Ex Liquichimica Saline: da cattedrale nel deserto a deserto vero e proprio
lunedì 31 ottobre 2005
Terence Hill conquistato dall'ospitalità calabrese
Tratto da Il Domani
REGGIO CALABRIA - L'area dell'ex Liquichimica di Saline Ioniche, abilmente trasformata in deserto, è stata l'ultima location dove sono state girate le scene del film "L'uomo che sognava con le aquile". Il soggetto di Salvatore Marino, Umberto Marino ed Elisabetta Zincone è tratto da un'idea di Alessandro Jacchia, i quali riprendono una storia realmente avvenuta nel nord Europa. Il film ricostruisce una delicata storia d'amore e d'amicizia, in cui un uomo riscopre il senso della vita nel difendere la tradizione di un antico formaggio che la sua famiglia produce da 400 anni. Il protagonista della storia si batte per non cedere a quella modernità che calpesta l'individuo, dimenticando il lavoro e la cultura delle generazioni passate. Una lotta di chi non accetta una globalizzazione che omologa e sradica ogni piccolo centro dallo spirito antico e profondo della propria cultura. Le scene del film sono state interamente girate nel Reggino: non solo nella città dello Stretto, ma anche nella Locride, soprattutto a Gerace, in Aspromonte ed in alcuni suoi centri. L'attore protagonista del film è Terence Hill (il quale interpreta la parte di Rocco Ventura); completano il cast Michelle Bonev, Mattia Citinelli, Andrea Tidona, Alberto Molinari, Stefania Bogo, Pierluigi Misasi e Antonio Faa). Il film in due episodi realizzato per Rai Uno è prodotto da Alessandro Jacchia e Maurizio Momi, per la regia di Vittorio Sindoni. Dopo l'ultimo ciak a Saline Ioniche, Terence Hill ha raggiunto Reggio per una visita al Comune. A ricevere il noto attore nel salone dei lampadari è stato l'assessore Tilde Minasi. Si è trattato di un incontro cordiale, al termine del quale l'artista ha risposto ad alcune nostre domande. In questo film c'è la caparbietà della gente di Calabria che lotta per la difesa delle tradizioni quasi contrapponendosi alla globalizzazione. Una storia in cui alla fine il bene prevale sul male... «Le tradizioni prevalgono sulla modernizzazione. Non è una storia contro la modernizzazione, ma contro l'esagerazione che porta alcune volte a distruggere un patrimonio importante». Una storia ed un film che si ispirano da una vicenda realmente avvenuta. «Sì, si ispira ad un articolo di giornale che riporta una storia avvenuta nel nord Europa». L' uomo che sognava con le aquile" è forse una sorta di prosecuzione del noto personaggio televisivo della fiction "Don Matteo"? «Non ha niente a che vedere con "Don Matteo". E' una cosa totalmente diversa ed anche per questo mi piace molto. Intanto si svolge in Calabria e non a Gubbio». Nella vita c'è sempre una prima volta e quella di Terence Hill è la prima volta che viene in Calabria, che forse conosceva attraverso gli stereotipi che l'hanno caratterizzata... «Non sono mai stato qui: questa è la prima volta. Della Calabria mi rimarrà un ricordo molto forte. Avrò nostalgia dei posti in cui sono stato, della gente che ho incontrato». L'ospitalità della gente calabrese, così come diceva il regista, non è stata una sorpresa... «Per Sindoni che è siciliano certamente no, ma per me sicuramente sì. Non conoscevo la gente e l'affetto dei calabresi» Lei è un attore di grande esperienza e di grande fama, che ha lavorato in diverse realtà geografiche Cosa rimarrà in lei da questa trasferta nel Mezzogiorno? «Rimarrà la gioia di vivere e mi permetta una battuta: mi rimarrà un piatto eccezionale che mi è stato fatto a Gambarie dalla mamma della famiglia Perrone che è la pasta e fagioli: fagioli del luogo, grandi, e pasta biologica di una industria che sta nascendo. Ho chiesto di assaggiare questa famosa pasta coni fagioli, che loro chiamano minestrone. Eccezionale».
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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 7:47 PM, ,
La tecnologia si ferma a Saline
domenica 30 ottobre 2005
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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 1:51 PM, ,
La verifica
sabato 29 ottobre 2005
Colpiti da quanto letto nell'articolo:
Cimitero Fossato - Ingresso Nuovo ampliamento
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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 1:18 PM, ,
L’addio all’avvocato Domenico Sclapari
venerdì 28 ottobre 2005
PIPI E PIPARI
Vogghiu ‘na stampa i pipi i ‘rasta
tantu non mi mi dannu
tantu non mi mi guasta
tantu non mi m’ansonnu.
Si diceva anni arretu:
esti com’u surfuru ‘nto cori
chi caccia morbi e fetu
…e…puru ‘u raffreddori.
Esti bonu puru pi’ duluri;
veru è chi ‘bbruscia a lingua,
ma caccia tutti i marsapuri
di lu cori e…da milinga.
Si stari bonu vui vuliti:
MANGIATI PIPI!!
Vogghiu diri: pipi ‘bbruscenti!
Cussì vi riduciti a picca…a nenti!
Sta facenda l’haia cunchiudiri
dicendo chidu c’haiu ‘nto me cori:
cu’ pipi e cu’ pipari è megghiu
non aviri nenti a chi fari!
E vi dicu puru lu pirchì:
‘u pipi ‘bbruscia a lingua,
e…i pipari…
su ‘bboni sulu pi jittari.
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postato da Anonimo; alle 4:35 PM, ,
Le Primarie a Montebello - Curiosità e risultati
giovedì 27 ottobre 2005
Candidato | Fossato | Totale | |
Alfonso Pecoraro Scanio: | 115 (62,5%) | 83(38,5%) | 198(50,0%) |
Romano Prodi | 33(18,0%) | 91(42,5%) | 124(31,0%) |
Clemente Mastella: | 28 (15,1%) | 18(8,5%) | 46(11,5%) |
Fausto Bertinotti: | 5 (2,7%) | 16(7,5%) | 21(5,0%) |
Antonio Di Pietro | 3(1,7%) | 2(1,0%) | 5 (1,5%) |
Simona Panzino | 0 (0%) | 1 (0,5%) | 1(0,25%) |
Ivan Scalfarotto | 0 (0%) | 0 (0%) | 0 (0%) |
Bianche | 0 (0%) | 1 (0,5%) | 1(0,25%) |
Nulle | 0 (0%) | 2(1,0%) | 2(0,5%) |
Totale | 184 (100%) | 214(100%) | 398 |
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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 10:41 PM, ,
Emilio Colombo e la Rivolta di Reggio del 1970
mercoledì 26 ottobre 2005
Il giornalista Franco Cimino, sul “Quotidiano della Calabria” ha applaudito, qualche tempo fa, alla nomina, da parte del Presidente Ciampi, di Emilio Colombo senatore a vita. Colombo, esponente della DC, fu ministro del Tesoro, ministro degli Esteri, ed anche presidente del Consiglio dei Ministri nel biennio 1070-1972, gli anni della rivolta di Reggio. La rivolta, iniziata il 14 luglio del 1970 per il capoluogo di Regione, fu uno degli episodi più importanti in Italia ma anche in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale: fu una delle pagine più grigie della nostra storia, con devastazioni, incendi, barricate, scontri tra la popolazione e le forze dell’ordine, con un bilancio di 5 morti e centinaia di feriti, tra cittadini e poliziotti; ma fu nel contempo una delle pagine più gloriose della città di Reggio, che difendeva, tutta intera, i suoi diritti. Disse Luigi Maria Lombardi Satriani: “Alla radice della violenza esplosa c’era un problema di dignità negata e l’esigenza di essere ascoltati, che hanno avuto come risposta l’occupazione militare, come se si trattasse non di esplosioni drammatiche di bisogni che, al di là delle strumentalizzazioni reazionarie, richiedono adeguate soluzioni politiche, ma di una provincia che osi ribellarsi al potere coloniale”. La rivolta fu un’espressione di un’anima popolare che per un anno intero lottò per il mantenimento delle sue prerogative, e per un suo riscatto sociale, e verso la quale ci fu una precisa volontà politica (in primis del governo dell’epoca) di ridimensionarla, tacciandola come fascista ed eversiva. Perché il capoluogo di Regione era e toccava a Reggio Calabria. Questo fatto, inconfutabile, veniva confermato dalle leggi in atto in quel periodo, che destinavano a Reggio importanti uffici regionali, in quanto capoluogo di Regione. Tra i meriti di Emilio Colombo, il Sig. Cimino elenca la fede nella libertà e la scelta dell’Europa. Ma di quale libertà parla Cimino? Il governo Colombo soffocò il desiderio di affrancamento e di libertà del popolo reggino: spogliò Reggio del Capoluogo di Regione, piegandosi agli accordi sottobanco conclusi da pochi notabili calabresi (Mancini, Misasi, Pucci). Promise che sul capoluogo si sarebbe espresso il Parlamento nazionale: promessa da marinaro! Cedette al ricatto di Giacomo Mancini, che minacciò la crisi di governo, se i “patti” segreti stabiliti a Roma (cioè capoluogo a Catanzaro, Università a Cosenza e industrializzazione a Reggio) fossero saltati. L’atteggiamento irresponsabile dell’allora Presidente del Consiglio, portò ad una “lotta” tra Catanzaro e Reggio , cioè una rivalità tra due delle città più povere d’Italia, due città dimenticate, come la Calabria, da tutti i governi dall’Unità in poi. Una guerra tra i poveri, di cui le rispettive popolazioni non avevano senz’altro bisogno. Ben altro atteggiamento tenne sulla rivolta reggina, il Presidente della Repubblica di allora, il piemontese Giuseppe Saragat, che aveva visitato la città il 17 aprile 1966, ricevendone le chiavi. Egli dichiarò: “Se fa comodo definire fascista la rivolta dei reggini lo si faccia pure, ma fascista non è”. E ancora: “Se intervengono le truppe a Reggio Calabria, mi dimetto da Capo dello Stato!” Si, perché il governo fece intervenire l’esercito a Reggio, per soffocare la rivolta, così come normalmente si fa nei regimi dittatoriali! E' stata questa la fede nella libertà di Emilio Colombo? E il modello d'Europa che ebbe in mente, che modello era? Del suo modello d'Europa (ahimè) la Calabria, e in maniera più specifica la parte più a sud dello Stivale, non trovò posto. Probabilmente la relegò nel continente africano o asiatico (a seconda da dove svolse il suo sguardo). Infatti, il 12 febbraio 1971 Emilio Colombo consegnò ai reggini il c.d. “pacchetto Colombo”. Egli tentò il tutto per tutto sperando di “addolcire” la popolazione reggina per quello che le aveva tolto, capoluogo e dignità! Assicurava il quel momento il Presidente del Consiglio Colombo: “…l’occupazione realizzabile in provincia di Reggio sarà di 10.200 unità”. Come tutti sanno, il Quinto Centro Siderurgico nella Piana di Gioia Tauro, che avrebbe dovuto occupare 7.500 persone, non è mai stato realizzato, a causa della crisi internazionale nel settore dell’acciaio che già il Governo conosceva. Con i provvedimenti messi in atto da Colombo per la Calabria, nel 1971, nacque la definizione “cattedrali nel deserto” che indicò i grandi insediamenti industriali nelle aree ancora non sviluppate. Il “pacchetto Colombo” fu il danno aggiunto alla beffa: servì ad alcuni industriali per intascare un bel gruzzolo di miliardi di vecchie lire per poi dileguarsi; servì per distruggere zone coltivate e litorali di spiaggia, danneggiando paesaggi turistici di estrema bellezza. Così successe anche a Saline Joniche con la costruzione della Liquichimica, uno stabilimento per la costruzione delle bioproteine sintetiche: la ciminiera alta della fabbrica, che sorge davanti allo Jonio, subito dopo lo stretto di Messina, è il più significativo ed emblematico dei monumenti al fallimento del piano di sviluppo economico della Calabria da parte dell’allora Presidente del Consiglio, oggi senatore a vita della Repubblica, On. Emilio Colombo.
Giovanni Crea
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postato da Anonimo; alle 10:17 PM, ,
Frazione Fossato caduta nel dimenticatoio
Pubblicato da il Quotidiano della Calabria e L'altroaspromonte
Fabio Leandro Macheda
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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 12:45 PM, ,
La voce di Federico incanta l'Arizona
martedì 25 ottobre 2005
Vincenzo Malacrinò
Tratto da il Quotidiano della Calabria
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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 8:40 PM, ,
Forse avremo i nuovi rappresentanti del Comune in seno alla Comunità Montana
lunedì 24 ottobre 2005
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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 8:55 PM, ,
C'è anche la parrocchia di Montebello nella missione spirituale di Padre Catanoso Santo!!!
domenica 23 ottobre 2005
Il prete umile, semplice, è Santo! Un Santo di casa nostra. La cerimonia è avvenuta in Piazza San Pietro alla presenza del Papa Benedetto XVI e la data da ricordare è il 23 ottobre 2005. Le campane delle chiese reggine suonano a festa! Padre Catanoso nasce il 14 febbraio 1879 a Chorio di San Lorenzo. Entra giovanissimo in seminario all’età di 10 anni e nel 1902, a soli 23 anni, è ordinato sacerdote. Resta ancora per due anni in seminario come prefetto d’ordine prima di essere chiamato alla guida della parrocchia di Pentedattilo (1904). Qui condivide con i propri parrocchiani la miseria e la disperazione causata dal sottosviluppo che porta molte persone all’emigrazione fuori della regione o all’estero. Il suo amore per le anime lo porta ad essere molto vicino a queste famiglie, condividendo con loro i problemi: è chiamato il parroco “buon pastore”. Lui stesso ama definirsi “l’asinello del Signore”. Per 17 anni presta la sua opera nella piccola comunità di Pentedattilo, che vive nella miseria, nella fame, nell’emarginazione e nella prepotenza. Tutti lo chiamano “Padre”, appellativo che lo accompagnerà per tutta la vita e anche dopo la sua santificazione, perché meglio di ogni altro ha qualificato la sua personalità sacerdotale e pastorale. E’ un prete con un forte impegno antimafia: evita sfregi con il rasoio al volto di giovani donne che si rifiutano di sposare i “potenti” del luogo e anticipa il danaro che poveri cristi devono versare ai delinquenti del paese. Scrive di Lui mons. Sorrentino: “Generoso e comprensivo nel comprendere, compatire e cercare di recuperare i giovani dalla ndrangheta”. Molte volte Padre Catanoso viene schiaffeggiato e disarcionato dal suo asinello per aver difeso i più deboli, per non essersi piegato alle minacce in un paese, quello di Pentedattilo, “di bestemmiatori ostinati, di mafiosi e massoni” (sono sempre parole di Mons. Sorrentino). Don Antonino Denisi racconta che una sera nella casa canonica dove risiedeva Padre Catanoso, gli si presenta un uomo, abituato a farsi rispettare in paese, che gli intima: “Il matrimonio che dovete celebrare domani non s’ha da fare, e se lo farete, non ci sarete più”. Si tratta di un matrimonio “riparatorio”. Per nulla turbato, il Padre risponde: ”Io domani celebrerò quel matrimonio, poi voi farete di me quello che vorrete”. L’uomo ammutolisce e se ne va via. L’indomani il matrimonio viene regolarmente celebrato. La sera l’uomo torna nella casa canonica. Il Padre, sereno, gli dice: “Sono pronto, fa quel che vuoi”. Ma l’altro chiede al Padre di perdonarlo per quel suo gesto. Padre Catanoso allora gli offre dei confetti: “Prendi, questi sono quelli di tuo figlio. Fra pochi mesi mi porterai tu quelli della nascita del nipotino”. Anche Montebello Ionico conosce, anche se per un brevissimo periodo, la grandezza pastorale di Padre Gaetano Catanoso. Un particolare che non viene riportato nelle biografie ufficiali del Santo e nelle pubblicazioni di storici e studiosi. Lo facciamo noi con piacere, riportando la segnalazione che il prof. Luigi Sclapari, storico illustre del nostro comune, ha inviato alla “Gazzetta del Sud”. Il professore ha scoperto, dopo una accurata ricerca nell’archivio parrocchiale di Montebello, che Padre Catanoso ha svolto la funzione di Economo presso la chiesa protopapale della Presentazione di Montebello, dal mese di agosto al mese di novembre del 1913. Un periodo di sede vacante di parroco, compreso tra il decesso di mons. Domenico Pellicanò e la nomina di Don Domenico Sciarrone.”Da tali documenti, sostiene il prof. Sclapari, emerge che il Beato Catanoso, mentre era parroco a Pentadattilo, ha ricoperto anche l’incarico di economo a Montebello, dove celebrò anche nove riti funebri di cui egli stesso ha redatto e sottoscritto gli atti di morte.” Nei registri dell’anagrafe parrocchiale Padre Catanoso si firmava con l’autografo Deut. Pent. Gaetanus Catanoso Aeconomus (Dittereo di Pentedattilo Gaetano Catanoso Economo). Quindi, accertata la presenza e l’opera di Padre Catanoso a Montebello, gli storici e i biografi devono mettersi all'opera per inserire al più presto questi pochi mesi montebellesi “mancanti” nelle biografie del Santo, anche perché testimoniano il sacrificio e l’abnegazione del sacerdote che, partendo da Pentedattilo a piedi, attraverso la mulattiera della fiumara S.Elia, raggiungeva le più impervie zone della nostra parrocchia per non far mancare il suo aiuto e conforto spirituale alle popolazioni del luogo, e la continuità delle funzioni religiose alla nostra comunità, orfana del suo sacerdote. Nel 1921, Padre Catanoso è trasferito nella Parrocchia della Candelora a Reggio Calabria, che guida fino al 1940. Nel 1934 fonda l’Istituto delle Suore del Volto Santo, con l’intento di creare asili e scuole di catechismo nelle borgate e nelle frazioni più disagiate. Muore a Reggio Calabria il 4 aprile 1963, rimpianto da tutta la Calabria per il suo amore verso gli uomini, soprattutto i poveri, ma anche molto fermo e dal carattere deciso. Un sacerdote e un padre che adesso è Santo. Il primo e decisivo passo a sancire questa proclamazione è una guarigione miracolosa, scientificamente non spiegabile: quella di Anna Pangallo, originaria di Roccaforte del Greco, colpita nel gennaio del 2003 da una rara forma di meningite che porta la donna in coma per otto giorni agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria. I medici non lasciano speranze ma la comunità di Roccaforte si mobilita per Anna con numerose veglie di preghiera. L’intero paese chiede l’intercessione del Padre Catanoso per ottenere la grazia. D’improvviso la donna riprende conoscenza tra lo stupore dei medici per l’istantaneità della guarigione…
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postato da Anonimo; alle 11:25 PM, ,
Ex Liquichimica Saline
Edited by SSarbaggiu on ott 16, 2005 at 10:07 PM
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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 8:24 PM, ,
I cittadini chi li difende?
sabato 22 ottobre 2005
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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 7:49 AM, ,
Domande albo Scrutatori e Presidenti di seggio
venerdì 21 ottobre 2005
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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 1:25 PM, ,
Nuovo collaboratore
giovedì 20 ottobre 2005
Oggi questo blog si arricchisce di un nuovo membro:
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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 12:48 PM, ,
Come in IRAQ: Anche in Calabria si muore al seggio
lunedì 17 ottobre 2005
Lo staff del Blog Montebello Ionico si unisce al dolore della Famiglia Fortugno e di tutti i calabresi onesti per la tragica dipartita del
Uniti nel dolore richiediamo un forte intervento dello Stato affinchè simili efferati delitti non abbiano più la possibilità di ripetersi.
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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 9:27 PM, ,
Primarie: si voterà anche a Fossato ma non si sa dove
sabato 15 ottobre 2005
A poche ore dal voto ancora non si sa quale sarà la sede del seggio di Fossato Ionico, tantomeno è possibile sapere i nomi dei delegati comunali che si sono recati all'Ufficio Provinciale Primaria 2005 di Reggio Calabria e che avrebbero dovuto organizzare i seggi nel Comune di Montebello Ionico.
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postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 1:47 PM, ,