L’attacco alla mafia dell'ex Sindaco di Sinopoli Domenico Luppino
mercoledì 30 novembre 2005

postato da Anonimo; alle 7:33 PM,
Nessun commento,
Aspromonte: Arriva l' EDGE di TIM
martedì 29 novembre 2005

Lo staff di Montebello Ionico Blog News non può che plaudire all'iniziativa che, almeno sulla carta, dovrebbe contribuire alla riduzione del digital divide fra i centri montani e quelli costieri.
- sono fuori da ogni circuito avanzato di telecomunicazione;
- si trovano alle pendici dell'Aspromonte;
come mai allo stato, non sono state prese in considerazione come zone di sviluppo per tale progetto?
Ricordiamo che garantire la possibilità di accesso alle tecnologie avanzate, come ribadito dalla normativa del Codice dell'Amministrazione digitale D.L. 7 marzo 2005, n. 82, rientra nei compiti della pubblica amministrazione e, se l'Ente Provincia si dimentica di Montebello, allora, sarebbe auspicabile un intervento degli amministratori e dei politici locali, che rivendichi con forza le aspettative legittime di un territorio, sempre più, abbandonato a se stesso. L' Amministrazione Comunale che, fino ad oggi, si è sempre disinteressata a tali problematiche, contribuendo così a penalizzare i cittadini di un territorio già svantaggiato di per se, dovrebbe essere la prima a intervenire rivendicando quelli che per Montebello e per i montebellesi sono diritti. I consiglieri provinciali del nostro collegio non dovrebbero farsi pregare per attivare tutti i canali disponibili ed esercitare pressioni affinchè anche il nostro Comune, possa entrare a far parte delle zone interessate dal progetto congiunto TIM - Provincia di Reggio Calabria.
Prendendo spunto da quanto detto sopra ricordiamo che già in un precedente articolo, avevamo cercato di sensibilizzare l'Ente Comune a tali problematiche, nella fattispecie si chiedeva l'intervento del Comune presso Telecom Italia, al fine di ottenere al più presto l'attivazione del servizio ADSL anche nelle frazioni montane del nostro territorio. A tuttoggi ogni nostro appello rimane inascoltato, speriamo non sia così anche in futuro.
Etichette: In Calabria
postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 7:54 PM,
2 commenti,
Kerry Kennedy accolta dagli studenti di Locri
lunedì 28 novembre 2005

postato da Anonimo; alle 7:15 PM,
Nessun commento,
Convocazione Consiglio Comunale

Etichette: A Montebello Jonico
postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 6:08 PM,
Nessun commento,
Montebello aderisce ad ASMENET: è vero e-governement?
domenica 27 novembre 2005

- Semplificare le procedure amministrative Snellire le procedure di accesso e partecipazione dei cittadini, in altri termini affiancare alla carta i vantaggi della multimedialità
- Costruire il dialogo tra strutture pubbliche e cittadino sviluppando nuovi processi di comunicazione Proporre un sistema che consente di adeguare i servizi alle esigenze dei cittadini e delle imprese
- Offrire uno strumento che consente al cittadino e alle imprese di accedere in maniera unitaria ai servizi della PA in una modalità multicanale (internet, call center)
- Sviluppare uno standard open source che sia compatibile con le disponibilità di spesa dei Comuni e degli Enti Locali medio/piccoli Integrare i processi rispettando l'autonomia e l'identità degli EE.LL.
La rete civica di cui dicevamo sopra è già attiva all'indirizzo: http://montebellojonico.asmenet.it/. Attraverso tale portale il cittadino può accedere a numerose informazioni: Visure atti e concorsi, Autocertificazione, Duplicato codice fiscale, Aste giudiziarie, Denunce di rapporto di lavoro domestico, Consultazione dati contributivi, Scadenze fiscali, ICI, TARSU, Determinazione ISEE ecc. Per alcuni servizi è richiesta una registrazione ( accesso con autenticazione). Tale registrazione avviene presso il proprio Comune di residenza, che istituisce un apposito Sportello di Registrazione Utenti.
Detta così si direbbe un' iniziativa utile, che dovrebbe far entrare Montebello, a pieno titolo, nel terzo millennio, peccato che molti dei servizi elencati non fanno altro che rimandare a siti terzi o si limitano a dare informazioni del tutto generali e non sul singolo cittadino richiedente. Insomma al momento più che E-Governement sembrerebbe una gigantesca presa per i fondelli. Comunque siamo solo all'inizio, e ci piace sperare che molti servizi nuovi verranno introdotti e gli altri migliorati. Cos'altro dire? Parafrasando un ormai ben noto tormentone pubblicitario non resta che dire: "Se son rose fioriranno", ma viene anche spontaneo chiedersi: "E se son cachi?"
Etichette: A Montebello Jonico
postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 8:48 PM,
Nessun commento,
Tre proposte contro la mafia: I soldati italiani in Calabria
sabato 26 novembre 2005

L’esercito italiano da Verona e dagli insediamenti concentrati nel Nord-Est dell’Italia alla Calabria e alle altre regioni meridionali? E’ una proposta che ha fatto l’On. Marco Minniti, deputato dei DS, al seminario sulla sicurezza in Italia, il 7 novembre. Se venisse accettata e si concretizzasse ad esempio con lo spostamento di una brigata nella nostra regione, farebbe ricadere sulla Calabria una pioggia di 4500 salari per un totale annuo di parecchie centinaia di miliardi delle vecchie lire.
Dice Minniti: “Gran parte degli uomini e delle donne che scelgono di arruolarsi nelle Forze Armate provengono dal Sud del paese. E tuttavia questa parte del nostro territorio non viene ancora considerata una risorsa su cui investire nei nuovi assetti organizzativi delle Forze armate ma anzi viene spesso chiamata in causa per programmare cancellazioni di enti e strutture già esistenti. Nella definizione dei nuovi assetti organizzativi dell’amministrazione militare si deve rispondere a due questioni fondamentali. La prima: il fianco sud del Mediterraneo è, nel contesto dei nuovi scenari geo-politici, un baricentro decisamente significativo. La seconda: Calabria, Campania, Puglia e le due isole maggiori, forniscono il 90% dei volontari che prendono il posto dei soldati di leva. L’80% di questi volontari sono assegnati a reparti collocati nelle regioni del centro-nord. Siamo di fronte a un vero e proprio flusso di migrazione interna che costringe i militari ad una vita difficile dominata dal desiderio di poter rientrare nel luogo di origine. Se nell’esercito di leva il trasferimento da un luogo all’altro ha avuto un significato di integrazione sociale, se per molti ragazzi del sud il viaggio per raggiungere la caserma rappresentava il primo viaggio fuori dal loro paese, oggi non è più così. Se vogliamo far svolgere al servizio prestato nelle Forze armate un ruolo di integrazione sociale, dobbiamo far restare i soldati nel territorio dove li reclutiamo. Scegliere la professione militare e poterla svolgere restando nella propria realtà territoriale, ha anche un significato culturale. Può costituire un positivo modello sociale anche di fronte alla sfida culturale e di modello delle mafie”.
Enrico Letta: “Spostiamo i soldati italiani dall’Irak alla Calabria”
La proposta di Enrico Letta, responsabile economico della Margherita, di spostare i soldati dall’Irak alla Calabria, si integra perfettamente a quella espressa da Minniti. Così si esprime l’esponente della Margherita nell’intervista rilasciata a Panorama: “Credo che la risposta fornita spedendo un super prefetto a Reggio sia insufficiente. Ci vuole lo stesso metodo applicato in Puglia dal governo D’Alema. Un intervento militare interforze sul territorio, che in Puglia servì a sgominare in sei mesi le organizzazioni criminali che prosperavano sui traffici con i Balcani. E che in Calabria suonerebbe anche come un messaggio rassicurante rivolto agli imprenditori a ai turisti. Oggi i nostri migliori elementi sono impegnati all’estero, credo però che anche questo sarebbe un buon motivo per accelerare il rientro dall’Irak, trasferendo gradualmente in Calabria i reparti ritirati da laggiù”.
Domenico Ielasi: “L’esercito sarebbe utile”
In un’intervista del “Quotidiano della Calabria” a Domenico Ielasi, presidente del Tribunale di Locri, il giudice ha affermato: ”Il movimento giovanile si è indubbiamente accreditato come la vera Primavera di Locri; affinchè la primavera non diventi, però, in breve tempo un rigido inverno, è fondamentale che il movimento non costituisca un alibi per gli adulti. Allo stato, mi pare che si possa escludere un pericolo di strumentalizzazione, in quanto è corretto dare atto di una maggiore attenzione concretamente dimostrata mediante qualche risposta istituzionale fortemente positiva. E’ perciò essenziale che si realizzi il massimo impegno in ogni settore, e che tutti i pubblici poteri diano esempio concreto di correttezza lealtà e trasparenza, come finora non è sempre accaduto, e ciò ha spesso incentivato la pratica mafiosa del malaffare come scelta di vita. Soprattutto come cittadino più che per l’esperienza professionale, ritengo che una presenza stabile dell’esercito in una zona ad alto rischio criminale, consentirebbe un maggiore e più proficuo impiego delle forze di polizia operanti sul territorio. Da circa un anno a Locri mancano tre giudici e le vacanze potranno essere colmate solo con giovani colleghi di prima nomina, nel prossimo mese di luglio. La situazione del personale amministrativo è alquanto precaria, soprattutto per alcuni livelli di personale. Tanto per fare un esempio, su 8 funzionari di cancelleria ne sono presenti solo due. La precarietà della situazione è stata segnalata più volte agli organi competenti, ma finora quasi sempre con esito negativo anche a causa di condizionamenti normativi quali i blocchi dei concorsi, dei trasferimenti, limiti posti dalla finanziaria, solo per citarne alcuni”.
postato da Anonimo; alle 7:53 PM,
Nessun commento,
Bloggers for Equity
Dopo aver iscritto il nostro Blog al programma Bloggers for Equity abbiamo ricevuto questa mail che pubblichiamo integralmente:
Facendo seguito alla richiesta di Francesco diamo alcune spiegazioni sul programma Bloggers for Equity. Bloggers for Equity è un Progetto che racchiude in se un gruppo di persone volenterose, convinte che internet possa essere strumento di beneficenza oltre che di comunicazione. Due sono gli obiettivi di Bloggers for Equity:
- Apportare un incremento di donazioni economiche alle organizzazioni umanitarie
- Dare massima pubblicità ai siti delle organizzazioni umanitarie
E' per raggiungere questi obiettivi che Bloggers for Equity chiede ai propri soci l'esposizione sul proprio sito web di un box con i loghi delle organizzazioni umanitarie a cui è possibile fare donazioni.
La Redazione di Montebello Ionico Blog News nella convinzione che internet debba essere sfruttato anche come strumento per rendere il mondo migliore, riconoscendo la grande originalità nonchè l'estrema semplicità del sistema proposto da Bloggers for Equity ha deciso di fare propria l'idea aderendo al Progetto.
Chiunque sia in possesso di uno spazio web può fare altrettanto.Per maggiori informazioni: http://www.bloggersforequity.org/
postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 6:48 PM,
Nessun commento,
Una nuova colonna sonora per le lotte dei giovani calabresi
venerdì 25 novembre 2005

"E adesso ammazzateci tutti":l'urlo si strasforma in musica
UNA NUOVA COLONNA SONORA PER LE NOSTRE LOTTE
"Adesso ammazzateci tutti", è così che si intitola il brano (musica di Pino Barilla', arrangiamento di Alessandro Luvara', testo di Giovanni Pecora) che accompagnerà questa lotta per il riscatto civile della nostra terra.
DISPONIBILE PER IL DOWNLOAD GRATIS!
clicca QUI per scaricare integralmente e liberamente "E adesso ammazzateci tutti"
( 6Mb, durata 4' 31" )
FALLO CIRCOLARE!
MANDA IL LINK A TUTTI I TUOI AMICI, SCRIVILO SUGLI SMS, FAXALO...
"E ADESSO AMMAZZATECI TUTTI!" E' IL CANTO DI LIBERAZIONE DI UNA TERRA OPPRESSA DA SECOLI DI SOPRUSI E DI VIOLENZA.
SE LO CANTIAMO TUTTI INSIEME, FORSE, POTRA' ESSERE L'INIZIO DI UNA VERA LIBERAZIONE.
LA STORIA CI INSEGNA CHE QUANDO I GIOVANI CANTANO INSIEME E' SEMPRE BUON SEGNO.
Tratto da www.ammazzatecitutti.org
postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 8:40 PM,
Nessun commento,
Colletta Alimentare:al via l'edizione 2005
giovedì 24 novembre 2005

In Italia questa esperienza inizia nel 1997 con un primo risultato di 1.600 tonnellate, per arrivare dopo 7 anni a 6.945 tonnellate di alimenti raccolti. Il giorno è, ogni anno, l'ultimo sabato di novembre, essendo questa la scadenza abituale concordata con la Fédération Européenne des Banques Alimentaires. L'organizzazione, il reclutamento dei volontari e tutto il lavoro di fronte ai supermercati, sui mezzi di trasporto e nei magazzini sono supportati dalla collaborazione con la Federazione dell'Impresa Sociale - Compagnia delle Opere, L'Associazione Nazionale Alpini, la Società San Vincenzo de Paoli, e anche moltissime Associazioni destinatarie dell'attività del Banco. L'evento gode anche dell'Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
- Calabria RC Campo Calabro Conad
- Calabria RC Catona Conad
- Calabria RC Laureana Sigma
- Calabria RC Melicucco Sigma
- Calabria RC Melito P.S. Sma
- Calabria RC Pellaro Sigma S.S. 106 Jonica km. 12
- Calabria RC Ravagnese Sigma
- Calabria RC Reggio Calabria Di per Di Piazzale Stadio Sud 8
- Calabria RC Reggio Calabria Di per Di Piazza Garibaldi
- Calabria RC Reggio Calabria Di per Di Aschenez
- Calabria RC Reggio Calabria Di per Di Via Don Orione
- Calabria RC Reggio Calabria Di per Dì SS 106 - Ravagnese
- Calabria RC Reggio Calabria Sigma Viale Calabria
- Calabria RC Reggio Calabria Sigma Viale Labboccetta
- Calabria RC Taurianova LiDL Via La Resta
Etichette: In Italia
postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 8:45 PM,
1 commento,
Sciopero Generale: In Calabria sarà di 8 ore
LAMEZIA TERME. In Calabria il prossimo 25 novembre, in occasione dello sciopero generale contro la finanziaria, l’astensione dal lavoro sarà di otto ore invece delle quattro programmate dalle organizzazioni sindacali nazionali. Lo hanno deciso e segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil per sottolineare la gravità della situazione socio economica della Calabria. La decisione, hanno spiegato nel corso di una conferenza stampa i tre segretari generali della Triplice, Fernando Pignataro, Luigi Sbarra e Roberto Castagna, scaturisce dalle “preoccupazioni forti per l’escalation criminale, che con l’assassinio del vicepresidente del Consiglio regionale Fortugno, dimostra di aver superato tutti i limiti e di puntare direttamente a sfidare le istituzioni e tutta la società calabrese”. Saranno cinque le manifestazioni provinciali che si terranno in Calabria. La manifestazione principale si terrà a Locri, dove parleranno Raffaele Bonanni, segretario nazionale della Cisl; Fernando Pignataro, segretario generale della Cgil calabrese, e Pino Zito, segretario dell’Uil di Reggio. Per la provincia di Cosenza la manifestazione si terrà a Castrovillari e vedrà la partecipazione di Fulvio Fammoni, segretario nazionale Cgil oltre che di Roberto Castagna, segretario generale dell’Uil calabrese, e Paolo Tramonti, segretario della Cisl di Cosenza. A Catanzaro parleranno Massimo Di Menna, segretario nazionale della Uil; Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl calabrese, e Sergio Genco, segretario della Cgil di Catanzaro. A Vibo Valentia parleranno Raffaele Blandino, segretario regionale della Cisl; Luciano Prestia e Raffaele Mammoliti, rispettivamente segretario della Uil e della Cgil vibonesi A Crotone, infine, la manifestazione vedrà la partecipazione di Carlo Podda, segretario nazionale della Cgil; Mimmo Tomaino, segretario della Uil, e Antonio Venneri, segretario della Cisl. Nel corso del confronto con i giornalisti i tre segretari hanno spiegato che lo sciopero generale è “senz’altro una grande occasione per stigmatizzare i gravi fatti criminosi, gli attentati alla libertà e alla convivenza civile; ma anche per manifestare la netta posizione dei lavoratori calabresi per il ripristino della legalità e la sconfitta della violenza e della mafia, quale elemento essenziale per lo sviluppo della Calabria”. Fernando Pignataro, ha sottolineato che “lo sciopero calabrese vuole essere una prima e grande risposta di popolo, del mondo del lavoro al terrorismo mafioso. Stiamo decidendo, insieme alle segreterie nazionali, - aggiunge - una grande manifestazione per le prossime settimane a Reggio Calabria”. Anche per Roberto Castagna “la situazione calabrese è arrivata ad un punto di criticità senza precedenti. La stessa manovra finanziaria, che il Governo si appresta a varare appesantisce ulteriormente il divario infrastrutturale produttivo e occupazionale della Calabria e mette in ginocchio i comuni, le province e la regione”. Una situazione che secondo il segretario della Uil calabrese si aggrava in relazione alla “crisi economica drammatica che vive il Paese, e che ha determinato l’aumento della povertà e dell’esclusione sociale, la diminuzione di capacità competitiva del sistema nazionale, la situazione di crescita zero o addirittura di recessione, la diminuzione dell’occupazione e l’aumento della disoccupazione, colpiscono in modo ancor più drammatico le aree deboli del Paese, il Mezzogiorno e, soprattutto, la Calabria, penalizzata dalla sua arretratezza strutturale e dall’assenza di politiche di crescita e coesione degli ultimi anni”. Per Luigi Sbarra “la legge finanziaria 2006 non contiene una visione strategica, un’idea di rilancio delle politiche di sviluppo e di competitività ed è peggiorativa della situazione economica, aggrava il rapporto deficit- PIL, non aiuta il sistema produttivo ad uscire dalla profonda crisi che l’attraversa, penalizzante per il Mezzogiorno, drammatica per la nostra regione. Oltre ai tagli conosciuti, la legge finanziaria - ha spiegato Sbarra - non solo non prevede per il Mezzogiorno risorse aggiuntive, ma riduce gli stanziamenti previsti per il Fondo Aree Sottoutilizzate e per gli incentivi alle imprese”.

Lamezia Terme 23.11.2005
postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 12:55 PM,
Nessun commento,
25 novembre: giornata mondiale del “non acquisto”
mercoledì 23 novembre 2005

L’iniziativa invita tutti i consumatori del mondo ad astenersi dagli acquisti per 24 ore. Il “Buy Nothing Day” non è uno sciopero, e non è contro i commercianti. La campagna di “disintossicazione” si propone di fare un gesto simbolico, che dimostri che si può sfuggire all’imperativo del consumismo, riappropriandosi di una fetta del nostro tempo per fare cose diverse dallo shopping di massa, che molte volte, quasi inconsapevolmente, ci viene imposto di fare.
E’ un dato di fatto come il nostro modo di consumare, e soprattutto di sprecare, sia una delle maggiori cause dell’enorme divario tra Nord e Sud del globo, la principale origine dei disastri ecologici e sociali che stiamo vivendo, di una povertà dilagante, che dovrebbe farci, anche egoisticamente, riflettere, dato che ora comincia a lambire sempre più anche le nostre vite, toccandoci talvolta da vicino, direttamente o indirettamente.
Il “Buy Nothing Day” commemora le vittime delle politiche orientate alla massimizzazione dei consumi: dalle popolazioni del Sud del mondo (ma non solo) all’ambiente deturpato da rifiuti e inquinamento, alla colonizzazione dell’immaginario a opera di marchi e pubblicitari che propongono modelli di vita irrealizzabili nel reale. La giornata del non acquisto è un invito a “demarkettizzare” la nostra vita.
Indipendentemente dalle idee personali e dalla scelta di condividere o meno l’iniziativa, la sola esistenza di questa giornata è un’occasione preziosa per fermarsi a pensare, mettendo in discussione il nostro ruolo nel funzionamento di un sistema economico sempre più alienato, e scoprire come sia possibile divertirsi ed essere felici anche senza comprare nulla, considerato che meri oggetti possono forse migliorare la nostra vita, ma non devono arrivare a schiavizzarla. E accertarsi dell’effettiva solidità della nostra libertà, ogni tanto, non fa male.
Etichette: In Italia
postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 7:31 PM,
1 commento,
III Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole

Alcuni dati sulla giornata:
- 10.000 scuole iscritte in tutta Italia;
- Distribuzione del guida multimediale "La scuola di sicurezza", per i ragazzi dai 12 ai 18 anni;
- Distribuzione di una guida cartacea per i bambini della scuola d’infanzia e scuola primaria e altro materiale fornito dalla Protezione Civile.
Etichette: A Montebello Jonico, In Italia
postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 12:07 PM,
Nessun commento,
La fiaccolata dell'Unione a Locri per ricordare Fortugno
martedì 22 novembre 2005

postato da Anonimo; alle 8:38 PM,
1 commento,
21 novembre, a Montebello è festa comunale
lunedì 21 novembre 2005

Etichette: A Montebello Jonico
postato da Anonimo; alle 7:26 PM,
1 commento,
Studenti pendolari: sempre peggio
domenica 20 novembre 2005

postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 10:12 PM,
Nessun commento,
L'assessore allo Sport è una...frana!!!
sabato 19 novembre 2005

Etichette: A Montebello Jonico
postato da Anonimo; alle 8:43 PM,
Nessun commento,
Locri: Passare ai fatti

postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 7:27 PM,
Nessun commento,
Omicidio Fortugno: Trigesimo
venerdì 18 novembre 2005

Nel trigesimo della morte di Franco Fortugno vogliamo ricordarlo così:
E' già trascorso un mese dal 16 ottobre,
ma Franco non è morto, Franco è vivo.
Franco è stato ucciso già due volte,
ma Franco non è morto, Franco è vivo.
Una volta è stato ucciso dalla 'ndrangheta,
ma Franco non è morto, Franco è vivo.
La seconda è stato ucciso dalla stampa,
ma Franco non è morto, Franco è vivo.
Franco rischia di essere ucciso una terza volta,
dalla nostra omertà,
ma Franco non è morto, Franco è vivo
e le sue idee stanno camminando sulle nostre gambe.
Tratto da http://www.ammazzatecitutti.org/
postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 6:58 PM,
1 commento,
Reggio capoluogo: fu vero scippo?
giovedì 17 novembre 2005

Etichette: In Calabria, Libri - Mostre - Storia - Arte - Poesia - Natura - Tradizioni - Curiosità, Politica
postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 9:44 PM,
Nessun commento,
L'ordinazione di Giovanni Gullì diacono
mercoledì 16 novembre 2005

postato da Anonimo; alle 8:41 PM,
Nessun commento,
Presentato il libro “Parole d’Assoluto”
martedì 15 novembre 2005

Giovanni Crea
Tratto da “L'altroaspromonte”
Etichette: A Montebello Jonico, Libri - Mostre - Storia - Arte - Poesia - Natura - Tradizioni - Curiosità
postato da Anonimo; alle 7:32 PM,
Nessun commento,
Due donne perseguitate in lotta contro le 'ndrine
lunedì 14 novembre 2005
Teresa Cordopatri e Vladimira Pugliese, due donne, due storie. Ma un unico obiettivo: sconfiggere la minaccia mafiosa. Vessate dalla 'ndrangheta hanno deciso di resistere. Teresa prima, Vladimira oggi. La baronessa Cordopatri, che ha avuto ammazzato il fratello Tonino, non si è piegata a suo tempo al clan dei Mammoliti, come adesso non si sta piegando Vladimira.Neanche l'imprenditrice di Soriano Calabro vuole sapere di cedere agli estortori, dopo decine di attentati subiti. Guardate queste donne coraggio, donne che non si piegano davanti all'ingiustizia e ai soprusi malavitosi. Ha detto la baronessa: "Essere proprietari quì vuol dire essere esposti a rischi continui per non ricavarne niente. Solo sacrifici. Ma è questione di non darla vinta alla mafia. La 'ndrangheta non sarebbe invincibile. Sono le nostre apprensioni, i timori che la rendono forte".
postato da Anonimo; alle 9:32 PM,
Nessun commento,
Una donna e il coraggio di dire “no”
Una donna coraggiosa di nome Vladimira. Papà Nicola e mamma Rosaria hanno saggiato la fatica del lavoro, hanno conosciuto al lotta di classe e hanno voluto che la loro figlia portasse il nome di un grande rivoluzionario, Vladimir Lenin. E non è un caso che l’altro loro figlio si chiami Ernesto. Si, Ernesto, come Ernesto Che Guevara, colui che esortava ad essere “capaci di sentire qualunque ingiustizia commessa contro chiunque, in qualunque parte del mondo”. Vladimira è donna, madre e moglie coraggiosa. Da anni al fianco del marito Pasquale, un uomo che nonostante i dodici attentati subiti dalla sua azienda a Soriano Calabro, la “Varì Vimini”, non ha mai accettato di piegarsi, né di spezzarsi di fronte all’arroganza del racket delle estorsioni. E Vladimira è sempre stata al suo fianco, invitandolo a non mollare, anche quando la ‘ndrangheta, incendiando per la dodicesima volta la loro azienda, ha messo a rischio, ancora, i sacrifici di una vita intera. Pasquale Varì è il marito schivo, riservato, che va avanti senza mai arretrare, sempre a testa alta. Vladimira Pugliese è la moglie capace di dare coraggio, che accetta di parlare di fronte alle telecamere delle grandi emittenti nazionali, che dopo anni di colpevole disattenzione si sono accorte del dramma che vive la Calabria. La storia di Pasquale e Vladimira sembra una delle tante storie vissute nella Calabria del racket e della ‘ndrangheta. In realtà, però, è una storia rara. E’ la storia dei una famiglia che crede nello Stato e nelle sue istituzioni. Nonostante tutto. Principalmente per dare speranza ad un bambino, il piccolo Nino, affinché questi possa crescere in una terra diversa, migliore, senza più paura.
Vladimira, a suo avviso Vibo è diversa da Locri?
“A Vibo forse si avverte una minore densità criminale. Qui si ammazza di meno. C’è un tipo di criminalità organizzata diversa, che prova a ucciderti diversamente”.
La sua famiglia ha subito dodici attentati. Avete subito richieste estorsive?
“La matrice è chiaramente estorsiva. Siamo stati raggiunti da alcune telefonate, dopo gli attentati, da parte di anonimi che ci dicevano <>”.
Quindi?
“In sostanza dovevamo capire che era il caso di trovare qualcuno a cui chiedere protezione”.
E voi cosa avete fatto?
“Abbiamo denunciato tutto alle forze dell’ordine”.
Finora cosa è cambiato?
“In sostanza nulla. Abbiamo avuto danni per circa 3 miliardi delle vecchie lire, solo in minima parte indennizzati dal fondo antiracket”.
E lo Stato?
Abbiamo toccato la presenza dello Stato che ha provato a sostenerci, anche se non sono mai stati individuati i responsabili degli atti intimidatori subiti”.
Ma lei crede nello Stato?
“Il problema non riguarda le forze dell’ordine e le autorità presenti sul nostro territorio, in loro credo. Non credo invece nello Stato centrale, quello che non garantisce uomini e mezzi, che non assicura la benzina alle auto che devono pattugliare il territorio e il toner per le fotocopie degli atti nelle procure. E’ in questo Stato che non credo, quello che taglia la spesa sociale, che lascia un magistrato come Marisa Mancini senza una scorta, che abbandona alla solitudine testimoni di giustizia come Masciari e Musella. E’ questo Stato che d’ora in avanti deve dare segnali diversi per ridare speranza a questa terra”.
Finalmente sulla Calabria si sono accesi i riflettori…
“Ed è grave che questo sia accaduto solo dopo la morte di Francesco Fortugno. Se si fosse affrontato prima il “caso Calabria” forse quest’omicidio si sarebbe potuto evitare. Quante persone sono state uccise in Calabria negli ultimi anni, quanti attentati, intimidazioni…Eppure si è avuta l’impressione che il sangue dei calabresi fosse diverso, che valesse meno. Adesso finalmente qualcuno si è accorto cha la Calabria esiste. Meglio tardi che mai. Speriamo che quest’attenzione rimanga e non si spenga. La mia più grande paura è che presto torneremo soli”.
Cosa bisogna fare per cambiare le cose?
“In Calabria il problema è complesso. Bisogna risanare gli strati sociali. Servono investimenti e occupazione. La ‘ndrangheta per la sua manodopera attinge nella disperazione della gente. Se si cancellerà la disperazione, si potrà veramente combattere il fenomeno ‘ndrangheta”.
Che ne pensa dell’utilizzo dell’esercito?
“Ne vengano dieci, cento, mille eserciti. Lo Stato deve dimostrare, in un modo o nell’altro, che vuole affrontare il problema. Abbiamo bisogno tutti di sentirci meno soli, più protetti”.
Spesso, però, si accusano i calabresi di omertà, di non collaborare…
“Non sopporto quando si parla di omertà. Spesso è un alibi che lo Stato assume per scaricare le proprie responsabilità, le proprie inefficienze. E’ lo Stato che è omertoso, che non vede, non sente e non parla. Falcone diceva che non si possono pretendere atti di eroismo da inermi cittadini. Per combattere la mafia è necessario invece che lo Stato investa i suoi uomini migliori e le sue migliori intelligenze. Io dico che Falcone aveva ragione. Mi domando, però, se ci sia la volontà concreta di affrontare questo investimento”.
Si legge un velo di pessimismo in questa riflessione. A suo giudizio forse non si vogliono concretamente cambiare le cose?
“Diciamolo chiaramente, negli anni ad una certa classe politica ha fatto comodo questo stato di cose. La ‘ndrangheta ha assicurato grandi bacini di voti ai quali difficilmente si rinuncia”.
Quindi?
“Quindi mi sembra difficile che una certa classe politica si adoperi per realizzare interventi strutturali al fine di risolvere un problema per cui serve una riforma del codice penale e la certezza della pena. Serve un nuovo spirito da parte di tutta la classe politica, altrimenti è la fine”.
Ha paura?
“E come si fa a non averne? Fare politica e impresa oggi vuole dire esporsi. Però bisogna decidere da che parte stare, perché qui o si collude o convive o ci si ribella. E chiunque, per motivi diversi, rischia di pagare. Ma se fossimo tutti a ribellarci, nonostante la paura, potremmo davvero vincere questa battaglia”.
Lei ha partecipato alla marcia di Locri?
“No, ero a Pisa perché mio figlio ha dovuto subire una piccola operazione. Con il cuore, però ero insieme a quei ragazzi. Li ho visti in televisione, erano straordinari. Mi sono commossa. Loro sono il nostro presente e il nostro futuro e se continueranno a marciare senza fermarsi dico che possiamo vincere, ce la possiamo fare”.
Vladimira, lei è anche impegnata in politica, guida la sezione dei DS di Soriano Calabro. Al suo fianco si sono mobilitati anche gli onorevoli Fassino, Minniti, Soriero, il senatore Iovene, lo stesso segretario provinciale De Luca che oggi vive scortato. Cosa dice al suo partito?
“Dico grazie. Dico che non ha fatto sentire sola la mia famiglia. Dico pure, però, che adesso tocca a noi. Adesso dobbiamo iniziare a lavorare con ancora maggiore determinazione. Questa è una battaglia dura, lunga, difficile. Ma se saremo determinati, se ci crederemo, assieme a tutte le anime sane che ci sono in Calabria, indipendentemente dal colore politico, noi tutti potremo vivere un domani migliore, senza avere mai più paura”.
Tratto dal “Quotidiano della Calabria”
postato da Anonimo; alle 9:25 PM,
Nessun commento,
Bracconieri in azione a Pantano di Saline

Sono numerosi gli atti di bracconaggio che si susseguono nella zona umida costiera del Pantano di Saline, unica area superstite della provincia di Reggio, riconosciuta come Oasi di protezione della flora e fauna selvatica e sito di importanza comunitaria. L'oasi di Saline per suo habitat naturale, è notoriamente meta di numerosi uccelli protetti, provenienti dall'Europa e diretti in Africa, altri per svernare al Pantano. Purtroppo l'azione vigliacca di pochi individui, insanguina le colline e le aree protette, uccidendo rapaci, cicogne, fenicotteri, aironi ed acquatici, violando norme giuridiche ed etiche. Ancora oggi si registrano casi di prepotenza e violenza nel nostro territorio, violando la proprietà privata con danni alle colture e agli animali domestici che determinano casi di esasperazione.Considerare oggi la caccia come uno sport è semplicemente falso e pretestuoso, e per niente la maggioranza degli italiani si espresse contro, pur non raggiungendo il quorum per l'abolizione, ma lo Stato si espresse con propria legge per l'espulsione dal Coni e la fine dei finanziamenti miliardari. La lobby venatoria è ricca di finanziamenti privati, industriali e politici, utilizzando il cacciatore come consumatore.Fortunatamente una coscienza ambientalista emargina sempre di più una minoranza di paramilitari che fanno la guerra agli animali selvatici, perseguitati per cinque giorni dal mattino alla sera, lasciando nella natura tonnellate di cartucce e piombo altamente inquinanti e indistruttibili.Le problematiche di salvaguardia e tutela del patrimonio ambientale si insabbiano davanti ad interessi privati e burocrazia degli enti preposti, mantenendo uno stato di degrado, inquinamento e bracconaggio, pur esistendo ministeri ed assessorati.Emblematica è l'area del Pantano di Saline, superstite realtà ecologica, patrimonio naturalistico e storico-archeologico, nell'hinterland ricco di testimonianze che basterebbero a sviluppare attività per la rinascita socio-economica della "costa dei gelsomini".Il Wwf combatte da oltre venti anni per la valorizzazione e la rinascita del territorio dei comuni di Motta, Montebello e Melito, documentando le bellezze naturalistiche e promuovendo azioni eco-sostenibili come al Colle Leandro, Pentidattilo e Saline.Confermiamo l'impegno volontario e popolare nei confronti delle amministrazioni comunali, come noto costante e determinato alla tutela del patrimonio storico-ambientale.Ricordiamo le attività promozionali autofinanziate, con "campi" di documentazione della flora e fauna al Colle Leandro-Embrisi; la salvaguardia delle coste e delle tartarughe marine a Riaci; ricerca e documentazione storico-archeologica a Pentidattilo e S. Elia; documentazione e tutela della flora e fauna al Pantano di Saline e riconoscimento oasi protetta; tutela ecologica del sito ex liquichimica, contro l'utilizzo per smaltire scorie e rifiuti industriali e farine animali. Consideriamo di ritenere sempre attuale la vecchia proposta di dismissione e riutilizzo dell'area oggi Sipi, con la riappropriazione da parte del comune e Asi, promuovendo la bonifica e il riutilizzo polifunzionale dell'habitat naturale del parco antropico, l'area archeologica, il porto turistico, l'oasi, la spiaggia di Riaci, tutto ciò da vari anni espresso dal Wwf, con documentata attività.
Wwf Calabria- Gruppo attivo
Etichette: A Montebello Jonico
postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 8:55 PM,
Nessun commento,
E' Fossatese il nuovo Presidente del Kiwanis dello Stretto
domenica 13 novembre 2005

Etichette: A Montebello Jonico
postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 6:55 PM,
Nessun commento,
Nassiriya: Per non dimenticare
sabato 12 novembre 2005

Potrà sembrare poco pertinente con gli argomenti trattati nel Blog, ma credo che anche Montebello debba fare la sua parte perchè Nassiriya non venga dimenticata. I Calabresi non dimenticano Nassiriya. L'Italia non deve dimenticare la Calabria.
Tratto da L'Unità:
A distanza di due anni le famiglie delle vittime tornano nel luogo dove fu allestita la camera ardente per ricevere dal capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, le croci d'onore al merito, un riconoscimento isituito per le missioni di pace. Ciampi ha consegnato 22 onoreficenze: 19 ai familiari delle vittime e tre ai carabinieri feriti nell’attentato.
Anche a camp Mittica, la nuova base dei militari italiani, fuori la città, c’è stata una cerimonia per commemorare le vittime. I militari si sono fermati per osservare un minuto di silenzio in memoria dei caduti.
Etichette: In Italia
postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 6:50 PM,
1 commento,
I ragazzi di Locri nella trasmissione Rockpolitik di Celentano
venerdì 11 novembre 2005

Protagonisti tra gli applausi della gente in studio, sono apparsi dopo le note di “Storia d’amore”, una delle canzoni più belle di Adriano Celentano.
I RAGAZZI DI LOCRI….Francesca Pancallo e Martino Staltari!
Le parole di Francesca: “Chi uccide, chi è omertoso, chi è prepotente, chi è disonesto è lento”.
Le parole di Martino: “Con Franco Fortugno, Gianluca Congiusta, Fortunato La Rosa, chi è onesto, chi manifesta, chi spera è rock”
Soltanto un minuto in scena, dei due ragazzi, ma un minuto che ha dato dignità alla popolazione e al territorio calabrese.
Per la mafia un altro brutto colpo.
Per la gente onesta di Calabria, un’apparizione televisiva che aumenta la speranza di chi ha deciso di impegnarsi per cambiare finalmente le cose.
postato da Anonimo; alle 11:01 PM,
Nessun commento,
Le dimissioni della democrazia

Oggi voglio chiedere le dimissioni della democrazia, di questa parola di cui ancora ci riempiamo la bocca e che non significa più nulla.
Indignarsi (Omissis)? Non ne vale la pena.
Dobbiamo indignarci una volta al giorno?
(Omissis)
Siamo seri, abbiamo cose più importanti da fare che indignarci per il comportamento dei nostri dipendenti.
Li abbiamo votati noi, sapevamo chi erano, cosa avrebbero fatto.
La colpa è nostra, non loro. Di noi che non muoviamo un dito.
Le opposizioni, i sindacati, la cosiddetta società civile subiscono di tutto senza fiatare, o emettendo deboli lamenti.
Basta parlare di democrazia, dichiariamoci sudditi e ritiriamoci nel nostro prezioso privato, dove già per la maggior parte stiamo.
Non facciamo finta di protestare, è più dignitosa la rassegnazione.
Abbiamo ciò che meritiamo, siamo diventati dei guardoni del potere:
del potere, non della democrazia.
Non nominiamo più questa parola, non prendiamoci per i fondelli.
Non esistono più i contropoteri, esiste solo il potere della collusione.
E la controinformazione al massimo trapela.
Io non mi sento più cittadino italiano. Non mi sento rappresentato dalle istituzioni. Non mi sento rappresentato dal governo. Dall’opposizione. Da nessuno.
E sto pensando seriamente di restituire la mia carta di identità che serve, ormai, solo per dormire negli alberghi.
Sembrerebbe che, ultimamente, Beppe sia stato a Montebello. Purtroppo non è così. Anche se molte delle cose che Beppe dice calzano a pennello con la nostra realtà locale, leggendo il Post senza gli omissis che, provocatoriamente abbiamo aggiunto noi, si capisce che si parla dell'Italia intera.
postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 9:17 PM,
1 commento,
Montebello inventa il "Semi-Comandante" dei Vigili Urbani
giovedì 10 novembre 2005

Etichette: A Montebello Jonico
postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 7:12 PM,
2 commenti,
Presidente Ciampi, non ci chieda di fare gli eroi
mercoledì 9 novembre 2005

Parole di Azeglio Ciampi da Livorno, Presidente della Repubblica. Pronunciate all’indomani dell’assassinio di Francesco Fortugno.
Ebbene, signor Presidente, noi Calabresi, che non la ringrazieremo mai abbastanza per essere venuto fin qui, non reagiremo.
Perché qui dobbiamo continuare a vivere. Qui dove c’è la ndrangheta. Che è un’organizzazione potente, spietata. E intatta, appena sfiorata com’è dal fenomeno del pentitismo. La ndrangheta è forte e radicata, coinvolge, trova facili alleati, garantisce e protegge, ancora riesce a farsi pensare amica. E’ dura da sconfiggere, perché entra nelle case, sorride e porge la mano, lusinga, soccorre a volte – seppure ne chieda sempre il prezzo – e si compone di gruppi di famiglia difficili al tradimento. Qui la ndrangheta sono le persone che incontri per strada e con cui scambi parole e cortesie, qui è forte delle ricchezze accumulate dal niente, qui fa invidia ed esempio. Qui diventa Stato, se ne sostituisce. E questo sta imparando a farlo bene: orami non si accontenta di orientare i voti su persone gradite, ma candida i suoi rampolli, ci prova a farli sindaci, deputati regionali, parlamentari. Ora può, perché li ha mandati a studiare, li ha armati di lingua e del sorriso accattivante, ha dato loro modi che ingannano di rispettabilità.
Signor Presidente, noi non reagiremo se prima non si mostra lo Stato. Che dia segni di presenza, che ci aiuti a liberarci e a crescere, a far cambiare i discorsi dentro le case, nelle scuole, nelle piazze affollate dai disoccupati. Che ci aiuti a spezzare l’alone di protezione e di connivenza, a mutare una mentalità di copertura che è quella dentro cui attecchisce l’idea del delitto. E’ stato troppo spesso indifferente, lo Stato. Non basta che si mostri solo in occasione di morti eccellenti, di casi eclatanti. Deve esserci sempre. E non tapparsi gli occhi di fronte alle fortune che cambiano padrone o a un mondo imprenditoriale in mano a pochi. Smetta, lo Stato, le politiche permissive che ci hanno fatto ritrovare presto liberi i pochi colpevoli scovati, più forti e audaci di prima, rinvigoriti nella considerazione dal carcere.
Sia Stato. E non ci chieda di diventare eroi.
E poi, signor Presidente, l’Italia non è davvero con noi. Con noi ci siamo soltanto noi. Sempre stato così.
Domani, al cedere dei clamori, l’Italia se ne andrà. Come se n’è andata le altre volte. E magari torcerà il muso davanti al TG mentre se ne sta su una comoda poltrona dentro una comoda casa di una comoda città. Noi, invece, crocifissi qui.
Lo abbiamo già visto questo film. Non sono di molti anni addietro certi giornalisti di certi servizi televisivi. Impavidi, ci davano lezioni di civiltà, fustigavano l’omertà, le bocche cucite, bollavano con sarcasmo quanti non avevano avuto il coraggio di farsi intervistare o di mostrarsi, di sillabare un nome, una condanna. Il prode, però, il giorno dopo frapponeva mille chilometri di distanza. Facile essere eroi con il posteriore degli altri. Ci sarebbe piaciuto vederlo restare ancora un mese, solo e senza protezione, nei luoghi dove era stato l’impavido di una sera.
Un vecchio, all’indomani di un delitto eccellente e dell’arresto di un suo paesano, poi rivelatosi davvero innocente, interrogato da un “prode televisivo“ sceso dal Nord su chi comandasse lì e sull’ambiente che si viveva, si fece pensieroso, si lisciò il mento, ciondolò su e giù la testa e disse infine, con voce lenta: “qua il più onesto sono io, e mi merito trent’anni di galera”. Scherzava, naturalmente. Ma che altro avrebbe potuto fare se non glissare la prima e scherzare sulla seconda? Magari il prode pretendeva che dicesse “si, qua l’ambiente è così e così, i malavitosi sono Tizio e Caio, le persone perbene queste altre…”.
Eccola l’Italia. Ci vuole eroi. Ci vuole insigniti di medaglie alla memoria. S’accorge di noi solo quando il boato è troppo forte. E non fa caso alla vita che qui si conduce. E’ un regime di libertà condizionata. Parvenza di libertà. Liberi finchè non si cozza con gli interessi anche minimi dei pochi che decidono i destini di tutti. A tal punto da non poter comprare impunemente un pezzo di terra confinante, né vendere a chi più aggrada, né partecipare agli appalti, né mettere su un’attività. Né, a volte, votare le proprie idee. Tanta ancora la gente che le deve sottomettere al bisogno. Conosco un tale, già attivista del PCI e oggi con Bertinotti, che credo non abbia potuto votare una sola volta il suo partito, perché puntualmente non trovava spazi per negare a uno che con il sorriso gli imponeva di “favorire un amico”.
Finisce che dalla libertà condizionata si decide di passare agli arresti domiciliari. E ci si rintana dentro casa, nulla si fa per progredire, si sogna un futuro altrove, si fa finta di non vedere.
Ecco perché, caro Presidente Ciampi da Livorno, noi non reagiremo. Intendiamo esercitare il sacrosanto diritto di avere paura. Perchè qui siamo impregnati di ndrangheta. E li troviamo ovunque, anche nei cortei antimafia, anche nelle commemorazioni di un vecchio amico dei comuni anni immortali e galantuomo come Ciccio Fortugno. Sono spesso in prima fila, con le facce più afflitte, con la voce che si leva più alta alla condanna. E magari con la fascia di traverso o dietro un vessillo importante.
Coraggio, allora, cominci lo Stato.
E non sia che si debba davvero finire con il rimpiangere i capisbastone di una volta, rincorrere l’idea, sempre più emergente, che almeno a quel tempo una qualche regola c’era e c’era pure a chi rivolgersi per ripararsi da un torto.
Tratto da CALABRIA NEWS
postato da Anonimo; alle 6:58 PM,
Nessun commento,
Bertoldo e la moglie
martedì 8 novembre 2005

Etichette: A Montebello Jonico
postato da Bernardino F.L. Cardenas; alle 5:39 PM,
1 commento,