loro, vivevano ormai da circa venti anni.
Lontani dalla propria terra per servire con orgoglio lo Stato.
Ora sono proprio loro che hanno bisogno di tutto e persino dell’acqua così come dice la signora Rosangela, fortemente provata psicologicamente per il dramma vissuto: “Siamo scesi scalzi in strada. Non sapevamo che fare ed intanto la terra ballava sotto i nostri piedi”.
Le case sono state descritte da Donato come un nave in preda alle onde in mezzo allo Stretto. Non ad onde comuni ma fortissime e tali da far volare come piume quadri, armadi ed ogni cosa.
Ieri ancora la situazione restava drammatica: “Noi come tanti altri siamo in campagna, abbiamo trascorso la nottata in macchina ma senza chiudere occhio perché la paura è tanta”.
Una notte dura, lunga, interminabile e soprattutto piena di spavento.
Una notte fredda perché anche in preda alla neve.
Ora si attende.
Tutto è in continua evoluzione.
Il dramma, purtroppo, non si può considerare concluso.
Anche stasera e come non mai in vita loro ad attendere la famiglia Rotilio non è più la solita casa ma la macchina utilizzata per scendere in Calabria.
Forse il ricordo di questa terra potrà rasserenare il buio della notte.
(Tratto da “Il Quotidiano della Calabria - Nella foto ANSA un momento dopo la tragedia)
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postato da Miguel Cervantes; alle 10:19 PM,